Lo scorso mercoledì, lo stabile in cui abitavano è andato a fuoco. Siamo a Pianura, Napoli, dove i rifiuti non sono gli unici ad essere rimasti per strada. Un centinaio di immigrati, tra cui donne e bambini, molti africani, altri dell’Est Europa, quasi tutti rifugiati politici o richiedenti asilo, non hanno un tetto da quattro notti. Per gli altri abitanti del palazzo bruciato, stavolta italiani, il Comune di Napoli ha trovato una sistemazione, ma per i cittadini stranieri la soluzione è finita in un pantano.
«I napoletani – racconta Abu Soukamoro, uno degli sfollati – che mercoledì scorso erano con noi, quando è scoppiato l’incendio, nello stesso edificio, e come loro finiti per strada, sono già stati sistemati in strutture di accoglienza». Anche la Cgil napoletana denuncia le discriminazioni nei confronti dei cittadini stranieri: «A 48 ore dallo sgombero degli immobili di Pianura – dicono – mentre è stato trovato alloggio per le famiglie napoletane, per gli immigrati solo ieri pomeriggio sono arrivati generi di conforto, acqua e cibo».
Il punto è che la soluzione trovata dal Comune ha incontrato l’ostilità dei napoletani stessi. L’edificio in via Pasquale Scura che le autorità volevano assegnare ai senza tetto è stato circondato da un gruppo di cittadini italiani che ha impedito agli immigrati di entrare. Ora si è ripiegato su un edificio di Scampia: «È quasi pronto, mancano pochi giorni di lavoro, quattro o cinque, ma già domani, adattandosi, ci si potrebbe dormire», dice l’assessore Riccio della giunta Jervolino. Gli immigrati dicono che quel posto non va bene, che «non ci sono neanche le finestre». Ma l’assessore è convinto che una mediazione si troverà, perché «in pochi giorni potremmo garantire loro 14 stanze di 60-70 metri quadrati l’una, attrezzate, e dignitose».
In attesa di vedere le finestre spuntare sul palazzo, gli immigrati hanno deciso di far sentire la loro voce: si sono barricati dentro il Duomo di Napoli. Fuori li aspetta la polizia che vuole identificarli, loro dicono che non usciranno finché gli agenti non se ne andranno. La tensione si è alzata, fino allo scontro con chi era fuori per trattare: tre immigrati sono stati fermati e portati in questura. Tra di loro c’è anche Celeste Ramos, sindacalista della Uil-Immigrati. Subito dopo il rilascio – uno di loro è ancora in ospedale per le ferite riportate nello scontro con la polizia – gli immigrati hanno deciso di mettere fine all’occupazione. I senza casa si sono mossi in corteo fino a Palazzo San Giacomo, dove il sindaco Rosa Russo Iervolino ha deciso di incontrarli.
Lunedì sera, l’accordo: le donne e i bambini passano la notte in albergo, gli uomini in un centro della Provincia ai Quartieri Spagnoli. Per il fine settimana è previsto il trasferimento definitivo in una palazzina del Comune nel quartiere di Poggioreale.
Pubblicato il: 29.07.08
Modificato il: 29.07.08 alle ore 8.41
Michele De Lucia