PARCO DEL CILENTO DI COMITE DA POSITANO IL SUCCESSORE DI DE MASI?
Siamo in pieno totonomine e la Costiera Amalfitana potrebbe dare un secondo presidente al Parco Nazionale del Cilento, infatti a Vallo della Lucania dopo le dimissioni del sociologo Domenico De Masi legato a Ravello, di cui è cittadino onorario, esce il nome di Franco Di Comite di Positano. Le indiscrezioni li danno come candidati più accreditati all’incarico di commissario o presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Franco Di Comite, ex parlamentare di Fi, e Maria Gabriella Natale, funzionario del Ministero dell’Ambiente e responsabile ambiente di An in provincia, potrebbero succedere al sociologo Domenico De Masi (foto), dimessosi la settimana scorsa. «Ho appreso di essere una “papabile” dal giornale e sono onorata di ritrovarmi nel firmamento di nomi così importanti» dice Natale, originaria di Centola. Un tecnico: in questa veste, spiega, si è occupata «dell’istituzione del Parco, sono stata promotrice delle due aree protette marine e del Museo del Mare di Pioppi. Al Cilento voglio bene, il territorio merita un rilancio nelle politiche ambientali e della promozione turistica». In caso di nomina, sarebbe la prima presidente o commissario di un’area protetta. «Da donna – afferma – bisogna fare opportunitá per cambiare le cose». Franco Di Comite, sentito da Rosaria Morinelli per la Città, membro dei cda di Fincantiere e Sviluppo Italia, preferisce attendere gli eventi. Non ritiene opportuno commentare le indiscrezioni che lo riguardano, dice solo che «ci sono decisioni importanti da assumere, e sono sicuro che il ministro Prestigiacomo fará una scelta buona e saggia». Altri nomi in corsa, per il Pdl, quelli di Carlo Chirico, Marcello Feola, Antonio Lubritto, Vincenzo Pepe. Il ministro Prestigiacomo aveva parlato a De Masi di “forti pressioni del territorio” ad un cambiamento ma negli enti locali la musica è diversa. Cesare Festa, sindaco di Pisciotta, di An, trova i nomi «rispettabilissimi» ma non condivide il metodo “vecchio”. «Dal punto di vista politico – spiega – si rischia di avere una scelta calata dall’alto, non rispondente all’identikit che noi sindaci abbiamo disegnato di un presidente che dovrebbe essere espressione del territorio, una realtá che bisogna conoscere, amare e che è un presupposto per far decollare il Parco».