PIENO D´ORO, ACQUA AL POSTO DI BENZINA. PER I SEQUESTRI DECIDE IL RIESAME
Solo nei prossimi giorni i giudici del tribunale del Riesame di Salerno renderanno note le loro decisioni sui sequestri preventivi scattati nell’ambito dell’operazione “Pieno d’oro”, il blitz della Finanza su una presunta truffa sulla vendita dei carburanti fra l’Agro Nocerino Sarnese e la Costiera Amalfitana dove sono stati coinvolti Tramonti e Ravello. Oltre agli arresti furono diversi gli impianti sottoposti a sequestro preventivo: “Esso”di Claudio D’Antonio, Battipaglia; “Fratelli Guarino” S.r.l via ponte Don Melillo, di Guarino Vincenzo, Mercato San Severino; “D’amato Abele”, Salerno, via San Leonardo; “Gregorio Donato”, a Pontecagnano; “B.d.c. distribuzione carburanti di Antonio Lupo &c.” due impianti a Buccino e Auletta; “Marco Pierro” a Battipaglia; “Vincenzo Torino” a Castel San Giorgio. L’impianto gestito da Sergio Gracceva a Castel San Giorgio in via Codola vecchia ; “Torino Vincenzo” a Castel San Giorgio, e l’omonimo deposito di oli a Nocera Inferiore in via Indipendenza; “Tonino Savino”, deposito di olii a Tramonti. Infine “Ciccone Ortensio” a Castelnuovo di Conza e il deposito commerciale Apicella petroli a Ravello, di Giovanni Apicella. Ieri le discussioni degli avvocati – tra questi i penalisti Capuano, Tedesco e Alfano – che hanno chiesto il dissequestro di tutti gli impianti finiti nel mirino della FinanzaIeri mattina, al Palazzo di Giustizia della cittá capoluogo, i legali degli impianti finiti sotto sequestro hanno chiesto al Riesame (presidente D’Avino, giudici Sessa e Fattori) di annullare l’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore, il dottor Furio Cioffi.
• Lo stesso giudice che, meno di una settimana fa, aveva rimesso in libertá i sei indagati colpiti da misura cautelare: Francesco Longobardi, l’unico finito in carcere; e quelli finiti ai domiciliari, Marco Gaeta, Giorgio Imperato, Daniele Lenza, e Rosario e Michele Quintaluce.
• Le accuse contestate dal pm, Elena Guarino, erano quelle di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio, truffa, corruzione, abuso d’ufficio e contrabbando.
• In carcere era finito Francesco Longobardi, 47enne di Pontecagnano, conosciuto con il soprannome di “tenaglia d’oro”, l’uomo che per i finanzieri avrebbe materialmente contraffatto schede e contatori, responsabile di una ditta di manutenzione d’impianti petroliferi e considerato il promotore dell’associazione a delinquere.