POMPEI PROCLAMATO LO STATO D´EMERGENZA

4 luglio 2008 | 00:00
Share0
POMPEI PROCLAMATO LO STATO D´EMERGENZA

Una iniziativa clamorosa iniziativa del governo per salvare uno dei luoghi simolo del turismo in Campania, un luogo che traina anche altri come la Costa d’Amalfi, Sorrento e Capri. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza nell’area archeologica di Pompei, come richiesto dal ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, dal prefetto e dalla Regione Campania, per intervenire con mezzi e poteri straordinari a difesa dell’immenso patrimonio artistico, minacciato da crescenti e gravi criticità. Un fatto clamoroso e straordinario: dopo le denunce apparse sui giornali, in particolare sul Corriere della Sera di pochi giorni fa, sul degrado degli Scavi, ecco l’intervento del ministro Bondi che permetterà di intervenire con mezzi straordinari per salvare il sito archeologico più noto al mondo e che ogni anno è visitato da due milioni di persone. Proprio oggi sul «Corriere del Mezzogiorno», l’assessore regionale ai Beni Culturali e Turismo, Claudio Velardi, aveva annunciato una «rivoluzione molto prima di quanto pensiate». Una rivoluzione, tuttavia, che richiederà un fortissimo investimento centrale e locale, mentre il soprintendente Giovanni Guzzo invitava tutti a rileggersi le sue denunce, contenute nei dossier inviati al ministero. Di certe carenze, tra l’altro, nessuno vuole parlare: è il caso dell’unico ristorante chiuso per morosità: non pagava il fitto da anni e gli era scaduta la conmcessione. I gestori hanno fatto ricorso al Tar che, però, ha bocciato la loro istanza e allora hanno intentato una causa civile alla Soprintendenza scegliendo come difensore l’attuale sindaco di Pompei, avvocato D’Alessio. In attesa che si risolva la questione, però, il turista che ne avesse la voglia e la possibilità non può mangiare anche se la Casina Dell’Aquila, che è stata adibita al servizio di ristoro, è pronta da un pezzo ma funzionerà solo quando la vertenza con i gestori del ristorante sarà risolta. Sulle case non aperte al pubblico, sui furti e sui reperti ancora stipati nei Granai perché l’Antiquarium è da completare, messuna novità: mancano i soldi e mancano i custodi. «Per questo – conclude l’assessore Velardi – bisogna fare in fretta. Pompei è l’architrave del nostro turismo». Anche se continua a perder colpi: a giugno i turisti sono calati del 13% rispetto a un anno fa, ma il soprintendente Guzzo considera questo dato una vittoria: «In Campania il calo delle presenze supera di gran lunga il 20%, Pompei, quindi, è ancora uno dei siti più visitati d’Italia».