Cinquanta anni fa, nel 1958, moriva a Positano in una villa a Fornillo nel cuore della Costiera Amalfitana Cesare Giulio Viola. Nato a Taranto nel 1886 Laureato in giurisprudenza, si dedicò al giornalismo, alla letteratura e, soprattutto, al teatro, affermandosi tra le due guerre tra i più attivi e interessanti autori drammatici italiani. Di facile vena, interessato in particolare ai conflitti psicologici e ai drammi passionali, ha scritto oltre venticinque commedie, spesso ottenendo buon successo di pubblico e di critica. Nel cinema cominciò a lavorare come soggettista e sceneggiatore verso la fine degli anni ma la sua attività cinematografica fu sempre marginale. Tra i lavori più interessanti e impegnativi in questo campo, vanno segnalati I bambini ci guardano Vittorio De Sica), tratto dal suo romanzo Pnicò, e Sciuscià (1946, Vittorio De Sica). A Cesare Giulio Viola si stanno dedicando giornate di studio, iniziative di tutti i generi mentre a Positano, dove è vissuto e morto, anche se molti testi parlano di Salerno, fu una tragica caduta a provocarne il decesso, niente. A Paestum, nel Cilento, la notizia è di oggi, il Premio Charlot sarà dedicato a Vittorio De Sica, mentre a Positano, dove è vissuto, nonostante l’amorevole dedizione di Emy De Sica, è scomparso il Premio a lui dedicato. Come è scomparsa la rassegna teatrale, dedicata ad Annibale Ruccello, che dava un assaggio di cultura di alto livello, aperta a tutti, grazie a Gerardo D’Andrea. Il ricordo è la memoria di un paese ne costituiscono la forza e l’identità, da questa testata speriamo che il nostro appello a non dimenticare venga accolto da qualcuno e invitiamo i nostri lettori a mandarci ricordi e testimonianze su Cesare Giulio Viola.
Michele Cinque