POSITANO UOMO SALVATO A MARE, EMERGONO DUBBI. E´ INCHIESTA

4 luglio 2008 | 00:00
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POSITANO UOMO SALVATO A MARE, EMERGONO DUBBI. E´ INCHIESTA

La Procura di Salerno ha aperto una inchiesta sul naufragio avvenuto ai Galli, Salvato a mare, c’è l’inchiesta   a bordo è stato trovato un buco sullo scafo e i tubi di raffreddamento del motore staccati. Lo hanno cercato per una notte intera, è spuntato ieri mattina dalle parti di Capri: Mario Cavaliere, timoniere e unico occupante della barca semiaffondata mercoledì sera vicino all’isola Li Galli, fra punta Campanella e Positano, navigava sul tender di salvataggio. Si era spostato di pochissimi chilometri. La motovedetta 854 della Guardia costiera di Salerno l’ha individuato e raccolto. A terra l’uomo, un meccanico trentasettenne di Gragnano, è stato interrogato per accertare cos’è successo su quello scafo, appartenente a una famiglia di San Giuseppe Vesuviano: Giovanni, Rosario e Gaetano Ragosta. «Si è trattato di un incidente», ha dichiarato Cavaliere. La vicenda, però, presenta qualche punto oscuro. Salvatore De Crescenzo, tenente della Guardia costiera, ieri mattina segnalava alcune anomalie: «Dalla prima indagine a bordo è stato trovato un buco sullo scafo e i tubi di raffreddamento del motore staccati». E ancora: «Il nostro intervento ha evitato l’affondamento, così abbiamo potuto fare gli accertamenti». Può esserci qualche striatura di giallo, dunque, nella vicenda cominciata mercoledì. Ecco la ricostruzione operata dalla Capitaneria di porto. L’imbarcazione a motore (un semicabinato blu di circa 12 metri) parte alle 15 dal porto di Castellammare con destinazione San Marco di Castellabate. A bordo c’è solo Cavaliere. Alle 19,45 la Guardia costiera di Salerno intercetta un concitato sos: in pochi secondi una voce maschile chiede soccorso perché la barca si sta allagando al largo dell’isola Li Galli. Il segnale è debole, i contatti radio impossibili. Escono le motovedette e alle 21,10 trovano l’unità da diporto, affondata dalla parte posteriore. Intorno, nessun segno di vita. Partono le ricerche dei probabili dispersi. Lo spiegamento di forze si fa notare: oltre alle 4 motovedette impegnate nelle perlustrazioni di superficie ad ampio raggio, in zona arrivano un gommone da Amalfi e un rimorchiatore da Salerno. In cielo si muove un elicottero dell’Aeronautica. Un sommozzatore ispeziona gli interni della barca (con esito negativo) e riesce a individuare la sigla sommersa: Roma 9279D. Dalla targa si ricavano facilmente le notizie riguardanti i proprietari, il pontile di partenza e il timoniere. A quel punto l’attività diventa frenetica. A terra, vengono interessati del caso anche i carabinieri di Gragnano. In acqua, in piena notte, i marinai imbragano lo scafo – salvandolo dall’affondamento completo – e col rimorchiatore lo trainano al porto di Salerno. Qui, verso l’alba, entrano in scena anche i vigili del fuoco, che in alcune ore ispezionano la carena, agganciano la barca a due gru e la svuotano con le pompe. L’unità termina il suo viaggio in un cantiere navale lì vicino. «Sotto sequestro, in attesa di ulteriori accertamenti». confermerà il tenente De Crescenzo. Davanti alla costiera, intanto, sono proseguite le ricerche del disperso: ormai si sa che ce n’è uno. Rientrato alla base l’elicottero dell’Aeronautica, la Capitaneria chiede l’ausilio dei carabinieri e dei vigili del fuoco. Intorno alle 10,30 l’equipaggio di una motovedetta individua un uomo su un tender. Il naufrago ha solo slip e ciabatte, ma appare in buone condizioni. Gli uomini della Guardia costiera lo prendono a bordo, gli prestano una maglietta e ripartono. Destinazione Salerno.