RIFIUTI IN MILLE CONTRO LA DISCARICA DOPO LA BOMBA CARTA

13 luglio 2008 | 00:00
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RIFIUTI IN MILLE CONTRO LA DISCARICA DOPO LA BOMBA CARTA

NAPOLI – In mille sono tornati in strada per dire no alla apertura della discarica di Chiaiano. Donne e bambini in prima fila. Dalla stazione della metropolitana del quartiere alla periferia nord di Napoli hanno raggiunto la rotonda Titanic, a Marano, percorrendo la stessa strada che, tra qualche mese, faranno ogni giorno decine e decine di autocompattatori diretti all’invaso. Una protesta pacifica, con cori e striscioni. In testa al corteo padre Alex Zanotelli, il sacerdote comboniano da sempre schierato con i comitati antidiscarica.

Ma la notte scorsa sono tornate le bombe. Un ordigno rudimentale, infatti, è stato lanciato da alcuni sconosciuti contro una pattuglia della polizia ferma dinanzi al commissariato di zona. L’altra notte, invece, ad essere presi di mira, con tre ordigni dello stesso tipo, erano stati i carabinieri che presidiano l’ ingresso della cava, una volta poligono di tiro e che ora è destinata ad ingoiare oltre 700mila tonnellate di rifiuti. Atti di violenza dai quali i comitati di protesta prendono apertamente le distanze: “Quella delle bombe carta è una protesta che non ci appartiene”, ha detto Carlo Migliaccio, presidente della Commissione ambiente del comune di Napoli, tra i più fermi oppositori al progetto di apertura della discarica. Intanto, all’interno della cava i militari continuano a lavorare. Il perimetro dell’invaso è stato delimitato dal filo spinato. I varchi di accesso sono vigilati giorno e notte dagli uomini della brigata Garibaldi e tra qualche giorno saranno avviate le necessarie opere di bonifica.

Nelle cava, proprio perché è stata a lungo utilizzata come poligono, sono state riscontate evidenti tracce di piombo ed antimonio. Sul fronte politico ad accendere oggi la polemica è stata la decisione del presidente dell’Azienda speciale igiene ambientale (la società pubblica incaricata dalla raccolta dei rifiuti in città) Pasquale Losa, di rimettere il mandato nelle mani del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. “Lunedì rimetterò formalmente il mio mandato al sindaco, con la serenità di chi ha messo in campo tutto se stesso per aiutare la propria città”, ha annunciato Losa in seguito alle polemiche aperte dalle dichiarazioni del premier Berlusconi sull’insufficiente lavoro domenicale dei dipendenti dell’azienda. E all’annuncio di Losa rispondono i rappresentanti del centrodestra. Per Fulvio Martusciello, consigliere regionale di Forza Italia, le sue dimissioni “sono il primo passo verso la riorganizzazione dell’Asia.

Ora è tempo che tutti i comandati i distaccati, gli imboscati vari, ritornino a lavorare nell’azienda”. Più severo il giudizio del parlamentare della Cdl, Paolo Russo: “Il presidente dell’Asia, azienda che fornisce un servizio pessimo ad un costo altissimo, invece di dimettersi perché chiede ad ogni cittadino di Napoli, perfino ai neonati, 230 euro all’anno in cambio di nulla decide di andare via piccato solo perché il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha accusato la società di raccogliere pochi rifiuti di domenica”.(ANSA).