E’ “grave” la crisi economica e produttiva della provincia di Salerno. Per dirla come il presidente di Confindustria Salerno, Agostino Gallozzi, “la fredda logica dei numeri” boccia l’economia salernitana e dimostra la “latitanza di un progetto industriale per la provincia di Salerno”.
Stando all’indagine le previsioni relative al costo dei fattori produttivi confermano (per il 51 per cento) la tendenza all’aumento, anche se per il 42 per cento del campione preso a riferimento è possibile che non lievitino ulteriormente. Alimentare, gomma-plastica e metalmeccanico sono i comparti in maggiore difficoltà, anche in considerazione dello sforzo che sono chiamati a compiere per contenere il costo del prodotto finale.Resta molto critico il giudizio delle politiche di sviluppo adottate da Comuni, Provincia e Regione: sommando le risposte “Decisamente negativo” (36 per cento) e “Più negativo che positivo” (44 per cento) si arriva all’80 poer cento di “bocciature” ben spalmato tra i principali settori (alimentare, gomma-plastica, metalmeccanico, servizi innovativi, alberghi e turismo).
Il dato sulla qualità della vita è perfettamente coerente con l’indice di percezione della qualità della vita in provincia di Salerno che risulta “Più negativo che positivo” per il 46 per cento degli intervistati e “Decisamente negativo” per il 27 per cento: messe insieme le due percentuali arrivano al 73 per cento. Anche se fa riflettere il 25 per cento di risposte che sottolineano una valutazione decisamente positiva. Le componenti analitiche che spiccano nella composizione dell’indice negativo sono le seguenti: tenore di vita; vivibilità, efficienza burocratica, legalità e sicurezza, tutela dell’ambiente, capacità operativa della classe politica. Il giudizio è estremamente critico sia dal punto di vista dell’articolazione dei settori merceologici, che sotto il profilo della classe dimensionale delle imprese (con punte più accentuate tra le grandi aziende). Improntate alla preoccupazione — sebbene mitigata da un forte attivismo settoriale — anche le previsioni per il secondo semestre dell’anno in corso nel settore turistico. Arrivi e presenze sono segnalati sostanzialmente tra la “stazionarietà” e la “diminuzione”, mentre le politiche di sviluppo di Enti ed Istituzioni sono giudicate negative. “Aumento dei costi di produzione, diminuzione del fatturato, calo degli ordini, livellamento in basso del tasso di occupazione indicano una crisi fortissima”, sottolinea Gallozzi, “la crisi del manifatturiero e le difficoltà congiunturali di altri settori strategici sono l’indizio della più assoluta latitanza di un progetto industriale per la provincia di Salerno. E’ il momento della responsabilità di tutte le componenti istituzionali, sociali, professionali ed imprenditoriali. Occorre ripartire da un accordo complessivo sullo sviluppo della nostra provincia”, evidenzia Gallozzi, “creando le pre-condizioni minimali per lanciare una grande campagna di marketing territoriale”.