SALERNO RIVISTA ENZA BASSO, FORSE A PARMA SONU

19 luglio 2008 | 00:00
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SALERNO RIVISTA ENZA BASSO, FORSE A PARMA SONU

E’ bastata una puntata della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” per riaccendere i fari dell’attenzione sul caso relativo alla scomparsa della signora Vincenza Basso Memoli e di William Jeet Singh, il domestico indiano di famiglia soprannominato Sonu. Lunedì scorso, prima di chiudere per ferie, l’appuntamento di Rai Tre ha dedicato un ampio servizio al giallo di Cappelle: da quel momento il cellulare di Salvatore Memoli, figlio della 76enne scomparsa il 12 luglio di un anno fa, ha ripreso a squillare riaccendendo la speranza.Due le segnalazioni più attendibili giunte sull’utenza del presidente di “Salerno Solidale”. Una signora, tramite la redazione del programma di Rai Tre, ha segnalato la presenza di Sonu a Parma. Un’altra persona, invece, ha riferito di aver visto la signora Basso a Bergamo, all’uscita di un supermercato. I contatti sono stati naturalmente smistati agli investigatori che, in tempo reale, hanno provveduto ad inviare i propri uomini nelle zone interessate per appurare la veridicitá degli avvistamenti. L’indiano intercettato a Parma, però, non sarebbe Sonu, almeno secondo i primi accertamenti effettuati dai carabinieri. L’identitá del giovane, in servizio dal mese di agosto presso un’azienda del Nord, non corrisponderebbe a quella del domestico sparito nel nulla più di un anno fa. «Sono ancora in attesa dei riscontri sulla segnalazione di Bergamo – spiega Memoli – In quella zona ci sono diverse comunitá di extracomunitari di nazionalitá indiana». Non solo. L’area del Nord Italia da cui continuano ad arrivare segnalazioni, «è stata battuta dai due indiani prima arrestati con l’accusa di sequestro volontario e poi scarcerati». I due – indagati per la duplice scomparsa – avrebbero infatti soggiornato per un certo periodo di tempo nel Nord Italia prima di trasferirsi nel Salernitano. Coincidenze, che per Memoli invece sembrano contare molto. A un anno dalla scomparsa della madre, il quadro degli indizi si fa più chiaro: «Ci ho pensato più volte e ci sono tre elementi che non tornano – spiega – Innanzitutto le valigie e i cassetti della stanza di Sonu furono manomessi. Qualcuno, prima o dopo la loro scomparsa, vi ha rovistato alla ricerca di qualcosa. Secondo punto: i soldi di Sonu non sono stati mai più trovati. Eppure era un ragazzo parsimonioso ed essendo in partenza per l’India aveva necessariamente un gruzzoletto da portare a casa. Terzo elemento: le catenine di Sonu gettate tra le ceneri del camino. Chi e perchè ha voluto disfarsene?».