Maiori e Vico Equense: due comuni, uno della Costiera amalfitana, l’altro della Penisola sorrentina, accumunati da una politica di gestione delle spiagge tendente alla privatizzazione degli arenili: “attrezzati” ma di fatto trasformati in lidi balneari dove bisogna pagare sdraio ed ombrellone per farsi il bagno.
Spiaggia di Marina di Seiano, le Calcare: un tempo anche qui la spiaggia era libera, ora è occupata da lettini e ombrelloni, ed entrambi i Comuni hanno utilizzato lo stesso stratagemma di renderla una “spiaggia libera attrezzata”, che significa una cosa, ma viene poi interpretata in un altro modo.
E così, in tutti e due i comuni, tratti di spiagge libere sono passate di fatto in mano a privati.
In più, alla spiaggia le Calcare di Vico Equense (un tempo qui era rinomata la calce ricavata dai massi delle cave) – interessata anche da una forte erosione – in alcuni giorni, alle 11.08 in punto, al passaggio di una motonave Snav, arrivano anche onde anomale invadendo tutto, e mettendo a rischio soprattutto bambini e anziani, che improvvisamente si vedono travolti dalle onde (guardate le foto).
Ed ora c’è bassa marea, ma quando salirà cosa accadrà?
Immaginatevi quindi mentre prendete il sole –stretti stretti accanto ai vicini di ombrellone– e tutto ad un tratto venite immersi dall’acqua.
La scena potrà sembrare “simpatica”, ma non lo è affatto per chi a stento sa nuotare o a chi poco si regge in piedi.
Aggiungetevi poi che questa spiaggia è stata di fatto privatizzata, affidando ai due proprietari dei due chioschi (per 15 mila euro l’anno) la gestione di 1000 metri quadrati di demanio.
La delibera n 146 del 20 aprile 2007, del comune di Vico Equense così recitava: “l’eventuale noleggio di ombrelloni, di sdraio, lettini avviene giornalmente e su richiesta fermo restando che almeno il 50% dell’area in concessione e il 50% del fronte mare devono rimanere liberi da ogni tipo di attrezzatura del gestore. Inoltre le attrezzature vengono poste sulla spiaggia solo al momento della richiesta e le stesse devono essere tolte nel momento in cui il cliente non ne faccia più uso”.
Ma un’altra delibera n° 112 del 13 maggio 2008, ha apportato poi questa modifica: “Le attrezzature possono essere collocate anche in assenza o in attesa del cliente. In tal caso devono essere rispettate le seguenti distanze minime calcolate tra i paletti dell’ombrellone ovvero di altri sistemi di ombreggio, m2.5 tra le file e m 2 tra ombrelloni sulla stessa fila”.
Ma di fatto non viene rispettata, ed anzi, aumentando i bagnanti, ogni giorno cresce il disagio.
E così è facile vedere file interminabili di ombrelloni e sedie vuote, e la maggior parte delle persone abbarbicate su pietre e scogli, in cerca di un posto libero.
E’ proprio il caso di dire: Costiera amalfitana e Penisola sorrentina, mai così vicine.
da www.ecostiera.it MRS