Juventus, basta un pari per la Champions

27 agosto 2008 | 00:00
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Juventus, basta un pari per la Champions

BRATISLAVA – Dopo 28 mesi la Juventus torna nell’Europa che conta. Con il pareggio di 1-1 contro il modesto Artmedia, i bianconeri superano il preliminare e accedono alla Champions League, di cui giovedi’ prossimo si conosceranno i gironi.

Nonostante il netto 4-0 dell’andata, per i bianconeri la serata e’ iniziata con un brivido, quando Fodrek su cross di Obzera ha fulminato Buffon, punendo l’incerta difesa bianconera. Ma agli uomini di Ranieri sono bastati 13 minuti per ristabilire le distanze con un colpo di testa di Amauri, servito da Nedved, che ha praticamente concluso la partita con un’ora di anticipo. Lo stesso brasiliano aveva in precedenza colpito un palo, dimostrandosi l’attaccante piu’ pimpante della squadra bianconera.

Ranieri non aveva nascosto i suoi propositi di centellinare le forze e usare questa partita anche come una prova generale per il difficile esordio in campionato di domenica prossima a Firenze. E’ stato di parola, perche’ ha lanciato la coppia centrale di centrocampo che schierera’ appunto contro i viola, Marchisio-Poulsen. Il giovane torinese e’ stato la sorpresa positiva della serata: autorevole, deciso e preciso, maturo per giocare a alti livelli. Tra le altre note positive un Amauri ritornato al gol, che ha fatto coppia con un Iaquinta impreciso e inconcludente.

A preoccupare in chiave europea e nazionale e’ sempre la difesa, che anche contro i modesti slovacchi ha traballato nei minuti iniziali. Ancora una volta Grygera e Molinaro si sono dimostrati i punti deboli di un reparto che continua a non dare sicurezza. Non e’ piaciuto Giovinco nei 20 minuti giocati al posto di un Nedved molto positivo: l’ex olimpico si e’ smarrito in un ruolo che evidentemente non sente suo. Piu’ in generale tra le note positive c’e’ la condizione fisica della squadra, apparsa buona e il recupero di alcuni infortunati, come Camoranesi, Trezeguet (anche se non ha giocato) e lo stesso Marchisio.

Certamente per la Juventus, prima sfortunata e colpevole (due eliminazioni consecutive sotto la guida di Capello, con Liverpool e Arsenal) e poi devastata dal ciclone calciopoli, il ritorno in Europa e’ molto piu’ che una festa sportiva, perche’ significa prestigio e soldi. Ma la squadra va tutta valutata contro avversari che la impegneranno di piu’. Poco da dire sui modesti padroni di casa, partiti soltanto per fare bella figura di fronte a un pubblico civilissimo che li ha applauditi a ogni giocata, nonostante l’esito fosse scontato. Da queste parti, in uno stadio che ricorda il vecchio ‘Filadelfia’ del Torino, il calcio non e’ una ossessione, ma una festa. Ne sanno qualcosa Nedved e Grygera, di nazionalita’ ceca, accolti pero’ con applausi dai quasi concittadini, perche’ soprattutto il primo si e’ guadagnato un Pallone d’oro che non e’ facile trovare da queste parti.











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                                                                    Michele De Lucia