Napoli, per i tedeschi aggrediti

27 agosto 2008 | 00:00
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Napoli, per i tedeschi aggrediti

NAPOLI – Potrebbero essere ad una svolta le indagini sul branco che domenica notte ha violentato una turista tedesca su una spiaggia di Torre Annunziata (Napoli). Sono sotto torchio da ore i due presunti complici del figlio del superboss del clan Gionta, accusato dello stupro: si tratta di due minorenni, chiamati in causa, a quanto trapela, proprio dall’arrestato. I sospettati vengono interrogati da oggi pomeriggio, nella sede del commissariato di Torre Annunziata, in provincia di Napoli. I due, però, non sono ancora in stato di fermo.

La psicologa di 25 anni, che ieri ha denunciato di essere stata stuprata da tre uomini, ha riconosciuto e fatto arrestare il figlio diciassettenne di un superboss della camorra, in un confronto all’americana. Oggi, la donna cerca soltanto di far perdere le sue tracce: e si stringe, attorno alla coppia, un cordone di protezione e di silenzio. Il consolato tedesco non conferma neppure che i due siano effettivamente già rientrati a Rostock, in Germania, secondo l’intenzione manifestata ieri mattina.

La prudenza si spiega ricostruendo il profilo dell’ambiente da cui proviene l’unico aggressore arrestato finora: L.S., sedici anni, accusato di violenza sessuale, rapina e sequestro di persona, è il figlio di un esponente di primo piano del clan Gionta. Il padre, condannato per diversi omicidi, risulta affiliato alla camorra e alla mafia. Recentemente, nell’ottobre scorso, proprio sull’uomo si è pronunciato il gup di Palermo: il suo nome compariva nell’elenco di 16 criminali, ritenuti ‘punciuti’, dunque affiliati, ma non perseguibili per mafia, essendolo già stati per camorra.
La convalida dell’arresto di L.S. potrebbe avvenire nelle prossime ore: sul caso collaborano la procura dei minori e la procura di Torre Annunziata.

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Quello avvenuto sulla spiaggia del Napoletano è un nuovo episodio di inaudita violenza, avvenuto a pochi giorni di distanza da un analogo episodio ai danni di due turisti olandesi in vacanza a Roma. Attratti dalla sabbia nera, dal mare, dal richiamo della tranquillità, i due tedeschi avevano scelto un posto isolato che li ha traditi. I tre hanno rapinato la coppia e poi, minacciando il giovane con una pistola puntata alla tempia, a turno, hanno abusato della donna. Il cane dei due turisti è stato ammazzato perché ‘colpevole’ di abbaiare troppo.

L’epilogo scioccante di una orribile avventura è stato poi quello che è avvenuto nell’ospedale San Leonardo di Castellammare: sulla ragazza non sarebbero state trovate tracce della violenza sessuale. I medici avrebbero stilato un referto indicando soltanto le contusioni, con una prognosi di 30 giorni. La psicologa ha però sostenuto di non essere stata sottoposta a controlli adeguati, accusando di “superficialità” chi l’ha visitata: dichiarazioni che hanno fatto aprire una indagine da parte della Asl Napoli 5.

“Attendo l’esito dell’indagine che ho avviato. Sono sicuro che il personale ha operato secondo le procedure previste ma se dovesse emergere qualcosa che non è andata per il verso giusto assumerò i provvedimenti del caso”, ha commentato Gennaro D’Auria, manager dell’azienda sanitaria. “A quanto mi risulta il personale che ha operato quella notte – ha concluso – ha seguito le procedure, e ai professionisti dell’ospedale di Castellammare di certo non manca il necessario senso di umanità”.

Intanto, i turisti tedeschi hanno lasciato il nostro Paese. Lo hanno fatto ieri pomeriggio, con un volo partito dall’aeroporto di Capodichino: la donna, a chi l’ha accompagnata, ha detto solo poche parole: “Non voglio tornare più in Italia”.