Napoli. Pitture di vita. Pictures of life. Bilder des lebens.



Alla Chiesa di Santa Maria dell’Anima, di lingua tedesca, a Via del Parco Margherita n. 26, a Napoli, inaugurata una piccola esposizione aperta sino al 31 Agosto 2008.
E’ da vedere questa piccola chiesa che apre solo la domenica per la funzione, semisconosciuta agli stessi napoletani, addirittura del quartiere Chiaja ed io che sono di Chiaja non ero mai riuscita a vederla.
Il titolo dell’esposizione è “Pitture di vita” ed intende sostanziare i percorsi d’arte, di vita e di salute dei singoli operatori chiamati a raccolta, sia italiani che tedeschi.
Questa mostra vuole anche essere un omaggio a al teorico d’arte Johann Winckelmann, ai pittori Anton Raphael Mengs (Aussig, 12 marzo1728 – Roma, 29 Giugno1779) e Martin Knoller (18 Novembre 1725 a Steinach am Brenner – 24 Giugno 1804 a Milano) e il mecenate Conte Karl Firmian, anch’essi a Napoli nel 1758.
Partecipano con diverse opere i seguenti artisti: Valeria de Rienzo, l’unica italiana presente, Carola Klingenberg, Esther Kohl, Holger Weber e Susanne Tillmann, che è anche l’intelligente ideatrice-ispiratrice della mostra, con cui abbiamo conversato a lungo, grazie alla traduzione simultanea della gentilissima signora Casola, se ben ricordo.
Proprio Susanne Tillmann in un breve scritto introduce alla mostra: “Oltre un anno fa il rettore Willi Vollmer ed io abbiamo avuto l’idea di allestire una mostra a Napoli – compito non certo facile dalla Germania.
Iniziò una lunga fase organizzativa durante la quale abbiamo dovuto superare diversi ostacoli. Per questo motivo sono ancora più lieta della possibilità concessa a noi, pittrici e pittori italiani e tedeschi, di esporre nella Chiesa Cattolica di lingua tedesca i nostri quadri.
Ogni epoca ha i propri temi e stili: i nostri dipinti, però, non sono forgiati dal nostro tempo, bensì anche dai nostri percorsi di vita.
Per quanto i quadri siano così diversi tra loro, raccontano della nostra speranza, dei nostri sogni, delle nostre gioie e di ciò che ci sostiene e ci dà forza nella vita.
Forse, raccontano di paure e preoccupazioni, e, comunque, della nostra visione della vita.
Forse, voi stessi vi scoprirete qualcosa di huono.
Vi auguriamo una piacevole visita.”
Abbiamo conosciuto Willhem Vollmer, Rettore della Chiesa di Santa Maria dell’Anima dei Cattolici di lingua tedesca ed è stato squisito nell’accoglierci ed è stato perspicace ad accettare l’arte contemporanea nel luogo sacro che amministra.
Sacro e contemporaneo possono perfettamente legare; nell’arte contemporanea c’è la scintilla del divenire e la luce del futuro, che hanno in sé il nocciolo del divino, perché racchiudono il senso della vita.
Segnaliamo due artiste che più ci hanno colpito.
Susanne Tillmann, nata a Wuppertal, il 28.10.1966, vive a Colonia.
In qualità di teologa cattolica ha maturato una lunga esperienza nella cura delle anime con persone in situazioni di crisi e malattia.
Nel corso dei suoi studi ha praticato cinque anni di servizio notturno presso la missione della Stazione di Colonia ed accompagnato ammalati in ospedale; successivamente ha lavorato nella comunità di fede; da sei anni si occupa di cura delle anime ad un reparto psichiatria.
Il suo hobby per la pittura si è trasformato in una vera e propria passione, in seguito alla sua stessa guarigione da un cancro nel 2003.
Contemporaneamente, ad una formazione artistica in una libera Accademia di Colonia, ha trasposto la sua stessa storia nei suoi quadri che evocano l’anelito alla bellezza ed alla vita.
Da questo punto di partenza tutte le varie sfaccettature del vivere umano diventano contenuto nei suoi quadri: il limite e l’evasione, la stasi e il dinamismo, il leggero ed il pesante, il pieno ed il vuoto si combinano sulla tela con materiali variegati.
Saturiscono visioni molteplici che sembrano invitare a viaggi esplorativi.
Nelle piccole eleganti opere s’avvede un segnalazione informale ben equilibrata, mentre negli altri lavori ci si accorge che c’è voglia vita, ci sono segni di forza e passioni trattenute.
Nel tempo, il segno della forza lascerà il passo alla forza della materia per esprimersi compiutamente.
Nelle opere di quest’artista il tutto potrebbe racchiuso in tante piccole finestre, ma conviene allargarle queste finestre, farle spalancare al mondo ed ingrandirle per farvi entrare il mondo.
Confini e stravaganze, fermate e velocità, tenue e profondo, maturo e ripulito si abbracciano di continuo nel “concept” dell’artista ed un “fil rouge” lega quadro a quadro, immagine ad immagine; non è un intreccio di complicate sequenze, ma un racconto che non finisce mai.
Valeria de Rienzo, che s’interessa di “art therapy” con diversi corsi, si sta facendo strada ed incapsula corpi ripiegati in cantucci o in rintanate strettoie; il divenire qui è vissuto con preoccupata attesa e tutto si ripiega.
Anche il nostro corpo sembra non voler sostenere il “peso del mondo”, e teme.
Non vuole occupare spazio.
Maurizio Vitiello