VALORIZZIAMO LE TESTATE ONLINE PER GLI ITALIANI ALL´ESTERO

6 agosto 2008 | 00:00
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VALORIZZIAMO LE TESTATE ONLINE PER GLI ITALIANI ALL´ESTERO

Di Biagio (PdL): “L’informazione tradizionale non basta per gli italiani all’estero: valorizziamo le testate online”



“L’editoria moderna non può prescindere dalla navigazione online per far conoscere alle persone notizie ed approfondimenti che altrimenti sarebbero difficili da reperire nelle edizioni cartacee. Questo vale soprattutto per i cittadini italiani residenti all’estero, che non hanno edicole ad ogni angolo della strada – come in Italia – e che usano internet come primo mezzo di informazione”. Sono dichiarazioni di Aldo Di Biagio, deputato del Popolo della Libertà, eletto in Europa, che così commenta l’importanza dal web per l’informazione, in particolare quella dedicata agli italiani nel mondo.



“Internet, oramai – con la possibilità di accesso a costi contenuti, se non azzerati – è non più il futuro ma il presente dell’informazione per gli italiani all’estero. Dobbiamo valorizzare queste risorse che sono già presenti nella rete – sottolinea Di Biagio – e che faticano a decollare per l’assenza di strumenti normativi, concreti e mirati, orientati in tal senso. A tal riguardo, ritengo sia necessaria una riforma di tutto il comparto editoriale che tenga conto della forte spinta operata negli ultimi anni da internet. Del resto lo ha detto anche il sottosegretario Bonaiuti: ‘La parola d’ordine è multimedialità’, e noi siamo d’accordo con lui”.



“Tutti noi eletti all’estero – aggiunge – dobbiamo batterci strenuamente affinché l’informazione che arriva ai nostri concittadini sia tempestiva e pluralista. Per fare questo abbiamo bisogno di una riforma radicale che coinvolga anche il sistema delle provvidenze a sostegno dei piccoli e medi editori e che dunque non si limiti a sostenere e privilegiare le grandi realtà editoriali nostrane”.



“Il mio è un auspicio di una futura collaborazione da parte di tutti noi eletti all’estero che consenta un intervento mirato in tal senso”, commenta ancora. “Non può che venire da noi la proposizione di un nuovo atteggiamento delle istituzioni italiane nei confronti di questa forma di comunicazione globale. E’ verso essa che devono essere diretti gli aiuti statali e non a sostegno – o almeno, non solo – delle vecchie e consolidate strutture editoriali che talvolta utilizzano le provvidenze come principale strumento di concorrenza imprenditoriale”.