timori del Napoli erano fondati. Dopo il divieto delle trasferta ai tifosi a tempo indeterminato, preannunciato dal ministro Maroni e diventato operativo con una circolare indirizzata a tutte le prefetture e le questure d´Italia, rischia di chiudere anche lo stadio San Paolo. Lo ha fatto intendere la decisione presa ieri mattina dall´Osservatorio del Viminale, che ha imposto al club azzurro di rimandare almeno fino a lunedì la prevendita per la prossima gara di campionato in calendario a Fuorigrotta: il 14 settembre contro la Fiorentina.
«Prima bisognerà aspettare il verdetto del giudice sportivo», la comunicazione ricevuta a Castelvolturno, nel quartier generale di De Laurentiis. Assai fondato il sospetto che ci sia un´altra punizione in arrivo, per gli incidenti che i teppisti al seguito della formazione di Reja hanno causato domenica scorsa, devastando stazioni e treni nella loro marcia verso la capitale.
Il San Paolo rischia di essere squalificato: un turno a porte chiuse. Nella migliore delle ipotesi, se il giudice non infierirà, potrebbe essere consentito l´ingresso ai soli abbonati. Ma lascia poche speranze pure la presa di posizione dell´Osservatorio del Viminale, che ieri ha messo la partita contro la Fiorentina in cima alla lista delle sfide più a rischio della prossima giornata del campionato di A. Così, se non ci penserà la giustizia sportiva, sarà probabilmente il Prefetto a sbarrare le porte.
Ne è consapevole il Napoli, deciso però a dare battaglia contro una eventuale punizione da parte del giudice sportivo. «Sarebbe davvero un´assurdità. Il club è parte lesa, non certo colpevole», s´è difeso il dg Marino, contestando il criterio della responsabilità oggettiva. «È una regola del calcio ormai troppo antiquata, inventata tanti anni fa per proteggere gli arbitri dalle invasioni di campo e i giocatori delle squadre ospiti dalle aggressioni o dal lancio di oggetti. Non ha senso applicarla per incidenti avvenuti lontanissimo dallo stadio», è la tesi del dirigente, che ha sottolineato il comportamento irreprensibile della società azzurra alla vigilia della gara contro la Roma. «Abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità. La prevendita dei biglietti è stata coordinata con la questura e si è svolta nel totale rispetto delle direttive del Casms: il nuovo comitato di controllo sulle manifestazioni sportive. Durante la settimana, inoltre, ci siamo rivolti direttamente ai nostri tifosi con due appelli: uno fatto da me e l´altro dal capitano della squadra, Paolo Cannavaro. Non vedo proprio per quale motivo dovremmo meritare una punizione. Sarebbe ingiusto».
Il Napoli spera di essersi meritato almeno uno sconto, offrendo la sua piena collaborazione alle forze dell´ordine. «Nelle vecchie regole sono state inserite delle attenuanti, volute espressamente dalla Figc», si è fatto forza Marino. «Quando la società ha fatto tutto il possibile, come nel nostro caso, non è detto che la punizione debba scattare automaticamente per la sola esistenza della responsabilità oggettiva». Il grande alleato di Aurelio De Laurentiis potrebbe essere il presidente federale, Giancarlo Abete. Proprio lui, infatti, si è battuto per rendere i regolamenti meno penalizzanti nei confronti dei club, evitando che diventino così ostaggi dei teppisti. «La chiusura del San Paolo sarebbe la loro vittoria. Pagheremmo noi e il resto della tifoseria, innocente».
Marino ha sottolineato la linea ferma mantenuta in questi anni dal Napoli nei confronti dei violenti. «Mai avuto alcun tipo di rapporto con loro. Ricordo a tutti che siamo già parte lesa in un processo per minacce, per una vicenda legata ai biglietti. Il nostro club ha preferito chiudersi a riccio, anche a costo di rendersi qualche volta antipatico ai tifosi sani». Pure ieri ce n´erano una cinquantina all´esterno della sede di Castelvolturno. Sono rimasti fuori, perché l´allenamento della squadra di Reja si è svolto, come al solito, a porte chiuse. «Ma il San Paolo deve rimanere aperto. È giusto premiare il comportamento virtuoso che la società ha avuto in tutti questi anni, lavorando in un territorio molto difficile. Anche domenica scorsa eravamo allo stadio Olimpico a fare il nostro dovere. Non potevamo certo occuparci della organizzazione della trasferta, che oltretutto era già super vigilata… «.
Chiara la linea difensiva del Napoli, pronto a fare ricorso contro gli eventuali provvedimenti punitivi del giudice sportivo. A De Laurentiis ha promesso una mano anche il presidente federale, Abete. «Bisogna evitare che i club diventino ostaggi dei violenti». Linea calda, pure ieri, tra gli uffici della Figc e quelli di Castelvolturno. C´è tempo fino a lunedì per evitare almeno la squalifica del San Paolo. Fa già male il divieto a tempo indeterminato delle trasferte, che costringerà la squadra di Reja a viaggiare sempre da sola.
Michele De Lucia