Napoli, 22 set. (Apcom) – Dalle 14 di oggi sono in azione i 400 uomini delle forze dell’ordine inviati dal Viminale nel Casertano. Poliziotti, carabinieri e finanzieri che dovranno potenziare il controllo sul territorio e scovare i latitanti, soprattutto del ferocissimo clan dei Casalesi. Una giornata significativa per gli abitanti soprattutto del litorale domizio dove, lo scorso giovedì 18 sono state massacrate sette persone, tra cui sei immigrati di colore, alcuni dei quali innocenti. Ma oggi è stato anche il giorno in cui gli agenti della Squadra Mobile di Caserta hanno fermato, all’alba, Alfonso Cesarano, 30 anni, ritenuto uno dei componenti del commando che ha esploso circa 150 proiettili di kalashikov e pistole calibro 9 tra Baia Verde e la strada Domiziana, a Castel Volturno.
L’uomo, già noto alle cronache giudiziarie per associazione a delinquere e spaccio di droga, era agli arresti domiciliari in attesa del processo. Una custodia cautelare in una villetta dove abitava con i genitori e la moglie, in via Vasari, a pochi passi da dove è stato freddato Antonio Celiento, il proprietario della sala giochi. Il primo morto di quella lunga e sanguinosa notte. Sulla testa di Cesarano pesa un’accusa di strage aggravata dalla finalità mafiosa e dal metodo terroristico. Secondo gli inquirenti, che stanno ancora lavorando per accertare il motivo alla base degli omicidi, il commando avrebbe agito per compiere un’azione dimostrativa sul territorio. Una strategia del terrore per dimostrare il proprio dominio criminale sulla zona, soprattutto per il controllo del traffico di droga. Una “lezione esemplare” nei confronti di chi si oppone all’avvento dei nuovi capi dopo il vuoto lasciato da alcuni esponenti dei Casalesi uccisi oppure arrestati.
E mentre i familiari di Cesarano continuano a giurare la sua estraneità a quei fatti di sangue, si cercano altre due persone, già identificate, che avrebbero preso parte al duplice agguato. Nei loro confronti la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che sta coordinando le indagini, ha già emesso un provvedimento di fermo. Intanto il questore di Caserta, Carmelo Casabona, ha dichiarato ai giornalisti che quello di oggi rappresenta soltanto “un primo tassello di un’attività investigativa molto ampia”. E in questo clima domani il Consiglio dei ministri deciderà se inviare nel Casertano mille uomini dell’esercito.
Michele De Lucia