Caterina Murino, una stella che illumina la scena

6 settembre 2008 | 00:00
Share0
Caterina Murino, una stella che illumina la scena

A differenza di Rohmer, tuttavia, oltre appunto a scegliere ancora una volta Napoli come ambientazione, ha trasposto la vicenda ad oggi -salvo citazioni anni Sessanta nelle musiche e nei costumi- rileggendola poi in modo del tutto personale.
Incontriamo così Veronica, bellissima e concupita da tutti i maschi del quartiere in cui vive, l’avveniristico Centro direzionale progettato negli anni Novanta dall’architetto giapponese Kenzo Tange. Ha un marito che ama e che l’ama anche se passa poco tempo con lei perché vende in giro fertilizzanti. Non hanno figli, non se ne preoccupano, ma la madre di lei insiste per diventare nonna e, sospettando delle capacità del genero, lo induce a sottoporsi a un esame di fertilità. Proprio mentre l’altro apprende, con amarezza, di essere sterile, Veronica, all’inizio tutta felice, si scopre invece in stato interessante, mutando presto però la sua gioia in sgomento quando il marito, accusandola di adulterio, la pianta in asso.
Comincia allora, da parte di Veronica, una ricerca affannosissima sul possibile padre, sicura com’è di non avere avuto rapporti con nessuno, salvo una sera in cui due teppisti l’hanno aggredita, ma solo per derubarla. Che sia stato uno di loro? Un’ipotesi troppo semplice. Il finale ne riserverà un’altra curiosissima…
Pappi Corsicato si è mosso benissimo nel rappresentarci questa tragicommedia. Tra scenografie, appunto, quasi disegnate con un occhio al futuro, anche negli interni più borghesi, con colori volutamente sempre con dei toni più alti del normale, specie il blu e i rossi, portandovi avanti in mezzo la narrazione ora con toni sospesi, ora con passaggi rapidi, affidati ad una vera e propria frenesia di ritmi in cui via via finiscono coinvolti tutti i personaggi, incisi, perfino i minori, a tutto tondo, anche se con pochi tratti. Puntando sui sentimenti, dati i temi, ma anche sugli interrogativi e le tensioni, attraversati, in qualche passaggio, da punte d’ironia.
Domina tutto, come personaggio e come interprete, Caterina Murino nelle vesti di Veronica. Bella, bellissima, la regia di Corsicato le si muove attorno per esaltarne le doti; fisiche ma anche psicologiche. Quasi annullando gli altri, nonostante due si chiamino Isabella Ferrari e Alessandro Gassman.

                                                  Michele De Lucia