Intervista ad Achille Quadrini.

28 settembre 2008 | 00:00
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Intervista ad Achille Quadrini.

Intervista ad Achille Quadrini

a cura di Maurizio Vitiello.

Abbiamo incontrato l’artista Achille Quadrini a Roma, a Frosinone e a Napoli, in questi ultimi tempi, insieme all’amico fraterno Domenico Mariani, poeta e produttore teatrale. Insieme ai nostri amici Nando Romeo, regista cine-tv, e a Pino Cotarelli, critico teatrale, abbiamo conversato a lungo con lui e sulle sue ultime opere, tra cui su di una che è l’evidenza plastica del globo terrestre, realizzata in tecnica mista con inserimenti tecnologici obsoleti.

Ecco la sequenza sintetica del botta e risposta:

MV – Il Globo è un’evoluzione delle distese di tetti quale tappa artistica della tua vita?

AQ – Probabilmente sì; il Globo è il risultato di una ricerca artistica, che inconsapevolmente attinge al motivo delle distese di tetti, presenti in molti dei miei lavori. Se mi fermo a riflettere sul mio trascorso di artista, riecheggiano nella mia memoria vari periodi, tutti momenti di vita, contraddistinti da particolari tonalità e palesati in motivi ricorrenti, che mi hanno particolarmente segnato.

MV – Quale opera artistica la sostanzia meglio, e perché?

AQ – Sono molto legato alle mie opere, c’è un legame molto forte con la mia personalità e con i miei stati d’animo. Amo dipingere in serena solitudine e, forse, le opere che maggiormente mi tratteggiano e consegnano sono le tavole in legno, essenziali, ma bisognose di lenta realizzazione; istintive, e così cariche di sentimento.

MV – Quale futuro dopo il Globo?

AQ – Il Globo è una visione a tutto tondo dell’arte, ne racchiude in sé il segreto, quale mistero capace di affascinare ed entusiasmare gli uomini fin dall’antichità. L’arte si muove tutta intorno al mondo, è fluida e viscerale, spesso inafferrabile ed il compito di noi artisti sta proprio nel renderla accessibile, a portata di mano. Dopo il Globo non so ancora a cosa andrò incontro, sicuramente ad un frutto delle mie aspettative e delle mie riflessioni.

MV – Si sente gratificato dalle vendite ai privati o spera in vendite ai musei?

AQ – Sarei lusingato di poter esporre permanentemente in una struttura museale, anche se già alcune delle mie opere sono state accolte in mostre itineranti in Europa e in Vaticano. Per quanto riguarda le vendite ai privati mi ritengo abbastanza soddisfatto e ben felice di poter completare e personalizzare gli ambienti delle case di chi mi ha scelto.

MV – Quali colori darebbe alla situazione sociale attuale?

AQ – È palpabile la condizione di disagio che stiamo attraversando come società, e la pennellerei con un colore rosso vivo, intenso, ma con venature di grigio. Sono, comunque, speranzoso e fiducioso per un recupero di equilibrio, individuale e collettivo, che descriverei con l’azzurro tipico delle mie tele.

Achille Quadrini prosegue la sua ricerca nel suo studio-laboratorio e dopo i successi all’estero ha voglia di ripresentarsi al pubblico laziale e campano.

Quadrini è un artista da seguire; ha un profondo interesse per la materia, che cerca di analizzare e plasmare per contenerla nelle diramazioni ed elaborazioni visive delle sue fantasie operative.

Maurizio Vitiello