Pontassieve (FI). Caroline Gallois. Voyelles.

XVII Rassegna Incontri d’Arte
La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea
Via di Grignano 26, Pontassieve (Firenze)
a cura di Alessandra Borsetti Venier
Sabato 13 settembre, dalle 17,00 alle 22,00
Inaugurazione della mostra
Caroline Gallois:“Voyelles”
Interverrà Elda Torres
Presentazione dell’ABBECEDARIO N. 15
libro d’artista della collana ABBECEDARI PER IL DUEMILA, Morgana Edizioni, 2008
Autori: Caroline Gallois,Luciana Florise Diego Manca
Lettura/concerto “Come il battito del battere dei denti”
Testi e voce Roberta Bertozzi – musiche dal vivo Stefano Fariselli
scena Giordano Giunta – a cura di Calligraphie
La mostra resterà aperta dal 13 settembre al 31 ottobre 2008
Caroline Gallois è nata nel 1954 da genitori francesi a Saigon (Sud Vietnam). Compie gli studi a Parigi, dove nel 1974 consegue la laurea in Scienze Economiche e nel 1978 il diploma in Scienze Politiche presso l’Institut d’Etudes Politiques. Tra il 1976 e il 1977 viaggia in Asia. Studia arte, dipinge e tiene mostre in Messico dal 1979 al 1986. Si trasferisce e vive a New York dal 1986 al 1996 dove riceve dei premi per la sua produzione grafica. Attualmente risiede e lavora a Firenze.
“La pittura della Gallois è incentrata sulla tematica dello spostamento da senso a simbolo (stimolata dai suoi continui viaggi attraverso il mondo) e sulla ricerca rappresentativa piuttosto che sul significato di ciò che viene rappresentato. Una ricerca visiva, a tutto campo, una sperimentazione permanente e che ha fruttato una produzione ampia e singolare. Un percorso internazionale, un lavoro sulla luce e sui materiali attraverso l’utilizzo di tecniche particolari. Dalle opere dell’inizio realizzate ed esposte in Messico, (Mujer eterna e Imagenes en directo, 1985-’86), influenzate dai murales e caratterizzate da una chiara vena esotica, agli animali e alle biciclette, segno di una nuova svolta ecologista, dell’anno successivo (Speculum Veritatis e K.O, 1987), con la città di New York a fare da sfondo. Con l’iscrizione all’Arts Students League la ricerca si fa più “tecnica” e la sperimentazione si indirizza verso nuovi linguaggi grafici: acquaforte, cera, acquatinta, spesso mischiate contemporaneamente in una stessa lastra in bianco e nero. I quadri di questo periodo, dal 1994, sono astratti e attraversati sempre più da una vena di indagine interiore. L’ultima svolta è della metà degli anni 90, quando la Gallois si trasferisce a Firenze e comincia a sperimentare la pittura su materiali diversi e con l’utilizzo di più tecniche: linoleum, tela, carta velina, lastre di piombo, stoffa, dipinti a olio, china, tempera, acquerello, collage di immagini digitali, in una continua sperimentazione…”. Giuliano Serafini da Bersaglio mobile in Gallois, Polistampa, Firenze 2008.
Roberta Bertozzi è nata nel 1972 a Cesena. Laureata in filosofia con una tesi in storia della critica, collabora con il mensile “Poesia” e con diverse riviste letterarie. Ha pubblicato la raccolta di poesie Il rituale della neve (Raffaelli, 2003) e sempre per lo stesso editore nel 2004 la plaquette levatrice. È presente nell’antologia La coda della galassia (Fara, 2005) con la plaquette Orfeo, tutta la calce. Nel 2007 per la casa editrice peQuod di Ancona ha pubblicato il libro di poesia Gli enervati di Jumièges da cui è tratta la lettura /concerto presentata alla Barbagianna. La sua attività critica e poetica è archiviata sul sito www.interno38.it.
“Per un autore la lettura della propria opera rappresenta sempre una operazione sul tempo, un ripristino, un ripercorrere a ritroso, à rebours – un riconoscere pieno di falle e di sconcerto, di cadute e indugi. È questo l’attimo del divorzio definitivo, salvifico, dall’opera: il libro diviene un soggetto a parte, frontale, sottratto alla continuità di gestazione del momento creativo, definitivamente estraneo. Questa estraneità apre molteplici ingressi, instaura un tempo obliquo, reversibile, passibile di estrazione. Nella rilettura vi sono flussi di inversione e spostamento, di scomposizione e assemblaggio, slanci che sollevano le parole dalla loro ineluttabilità semantica, le immagini dalla loro staticità, il discorso dalla sua ortodossia sintattica, dalla sua rassicurante coerenza. Il ritorno nella voce riporta il testo, l’opera, nella sua iniziale apertura, transitoria e accidentale, storica e fortuita”.
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Stefano Fariselli, dopo aver studiato flauto al conservatorio di Pesaro, si avvicina giovanissimo alla musica jazz (sassofono tenore). A ventiquattro anni è ingaggiato da una delle più quotate orchestre italiane in Europa (Lello Tartarino) e lavora con questa in Svezia, Germania e Finlandia. A ventisette anni parte per New York dove partecipa a diverse jam session e studia con G. Coleman e P. Sanders. Si trasferisce poi a Milano dove collabora con alcuni musicisti, tra i quali W. Calloni, S. Cerri, A. Tavolazzi, P. Ghetti, M. Manzi, G. Bombardini, G. Capiozzo e P. Fariselli. Dal 1991 si dedica alla composizione e alla realizzazione di musiche per bambini (L’Albero Azzurro) e per documentari. Nello stesso anno partecipa insieme a G. Mattei, C. Fabbri e F. Petretti alla creazione del quartetto di sassofoni “Ti Sha Man Nah”, che all’attività concertistica alterna conferenze-concerto nei conservatori di Milano, Fermo, Adria e Cesena. Attualmente, oltre all’attività di musicista, compone e realizza musiche originali e arrangiamenti per progetti musicali e teatrali e svolge attività didattica in scuole private di musica.
Giordano Giunta è nato a Vercelli nel 1979 e vive a Longiano dove lavora come ideatore di prototipi in una azienda produttrice di plastica. Nel 2002 ha esposto alcune installazioni raccolte sotto il titolo di “Rond’occhi” presso la galleria d’arte “Zero” e presso la Galleria del Palazzo del Ridotto di Cesena. Nel 2003 partecipa a Vernice art fair di Forlì. Fonda nel 2003 Garageteatro, dando vita ad installazioni e performance. Realizza le scenografie e le macchine sceniche di Questa è la mia città (2002), E’ eretto (2003), Profilo (2003), Cuoiocapelluto (2004), Ma dove siete vissuti tutti quanti? (2004), Romanzato (2005), La pesanteur (2005). Oltre all’attività svolta con Garageteatro ha di recente curato per la casa editrice peQuod di Ancona le copertine della collana “Happy Hour”.
Calligraphie associazione culturale – www.calligraphie.it
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Come si arriva: La BARBAGIANNA è situata a 500 metri sulle colline di Pontassieve (FI). Da Firenze sud, seguite l’indicazione per Pontassieve e percorrete la via di Rosano oppure la via Aretina; dopo il Piazzale Ruffino, prima della Stazione ferroviaria di Pontassieve, sul lato sinistro c’è un grande piazzale con un parcheggio: seguite l’indicazione per Fattoria di Grignano e percorrete la via di Grignano sulla collina per circa 4 km. Arrivati al secondo cancello della Fattoria di Grignano, prendete la strada sterrata che dopo 50 metri e tra due cipressi entra nel bosco. Dopo circa 700 metri sarete arrivati. Vedi piantina su http://www.tuttocitta.it
Orari:la mostra è visitabile su appuntamento.
La Barbagianna Via di Grignano 24, 50065 Pontassieve (Fi) tel. 335 6676218
Morgana Edizioni Via dei Baldovini 4, 50126 Firenze – Italia Tel. 055 6811728 info@morganaedizioni.it – www.morganaedizioni.it