REGGIO CALABRIA (Reuters) – La squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato questa notte Antonio Pelle, capo del clan dei Pelle-Vottari, casata di ‘ndrangheta di San Luca contrapposta a quella dei Nirta-Strangio nella sanguinosa faida che culminò il ferragosto dell’anno scorso nella strage di Duisburg, in Germania.
Lo hanno riferito fonti investigative.
L’uomo, che ha 46 anni e nel clan è conosciuto come “la mamma”, si nascondeva nel bunker “sofisticatissimo” — come lo ha definito il capo della mobile Renato Cortese — di un’abitazione di proprietà di tre persone, finite in manette con l’accusa di favoreggiamento.
Quando si è visto circondato dai 50 uomini della mobile che hanno condotto l’operazione, Pelle si è arreso immediatamente.
Accanto al bunker, al quale si accedeva con un telecomando, gli agenti hanno scoperto una grande piantagione di marijuana, che il boss coltivava.
La faida di San Luca vede contrapposti il clan dei Pelle-Vottari e quello dei Nirta-Strangio, e da quando è iniziata nel 1991 si è lasciata alle spalle una lunga scia di sangue.
All’origine della “guerra” tra i due clan di ‘ndrangheta ci sarebbe uno sgarbo compiuto durante il carnevale del 1991 con il lancio di uova marce da un’auto. Ma gli inquirenti sottolineano che la rivalità tra i due gruppi dipende da interessi criminali — prevalentemente racket e droga — ed economici contrastanti.
Il 15 agosto dell’anno scorso per la prima volta la faida ha oltrepassato i confini italiani: a Duisburg, in Germania, sei uomini legati alla cosca Pelle-Vottari furono freddati a colpi di arma da fuoco da affiliati del clan Nirta-Strangio, secondo quanto ricostruito dagli investigatori.
Secondo gli inquirenti si trattò di una risposta alla cosiddetta strage di Natale del 2006, in cui venne uccisa Maria Strangio, moglie di Gianluca Nirta, storico capo del clan Nirta.
Gli inquirenti sono venuti a conoscenza del ruolo di Pelle grazie ad un’intercettazione telefonica in cui Achille Marmo, fratello di una delle vittime della strage di Duisburg, avvisa il “capo” della morte di sei uomini del clan.
ANSA
Michele De Lucia