BORSE, EUROPA AFFONDA IN CHIUSURA

9 ottobre 2008 | 00:00
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BORSE, EUROPA AFFONDA IN CHIUSURA

MILANO – Tornano a cadere pesantemente le Borse europee a pochi minuti dalla chiusura. Francoforte si posiziona tra le peggiori piazze e segna una flessione di 3,3 punti percentuali, al fianco di Parigi (-2,37%) e Londra (-1,29%). A livello continentale le perdite sono intorno al 2% (Dj Stoxx 600)

 “La situazione è seria, siamo sull’orlo di una recessione globale. Molti paesi avanzati sono fermi a crescita zero”. Lo afferma il direttore generale del Fmi Domenique Strauss-Kahn, sottolineando come la cooperazione è la chiave per uscire dalla crisi.
“Bisogna agire rapidamente e in modo coordinato, specialmente in Europa”, ha aggiunto. Strauss-Kahn ha quindi evidenziato le quattro condizioni per uscire dalla crisi in atto: restituire fiducia ai mercati; azioni con obiettivi chiari da parte degli stati, che devono adottare piani organici; risolvere il problema degli asset in difficolta; e soprattutto ricapitalizazione delle istituzioni finanziarie. Se non si ricapitalizza non è possile uscire dalla crisi”.

BCE, INCERTEZZA STRAORDINARIA, RIPRESA FORSE NEL 2009
Con il recente aumento delle turbolenze nei mercati finanziari l’incertezza ha raggiunto un livello ”straordinariamente elevato”, che ”rende difficile una valutazione dele prospettive economiche di breve-medio termine”. Lo scrive la Bce nel bollettino mensile, evidenziando che il calo dei prezzi del petrolio e la crescita delle economie emergenti ”potrebbero sostenere una graduale ripresa nel corso del 2009”. Un mese fa la Bce, pur rilevando rischi al ribasso per la crescita, diceva di attendersi che alla fase attuale di debolezza ”faccia seguito una graduale ripresa”.
”E’ probabile che le recenti pressioni sul sistema bancario statunitense e le turbolenze finanziarie ad esse connesse si ripercuotano sull’economia mondiale”, scrive ancora la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile di ottobre, rilevando che ”negli ultimi dati trova chiaro riscontro l’indebolimento dell’attivita’ economica dell’area dell’euro”.
”Quattro paesi dell’area euro – Grecia, Francia, Italia e Portogallo – si distinguono per non essere generalmente riusciti a rispettare le disposizioni del meccanismo preventivo nell’ultimo decennio”, evidenzia la Banca centrale, riferendosi al meccanismo del Patto di stabilita’ che imponeva agli Stati membri di perseguire l’obiettivo di medio termine di un saldo di bilancio prossimo al pareggio, o in avanzo. In un capitolo in cui passa in rassegna i dieci anni del Patto, la Bce nota anche che ”i livelli molto elevati del debito in rapporto al Pil della Grecia e dell’Italia si sono ridotti solo in misura modesta e deludente nel periodo 1998-2007”.


BERLUSCONI A ITALIANI, NON VENDETE AZIONI
“Consigliamo agli italiani di non vendere le proprie azioni, ma di mantenerle, perché tra 18-24 mesi il prezzo delle azioni tornerà ad un livello giusto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa a conclusione del vertice Italia-Romania. Quello che sta succedendo in queste settimane, ha spiegato Berlusconi, “é l’opposto della crisi del ’29: allora azienda che valevano 10, attraverso speculazioni arrivavano a valere 100, poi le azioni venivano vendute e si verifico’ un disastro che ebbe riflessi terribili sull’economia reale”. Oggi, ha sottolineato, “abbiamo aziende che funzionano molto bene, che producono utili, come Enel ed Eni e c’é una borsa che è staccata dalla realtà, a causa del panico che si é scatenato, le azioni vengono valutate meno del loro valore reale.

MUTUI: IN ITALIA NESSUNA ANOMALIA
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, in audizione alla Camera sulla crisi dei mutui, ha escluso particolari anomalie in Italia.Tremonti ha sottolineato che il dl del governo e’ stato fatto ‘in tempo e in linea con la Ue’ e che in Europa e’ stato ‘coordinato tutto il possibile’. Ha assicurato il rispetto del patto di stabilita ed ha negato fallimenti delle banche, che hanno capitalizzazione sufficiente. Ha infine ringraziato l’opposizione ‘per l’attenzione all’attivita’ di governo’.Per il ministro, la scelta di fare una Finanziaria ‘triennale’ ‘che alcuni hanno considerato una forzatura’ ha consentito la ‘messa in sicurezza e per tempo dei conti pubblici’. Ha evidenziato che ‘il risparmio e’ un bene pubblico’, assicurando che ‘se sara’ necessario fare interventi, useremo il decreto che e’ stato fatto nella logica della precauzione’. Ha quindi assicurato che i possibili interventi saranno fatti ‘caso per caso’ e nella ‘logica del quanto basta’, senza cifre predeterminate e senza l’intenzione da parte del governo di entrare nel capitale degli istituti ma attraverso ‘azioni privilegiate senza intervento diretto’. ha infine negato la possibilita’ di sostegno ai manager che hanno sbagliato nella gestione.

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                                                      Michele De  Lucia