WASHINGTON – Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha firmato il piano per salvare l’economia americana. “Abbiamo mostrato al mondo che gli Stati Uniti stabilizzeranno i nostri mercati finanziari e manterranno un ruolo di leader nell’economia globale”. Lo ha detto il presidente Usa, George W. Bush, in una dichiarazione alla Casa Bianca dopo l’approvazione da parte del Congresso del piano per salvare i mercati finanziari dalla crisi in corso.
La Camera dei rappresentanti Usa ha dato il via libera al superpiano da 700 miliardi di dollari (più sgravi per 150 miliardi), per arginare la crisi dei mutui. La presidente di turno della Camera ha annunciato che il piano è stato approvato con 263 voti a favore e 171 contrari. La maggioranza necessaria era di 218 voti. Una prima versione del piano era stata bocciata a sorpresa lunedì dalla stessa Camera. Mercoledì sera, ad ampia maggioranza, il Senato aveva dato il via libera ad una nuova versione del piano, al quale erano stati aggiunti sgravi fiscali per un valore di 150 miliardi di dollari, per conquistare l’appoggio dei deputati più riluttanti.
Il nuovo piano non suscita l’entusiasmo degli operatori, scettici sul fatto che la nuova versione sia sufficiente a far ripartire l’economia americana, che mostra segni evidenti di rallentamento anche a causa della sempre più scarsa disponibilità delle banche a prestare denaro. Con i rubinetti del credito chiusi, un crescente numero di famiglie fatica ad ottenere finanziamenti, così come le piccole imprese, rallentando di conseguenza i consumi, motore dell’economia statunitense rappresentando i due terzi del Pil. La crisi finanziaria ha contagiato l’economia reale, spingendo gli Usa sull’orlo della recessione.
E’ in questo contesto che gli operatori danno ormai per scontato un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed già in ottobre. I futures sui tassi indicano che le probabilità di un ribasso di mezzo punto del costo del denaro nella riunione del Fomc di ottobre sono salite al 92%. Il restante 8% accredita un taglio di 75 punti base. Ad avvalorare la tesi di un calo del costo del denaro sono giunti oggi i dati sull’occupazione: a settembre i posti di lavoro persi sono stati 159.000. Il tasso di disoccupazione è salito al 6,1%, ai massimi degli ultimi cinque anni.
NEW YORK – Wall Street incassa il via libera del Congresso al piano salva-finanza rivisitato e le rassicurazioni del Tesoro e della Fed. Ma non lo fa festeggiando: i guadagni accumulati nella prima meta’ di seduta vengono rapidamente limati, con indici altamente volatili che chiudono in negativo, con il Dow Jones che cede l’1,50%, il Nasdaq l’1,48% e lo S&P 500 l’1,35%. Ferma durante le operazioni di voto alla Camera, con gli occhi di tutti gli operatori puntati sugli schermi, la borsa americana non sembra entusiasta del progetto rivisto che potrebbe rivelarsi non sufficiente a risolvere i problemi, soprattutto per l’economia reale che appare sempre piu’ sull’orlo della recessione. Ed e’ proprio quest’ultima a preoccupare maggiormente e a pesare sugli indici. Plaudano all’approvazione il presidente della Fed, Ben Bernanke, e il segretario al Tesoro, Henry Paulson, che, dichiarandosi ”grato” del via libera, assicura un’azione rapida. ”Si e’ dimostrato l’impegno del Governo a sostegno dell’economia e del suo rafforzamento. Il progetto rappresenta – afferma invece Bernanke – un passo critico verso la stabilizzazione dei nostri mercati finanziari. La Fed continuera’ a lavorare a stretto contatto con il Tesoro nell’intraprendere le nuove iniziative: continueremo a utilizzare tutti i poteri a nostra disposizione per mitigare le distruzioni sul mercato e promuovere un’economia solida e vibrante”. Ed e’ proprio sulle future mosse della Fed che il mercato scommette e trova conforto: gli investitori puntano a un taglio a breve del costo del denaro in seguito al susseguirsi di indicazioni congiunturali negative. L’ultima e’ giunta oggi: a settembre sono stati persi 159.000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione e’ salito al 6,1%, ai massimi degli ultimi cinque anni. I futures sui tassi indicano che le probabilita’ di un ribasso di mezzo punto del costo del denaro nella riunione del Fomc di ottobre sono salite al 92%. Il restante 8% accredita un taglio di 75 punti base. Il piano, gia’ firmato anche dal presidente George W. Bush, non suscita l’entusiasmo degli operatori, scettici sul fatto che la nuova versione sia sufficiente a far ripartire l’economia americana, che mostra segni evidenti di rallentamento anche a causa della sempre piu’ scarsa disponibilita’ delle banche a prestare denaro. Con i rubinetti del credito chiusi, un crescente numero di famiglie fatica ad ottenere finanziamenti, cosi’ come le piccole imprese, rallentando di conseguenza i consumi, motore dell’economia statunitense rappresentando i due terzi del Pil. La crisi finanziaria ha contagiato l’economia reale, spingendo gli Usa sull’orlo della recessione.