DUE TRAM SI SCONTRANO A MILANO, 25 FERITI

14 ottobre 2008 | 00:00
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DUE TRAM SI SCONTRANO A MILANO, 25 FERITI

MILANO – “Mi sono trovato improvvisamente in curva, non mi sono accorto di nulla, poi l’impatto”. Mario M., 34 anni, è il conducente del jumbo che questa mattina si è scontrato con un altro tram più piccolo a Milano: il bilancio é di 25 feriti, nessuno dei quali grave. Il conducente del jumbo, uno di quelli verdi e moderni in circolazione da pochi anni, è ancora in stato di shock, appoggiato a un’auto di servizio dell’Azienda trasporti milanese, che ultimamente ha contato diversi incidenti nei quali sono stati protagonisti i mezzi pubblici.

E’ pallido, con una piccola striscia di sangue sulla manica sinistra. Si tormenta di continuo le mani: ha visto il suo pesante mezzo centrare quello che veniva nell’altra direzione “senza potere fare nulla”, aggiunge l’autista, che lavora da più di dieci anni all’Atm. Il risultato è che i due tram si sono incastrati l’uno nell’altro. Quasi certamente, secondo quanto dichiarato a caldo dall’azienda controllata dal Comune, per uno scambio che “é rimasto aperto”. Cioé in posizione errata, costringendo d’improvviso il jumbo a svoltare verso il centro della città. In effetti il semaforo per tram, in gergo ‘lanterna’, posto da circa un anno sui fili elettrici, a due ore dallo scontro segnava direzione a sinistra, mentre avrebbe dovuto dare un’indicazione di proseguimento dritto. E tra viale Bligny e via Ripamonti, sulla cintura delle circonvallazioni meridionali che racchiudono il centro storico della città, a due passi dall’Università Bocconi, è stato un mattino di paura.

Non erano ancora le nove e mezza: subito dopo il violento urto, secondo diverse testimonianze, dai mezzi incastrati si è levato un po’ di fumo, con le porte del tram più vecchio che non si aprivano. “E’ durato almeno un minuto – racconta il tabaccaio che si trova proprio all’angolo dove è avvenuto l’incidente – e i passeggeri battevano su vetri e porte per farsi aprire: sono stati attimi di paura anche per chi assisteva, impotente, dall’esterno”. L’Atm non conferma né smentisce che uno dei due autisti potesse parlare al telefono al momento dell’incidente, ipotesi circolata senza alcuna testimonianza diretta tra i molti curiosi che si sono fermati sulla scena dello scontro. “E’ vero che a volte i nostri conducenti – afferma un portavoce dell’azienda – si trovano al telefono mentre guidano, ma lo fanno autorizzati, su nostra indicazione per tenersi in contatto con la sala operativa”.

“Poteva andare molto peggio”, afferma un giovane passeggero, che si tiene il ghiaccio alla testa: il jumbo, i cui primi modelli consegnati avevano il brutto vizio di uscire dai vecchi binari della città, una volto ‘estratto’ dall’altro tram mostra il parabrezza completamente distrutto, anche se non divelto, e almeno un metro di carrozzeria mancante. Ma ancora peggiori sono le condizioni del tram colpito: assai vicino alla posizione del conducente, circa cinque metri di pesante lamiera di ferro sono rientrati di almeno un metro, con i finestrini completamente distrutti. “Le cause dell’urto possono essere attribuite al malfunzionamento dello scambio o a un errore umano”, afferma il direttore generale Operazioni dell’Atm, Roberto Massetti. Secondo una nota dell’azienda, distribuita nel pomeriggio, “i primi test hanno confermato l’efficienza del sistema scambio-semaforo, che tra l’altro è di nuova generazione ed è dotato di tre livelli di sicurezza. Al controllo a vista, si aggiunge infatti un binario per la svolta, che instrada i tram prima dell’incrocio e un semaforo specifico che evidenzia ai conducenti il senso di marcia nel quale stanno viaggiando”. “Non ci si aspetta di uscire di casa prendendo il tram e trovarsi poi così”, aggiunge una ragazza con un leggero trauma cranico stesa a terra e avvolta da una coperta termica, circondata da una decina di telecamere.



















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                                        Michele De Lucia