





La sedia che oggi il Papa ha usato a Pompei è stata interamente restaurata da un artigiano di Positano in Costiera Amalfitana Questa informazione non poteva essere rivelata prima di oggi per ovvi motivi di sicurezza, in quanto la sedia è stata nei giorni scorsi, nella sua bottega a S. Agnello vicino a Sorrento Il Falegname nostrano, Ferdinando Parlato e suo Figlio Crescenzo sono stati contattati dalla curia per questo delicato lavoro di restauro. Diciotto giorni di intenso e certosino lavoro per restituire splendore e lucentezza alla sedia papale custodita presso la basilica di Pompei e utilizzata domenica dal Pontefice durante la celebrazione religiosa. Tanto è durata l’attività di restauro condotta da un artigiano di Positano a cui la curia arcivescovile si è rivolta a fine settembre per rimettere a nuovo in tempo utile il trono su cui si sarebbe poi seduto Benedetto XVI. Ferdinando Parlato e suo figlio Crescenzo, artefici del delicato lavoro di ristrutturazione, si sono Così chiusi giorno e notte nella bottega di via Maiano, un antico borgo di Sant’Agnello alle porte di Sorrento, per realizzare il difficile restauro che ha interessato anche la ricostruzione di alcune parti lignee completamente mancanti. Ferdinando Parlato, appartenente ad una famiglia di falegnami, ha da tempo intrapreso l’attività di restauratore che ha perfezionato a Firenze dopo aver acquisito nella bottega di Positano, oggi trasformata in laboratorio di ceramica condotto da sua moglie, le tecniche di falegnameria tramandate da ben cinque generazioni. E tra i lavori più significativi figura anche il restauro della sacrestia monumentale della basilica di Sant’Andrea delle Fratte a Roma. A seguirlo in quest’avventura suo figlio Crescenzo di appena 21 anni e un diploma di restauro conseguito a Sorrento, che lo ha coadiuvato nell’ultimo delicato lavoro. «E’ stata una emozione vedere il Papa seduto sul trono che abbiamo restaurato in questi giorni – confida il maestro artigiano Ferdinando Parlato – Ma soprattutto sapere che l’inginocchiatoio realizzato ex novo resterà per sempre un accessorio di quella sedia». Il restauro della sedia, datata 1700 e di stile Luigi XV laccata in oro zecchino, è cominciato con il ripristino dei pezzi mancanti: una foglia nella parte sinistra e un’ala di un putto. «I pezzi sono stati intagliati a mano e rifiniti con la stessa doratura del resto della sedia – spiega Ferdinando – E dopo la disinfestazione dai tarli, si è passati alla pulitura dell’oro e alla rimozione della vecchia patina su di esso, eseguita a tampone. La fase successiva ha riguardato, invece, la reintegrazione dell’oro zecchino mancante o ossidato, ovvero circa il 40 – 50% della superficie totale, con foglia d’oro 22 carati, usando la tecnica del guazzo». Ma non è tutto. Già, perché il lavoro di restauro, documentato sia fotograficamente che attraverso una relazione consegnata alla Curia di Pompei, è stato completato con la sostituzione del velluto. Allegate immagini della sedia e di alcune operazioni di restauro (V.F.)