Napoli. Ricordo di Enrico Gambardella

Abbiamo avuto la possibilità di vedere allo Studio di Arte e Cultura “Gamen”, a Napoli, la retrospettiva, presentata da Rosario Pinto in catalogo, di Enrico Gambardella, signore napoletano che negli ultimi anni aveva con discontinuità lavorato nel campo dell’arte, ma che aveva avuto successo e notorietà, soprattutto, negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta con partecipazioni a rassegne e manifestazioni di altro profilo.

Ci ha fatto piacere, tra l’altro, vedere, tra i tanti “addetti ai lavori” presenti, anche Armando De Stefano, maestro napoletano di fama.

Ricordiamo perfettamente Enrico Gambardella, che non perdeva una mostra ed è stata simpatia ed amicizia immediata tra noi, ed ora che non c’è più ci fa piacere sapere che la famiglia gli ha dedicato uno spazio stabile per raccogliere le sue opere, che vanno dall’espressionismo calibrato da urgenze cromatiche a motivi astratti con silhouettes cangianti, sino a vene informali, o da composizioni di rigore post-Novecento a post-surrealismi.

Insomma, Enrico Gambardella ha dedicato tempo alla figurazione che ha stravolto in espressionismi capaci di captare movimento, luce e potenza, ad esempio dei corridori, come a filigranare paesaggi mediterranei o a rifinire presenze arcaiche con tagli di sapore di un Novecento rivisto e ridettagliato.

Sempre il senso della realtà ha dominato le scene che andava a precisare l’artista scomparso.

Le tessiture di un reale rivisitato sono state sempre ben impostate con saggezza ritmica dalla mano di Enrico Gambardella, artista da non dimenticare, che ha fatto parte della storia della pittura napoletana a partire dagli anni Cinquanta, quando collaborava al “Tartufo” con raffinate e gioiose vignette satiriche.

Sicuramente, nel prossimo futuro, con altre mostre si potranno conoscere ed approfondire i vari segmenti operativi della produzione artistica di Enrico Gambardella e, così, si potrà meglio definire la sua partecipazione al mondo dell’arte.

Maurizio Vitiello