Napoli. Teatro Troisi. Patrizio Rispo e Mario Porfito in scena.




Da Giovedì 23 Ottobre 2008, alle ore 21.00, al
TEATRO TROISI Via Leopardi 192 Fuorigrotta (Rione Lauro), Napoli
PATRIZIO RISPO e MARIO PORFITO
in
“SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA”
di Ray Cooney
Regia di Stefano Amatucci
con MIMMO ESPOSITO
e con la partecipazione di GEA MARTIRE
Disegno Luci: MARIO ESPOSITO
Scene: FRANCESCO FELACO
Costumi: ANTONELLA MANCUSO
“Da una nota teatrale si legge: “SE DEVI DIRE UNA BUGIA, DILLA GROSSA”, con il titolo originale “Two into One”, ha debuttato allo Shaftesbury Theatre di Londra diretto dallo stesso Ray Cooney, autore ed attore inglese contemporaneo, maestro di intrecci efficaci, costruiti su accadimenti della vita quotidiana, che, talvolta, anche nella realtà, assumono sviluppi paradossali.
La commedia è ambientata in un albergo di lusso, dove il gioco delle porte ha facile presa, e dove l’incalzare della trama, densa d’equivoci e colpi di scena sempre più fitti, rende la vicenda ricca di divertimento e situazioni paradossali che stimolano la risata del pubblico.
Cooney ha scritto questa farsa usando tutti i trucchi, i colpi di scena, le gags, gli effetti speciali, gli equivoci, i battibecchi, i rossori, gli spaventi, gli armadi, i letti e le vestaglie del teatro nato per far ridere pur specchiandosi nei vizi e nelle ipocrisie della società che ci circonda.
Questa edizione della commedia, che in Italia ebbe come primo protagonista Johnny Dorelli, vede di nuovo in teatro insieme una coppia di attori affiatatissima, come già il pubblico televisivo, di cui entrambi sono beniamini, ha avuto occasione di apprezzare: Patrizio Rispo e Mario Porfito.
Su “SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA” il regista Stefano Amatiucci segnala quanto segue: “Il demiurgo, il protagonista, il burattinaio di questa commedia BRILLANTE è “La Porta!. Grandi porte che si aprono e si chiudono. Un meccanismo che permette ai nostri personaggi di giocare, nascondersi, svelarsi, scappare, mentire. Diventando di volta in volta vittime, carnefici e ancora vittime e ancora carnefici. Un meccanismo teatrale che non deve dare adito al pubblico di pensare, riflettere ma accettare e credere quanto accade. Un gioco nel gioco, una finzione nella finzione. Un vortice che stordisce, rapisce, diverte. Un gioco leggero, brillante, paradossale e per questo sospeso nel cielo azzurro con soffici nuvole bianche. Perché quello che accade non sta né in cielo né in terra. Grandi porte che scorrono da un lato all’altro della scena trasformando di volta in volta lo spazio in hall, stanze, corridoi del Palace Hotel dove è ambientata l’intera vicenda. Oggetti ridotti all’essenziale, un’assenza totale di arredamento. Due valigie vengono usate come divano e tavolino a seconda del bisogno. Segni, solo dei segni: tutto è finzione. La messa in scena non realistica, prevede una caratterizzazione grottesca di alcuni personaggi che si muovono in un’ambientazione evocativa senza reali limiti di spazi, delimitati da un gioco di luci e ombre. Dunque le evocazioni e le suggestioni che ho ricercato non vengono identificate in epoca o costumi stabiliti riferendosi a vizi del genere umano sempre esistiti e che sempre esisteranno (corruzioni, ipocrisie, tradimenti, cattiverie, ecc..).
L’Onorevole Demitri, infatuato di una bella ragazza che lavora alla FAO, vuole concedersi un’avventura. Per riuscire nell’intento, si fa aiutare dal segretario Mario Girini il quale, suo malgrado, viene coinvolto in un vortice di situazioni incredibili che, come uno scoppiettante fuoco d’artificio, muovono tutti i personaggi della commedia. Un finale di mia invenzione, non previsto dal testo, rivela quella che io ritengo sia la vera anima dei nostri personaggi.”
Patrizio Rispo e Mario Porfito, quest’ulitmo nella foto in alto a sinistra, con sgargiante pullover, fanno coppia comica.
I due si stimano, si apprezzano e s’intendono; insomma, sono una ben assortita coppia teatrale.
La commedia è da vedere, è da gustare.
Succede di tutto e di più con il giuoco degli equivoci e tutto ciò che è teatrale viene inseguito, incalzato e reso con ritmo ed impegno.
Spettacolo da non mancare, anche per apprezzare lo sforzo del nuovo “Teatro Troisi”.
Maurizio Vitiello