Sesso in cambio di un lavoro: il 64% ha detto si

8 ottobre 2008 | 00:00
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Sesso in cambio di un lavoro: il 64% ha detto si

Decine di curriculum inviati senza ottenere risposta e stage che non portano a nulla. Nonostante la preparazione di molti giovani il mercato del lavoro sembra inaccessibile. Arriva il senso di sfiducia  e, per provocazione o puro bisogno, si può decidere di offrire il proprio corpo in cambio di un contratto a tempo indeterminato: “Mi offro per prestazioni sessuali, in cambio di un posto di lavoro fisso! A persone distinte e abbastanza influenti, sia donne che uomini. Ho 45 anni…” è l’annuncio che un motore di ricerca ha pescato dalla bacheca Kiji di Bergamo. Ma l’offerta non è isolata e mette in evidenza il disagio, le difficoltà e a volte la disperazione di chi cerca di trovare una collocazione nel mondo del lavoro: quante sarebbero le persone veramente disposte a barattare il proprio corpo con un lavoro o un avanzamento di carriera?

Hanno dichiarato di aver ricevuto delle avances in cambio di un lavoro il17% degli utenti che hanno partecipato all’inchiesta di Studenti.it. Di questi l’11% -ovvero il 64% di coloro a cui è stata fatta la proposta-  ha accettato lo scambio. Solo il 6% ha rifiutato.

Il 39% non ha mai ricevuto una proposta del genere ma ammette che, se gli fosse stata fatta, avrebbe acconsentito. Il 42%, infine, è categorico e dichiara di non aver mai ricevuto avances in cambio di un lavoro e se anche fosse accaduto non avrebbero accettato.



Collaboravo con una testata giornalistica e mi piaceva tanto il mio lavoro che svolgevo con grande passione e piacere – racconta Gaia- fino a quando il mio capo dopo varie molestie e richieste ha fatto di tutto per buttarmi fuori, visto che non ho esaudito i suoi desideri personali. Credetemi per me è stato bruttissimo, non tanto per la questione economica ma il disastro psicologico che ne deriva. Oggi è assai difficile trovare un lavoro, figuriamoci poi riuscire a fare ciò che più ci diletta, io avevo trovato la mia dimensione con il giornalismo ma è bastato un capriccio altrui a smontare tutti i miei sogni e le mie capacità. Purtroppo c’è da dire che tra donne non c’è alcuna solidarietà anzi sono sempre di più le donne che sono disposte a tutto per la carriera o anche solo per lavorare e i nostri cari uomini sfruttano in tutto e per tutto il loro potere. Diciamo che si tolgono vari sfizi.Del resto la frase tipica è :”O così o niente, sai quante sarebbero pronte al posto tuo???”. Che dire io sono tanto delusa, perché altro che meritocrazia, oggi non interessa a nessuno che tu sai fare qualcosa, conta altro“.job meeting

Sono rimasta a casa dal lavoro proprio x non aver ceduto” – scrive Francesca– “o meglio, non mi è stato rinnovato il contratto perchè non mi sono concessa al nostro sm, responsabile della selezione e dell’assunzione del personale… Ero davvero brava nel mio lavoro (commessa),mai un errore in cassa,negozio pulito,clienti soddisfatti e io con la certezza di avere dei soldi per l’università… un giorno, con una battutta molto chiara mi ha proposto di concedermi ma io,rabbiosa,gli risposi che non mi andavano certe cose..alla fine,le mie colleghe hanno avuto il rinnovo (e so per certo che hanno avuto rapporti col cAPO) e io invece sn rimasta a casa.non mi pento di ciò che ho fatto,mi fanno schifo e donne che si concedono per un posto:non esiste nessun tipo di problema che lo consenta! Io avrei potuto, dato che ho molti problemi finanziari e deo pagarmi da sola l’uni…ma non l’ho fatto e ora anche se arranco e a volte son giù non me ne pento..spero solo di che il destino mi dia ragione…

Karen: “L’aeroporto nella mia città ad esempio è una casta chiusa. Impossibile accedere se non hai amicizie fortissime in politica, a me è stato proposto un caffè e un paio di complimenti, ma mi si offriva solo un lavoretto di promoter all’interno del terminale, con la prospettiva che poi si fanno amicizie e si può “salire di grado”. Pazzesco. Ovviamente non ho voluto saperne nulla, continuo a sperare che in futur cambi qualcosa“.

Ma c’è anche una realtà opposta: Purtroppo vi è una realtà che non viene descritta, quella all’inverso dove sono le candidate al posto di lavoro che si fanno avanti anche in modo molto esplicito che sarebbero disposte a donare gli organi e quindi darmela pur di lavorare“, scrive un anonimo datore di lavoro.

Tra gli intervistati c’è chi pensa che sia un problema morale, un problema di valori, c’è chi è convinto che tutti abbiano un prezzo e chi, al contrario, ritiene che si debba salvaguardare la propria dignità a qualunque costo.
Tutto è commensurato e commensurabile e quindi acquistabile” – scrive Carlo-  “Mi chiedo se davvero la prostituzione dei corpi, delle idee e dei valori abbia raggiunto un punto di non ritorno ovvero che sia normale vendersi e vendere anche l’anima come se fosse una cosa normale. Ma noi siamo davvero in vendita? Ci valutiamo a peso a cosa? E con gli sconti come la mettiamo?
fonte: studenti.it                      
                                                                    Michele De Lucia