Tre volte Denis, il Napoli fa festa e si prepara alla trasferta di Milano

30 ottobre 2008 | 00:00
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Tre volte Denis, il Napoli fa festa e si prepara alla trasferta di Milano

Svetta quel testone biondo nella tredicesima notte del San Paolo. Gustavo German Denis pianta di nuovo la bandiera azzurra in cima alla serie A. Con due gol subito e uno nella ripresa, indirizza l´ennesima vittoria nelle gare serali: 3-0 a una informe Reggina. Dal 26 settembre 2007 a ieri sono dieci i successi in campionato, tre in Coppa Uefa. Il tredicesimo in poco più di un anno.

Una implacabile puntualità che riaccende la festa a Fuorigrotta, in un mercoledì segnato da troppe nubi. Non solo pioggia, anche il coreografico ritorno degli Ultras nelle curve dopo tre turni di chiusura rabbuia De Laurentiis, gli striscioni gli segnalano un deficit di solidarietà del club, un silenzio che il tifo organizzato forse non si aspettava dopo le controverse sanzioni sportive per i disordini mai ben chiariti di Roma-Napoli del 31 agosto.

Come un´eclisse anche un calo di tensione nei riflettori lascia in semioscurità la partita. Gli amici della tribuna vip regalano una battuta a De Laurentiis: poco importa se il Comune ha un impianto scarso, presidente, qui fa luce Hamsik. Niente di più vero. Con il suo lucido altruismo consente a Denis di scavalcarlo: con cinque reti ora è lui il primo bomber del Napoli. Nel formidabile Napoli delle sorprese c´è anche questa. Se Denis è davvero quello di ieri, i trionfi cominciano al mercato. La società con Marino non sbaglia un colpo.

L´ultimo posto della Reggina si legge nella formazione. La peggiore contro la prima in classifica. Cede a tutta la sua mestizia. L´allenatore, noto solo per essere quello pagato peggio in serie A, appena 150 mila euro l´anno, un centinaio di volte meno di Mourinho, si abbandona a uno stratagemma ormai retrodatato. Una pretattica di insano provincialismo. Lascia che sia annunciata la presenza di un ventenne interessante come Di Gennaro, nel ruolo di trequartista, per poi allestire un plotone di centrocampisti. È una folla confusa alle spalle di Corradi unica punta, consegnato alle cure di Cannavaro, più concentrato nella serata del rientro in formazione, un altro giocatore ritrovato.

Nella fase passiva del gioco, quando dovrebbe contenere il Napoli, il centrocampo della Reggina così folto ha tutti i limiti di una costruzione massiccia, quindi rigida, per niente elastica. I reparti richiedono meccanismi rapidi. La Reggina ha tutto tranne quello che serve per arginare un Napoli a pieno regime: il ritmo. È un gioco far crollare questo cumulo di mattoni, messo uno sull´altro come nella più goffa delle trincee, soprattutto se brillano subito le lame di un campione. Ha ritrovato la sua migliore condizione. Hamsik sa infilarsi come un laser nei piccoli spazi.

E questa è ancora una volta la sua serata. Viene da chiedere al troppo dimesso Orlandi: che senso ha un centrocampo a sei davanti a una difesa a tre, se i giocatori del Napoli corrono tanto e si incrociano e si inseriscono dove e come vogliono? Non solo, perché infilare tanti centrocampisti, e in quella fascia di campo lasciare che Gargano scuotesse la Reggina, correndo dissennato e pericoloso come un dobermann senza collare?

Hamsik fin dai primi minuti gioca con la vittoria in tasca. Lo si vede subito. E interpreta nel suo ruolo non solo il piano classico di Edy Reja, ma rimarca la qualità della sua scelta più difficile. Ha preferito Denis a Zalayeta, trascurando le indicazioni della partita con la Lazio.

Saggia decisione: meglio far giocare Denis perché questa partita richiedeva forza d´urto, quindi la potenza del gigante argentino. Era prevedibile infatti un Napoli molto più avanti che domenica scorsa, e gli incursori Maggio, Lavezzi e Hamsik avevano bisogno di un punto di riferimento avanzato, piuttosto che di un attaccante mobile come Zalayeta.

Tutto come previsto, ancora meglio valutando la felice vena dei giocatori chiave. Tocca proprio ad Hamsik, talento dalla forma opaca negli ultimi tempi, offrire a Denis opportunità irrinunciabili. I due gol dell´attaccante finora in chiaroscuro rimuovono ogni ostacolo davanti al Napoli, che può distendersi in spazi larghi comprimendo gli avversari. La Reggina nella sua poderosa ma piatta formazione è invece penalizzata anche dal fondocampo: molliccio e viscido non aiuta certo chi deve attaccare su lunghe traiettorie, partendo da lontano. Corradi si sgola come un naufrago perché qualcuno lo soccorra, gli si porti accanto, ma è disperatamente solo con la sua rabbia.

Troppo tardi, quando la Reggina ci ripensa. E inserisce Di Gennaro. Il Napoli è ormai incontenibile, Reja che ha presentato una squadra in gran forma appena tre giorni dopo la logorante vittoria esterna sulla Lazio, può far giocare anche Aronica a sinistra.

Si rivede anche se solo a tratti una difesa a quattro, assetto che l´allenatore evidentemente non trascura. Ma soprattutto Reja può ritirare Lavezzi, dopo una notte di sfrontata allegria. Meglio non esagerare: c´è il Milan che aspetta il Napoli domenica. Ragazzi, anche a San Siro si gioca di notte.
                                              Michele De Lucia
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