Ue: no al fondo anticrisi. Si muove la Bce

8 ottobre 2008 | 00:00
Share0
Ue: no al fondo anticrisi. Si muove la Bce

LUSSEMBURGO – Il Fondo monetario internazionale ha tracciato un quadro a tinte fosche della crisi parlando di un «terremoto senza precedenti» che costerà 1.400 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti la Fed, attraverso il presidente Ben Bernanke, si è detta «pronta a valutare se l’attuale orientamento di politica monetaria può essere considerato ancora appropriato», aprendo di fatto la strada a un nuovo taglio dei tassi ma al quale Wall Street non crede cedendo oltre il 5%. Si è mosso anche il presidente americano George W. Bush, che ha chiamato Berlusconi, Sarkozy e Brown e si è detto disponibile a un vertice dei Paesi industrializzati sulla crisi. È stato poi lo stesso Berlusconi, in serata, a ipotizzarlo: «Ne ho parlato con Bush e non ci sono motivi per escluderlo». «Oggi ho parlato con anche Putin e altri leader della crisi finanziaria internazionale – ha aggiunto -. Stiamo tutti guardando e tutti devono essere presenti per evitare il panico».

ECOFIN – L’Ecofin ha bocciato l’idea di istituire un fondo Ue per salvare le banche, sostenuta da Francia, Italia e Olanda. Ma i 27 ministri delle Finanze europei riuniti in Lussemburgo hanno raggiunto un accordo per innalzare da 20 mila ad almeno 50 mila euro la soglia minima di garanzia dei depositi bancari in caso di fallimento di istituti di credito europei. In molti Paesi, però, la soglia prevista sarà di 100 mila euro. «Conoscendo un po’ l’Europa, questo è il massimo possibile che poteva fare», ha commentato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, al termine dell’Ecofin.

BROWN – Il ministro delle Finanze britannico Alistair Darling si prepara ad annunciare mercoledì mattina prima dell’apertura delle Borse (alle 8 ora italiana) un piano «globale» per il salvataggio delle banche del Regno Unito. Il primo ministro Gordon Brown ha convocato a Downing Street nel tardo pomeriggio Darling e il capo della Banca d’Inghilterra proprio per il varo del piano di stabilizzazione. Lo Stato dovrebbe iniettare sostanziose dosi di liquidità nelle banche tramite l’acquisizioni di partecipazioni azionarie. Darling non ha fornito ulteriori dettagli sul piano, dicendo solo che è stato elaborato per avere effetti «a lungo termine. La Banca d’Inghilterra ha iniettato consistenti somme di denaro sui mercati ed è pronta a fare di più quando richiesto». Secondo alcune fonti non è escluso che lo Stato acquisisca importanti partecipazioni azionarie nelle banche in difficoltà, semi-nazionalizzandole di fatto.

TRICHET – Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha ribadito la necessità di azioni coordinate a livello internazionale e il bisogno di maggiore trasparenza sui mercati e ha sottolineato che «i rischi della crisi sono stati sottovalutati a livello di economia internazionale». Il numero uno della Bce ha anche ripetuto che il ruolo della Banca centrale europea, la cui cooperazione con la Fed è molto intensa, è di garantire liquidità al sistema e non può intervenire in caso di problemi di solvibilità.

FED – E la crisi economica e finanziaria potrebbe spingere la Federal Reserve – la Banca centrale americana – a operare un ulteriore taglio dei tassi d’interesse nella prossima riunione del 28 e 29 ottobre. Il presidente Ben Bernanke ha infatti detto che la Fed «deve considerare» se la sua attuale posizione di mantenere i tassi d’interesse invariati «resti appropriata» alla luce della peggior crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione. Tra l’altro la crisi finanziaria sta mettendo a rischio le pensioni americane. Secondo le ultime analisi, i contributi accantonati dai lavoratori per la pensione hanno subito negli ultimi quindici mesi una riduzione di valore di oltre 2 mila miliardi di dollari. È quanto emerge dal rapporto alla Camera da un analista di alto profilo del Congresso Usa

FMI – Intanto il Fondo monetario internazionale scrive che alla fine di settembre le svalutazioni hanno raggiunto quota 760 miliardi di dollari, di cui 580 miliardi a carico di banche. Secondo l’Fmi finora sono emerse soltanto il 55% delle perdite potenziali conosciute: se il «terremoto dovesse peggiorare le svalutazioni potrebbero aumentare di altri 80 miliardi».

ISRAELE ABBASSA TASSI – La Banca centrale di Israele ha abbassato i tassi portandoli al 3,75% dal 4,25%.

FONTE:CORRIEREDELLASERA.IT

                                                                          Michele De Lucia