Un asteroide ci sta cadendo addosso

7 ottobre 2008 | 00:00
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Un asteroide ci sta cadendo addosso

Martedì, nelle primissime ore del mattino tra le 4 e le 5, il piccolo asteroide “8TA9D69” del diametro di circa quattro metri colpirà la Terra. «Data la sua dimensione non rappresenta un pericolo» precisa Andrea Milani dell’Università di Pisa, grande specialista nell’osservazione dei piccoli corpi che circolano nel sistema solare e, in particolare, che si avvicinano al nostro pianeta. «Questa è la prima volta che riusciamo a identificare un oggetto cosmico che sta cadendoci addosso», aggiunge lo scienziato che fa parte della rete di osservazione internazionale.

COLPIRA’ L’ATMOSFERA SOPRA IL SUDAN –
Il minuscolo asteroide colpirà l’atmosfera sopra il Sudan e l’impatto lo sbriciolerà in tanti pezzi generando una scia di fuoco e un sicuro spettacolo. «Alla superficie dovrebbero giungere soltanto piccoli frammenti di alcuni centimetri» precisa Milani. Tuttavia quando esploderà per l’impatto libererà – secondo i calcoli – un’energia di circa un chiloton, una minibomba atomica. Il minuscolo corpo celeste era stato avvistato nelle prime ore di lunedì dagli osservatori in Arizona e in Australia. Durante tutta la giornata è stato seguito e solo in serata si è potuto determinare che stava precipitando sul nostro pianeta. La comunicazione poi è passata al centro di coordinamento di Harvard (Usa) che l’ha poi diffusa agli altri centri di osservazione sparsi nei continenti. Tra gli scienziati italiani inseguitori c’è Andrea Boattini. Corpi di tali dimensioni cadono con la frequenza di qualche anno, stimano gli studiosi. Il Dipartimento di Stato americano ha avvisato dell’evento incombente il governo dell’Arabia Saudita precisando che non esiste alcun rischio. Importante è in questa circostanza l’essere riusciti a identificare il debolissimo oggetto in arrivo, a determinarne le caratteristiche e a diffondere l’informazione con rapidità. Ricordiamo che proprio cento anni fa, nel 1908, un asteroide circa dieci volte più grande, cadde a Tunguska, in Siberia, distruggendo una vasta area. E i segni sono rintracciabili ancora oggi.

fonte:corrieredellasera.it

                                                          Michele De lucia