NEW YORK – L’ombra di un complotto di skinhead per assassinare Barack Obama si stende sulla campagna elettorale americana a otto giorni dal voto. Due giovani sono stati arrestati in Tennessee e in Arkansas con un piano per rapinare un negozio di armi, uccidere Obama e ”il numero piu’ alto possibile” di neri. I due skinhead erano pronti a morire una volta portata a termine la loro impresa. Il 4 novembre Obama potrebbe diventare il primo presidente afro-americano nella storia degli Stati Uniti: dopo la Cnn e il New York Times, anche la Nbc oggi ha messo Obama oltre la soglia magica dei 270 voti elettorali che servono a conquistare la Casa Bianca. Obama resta stabile al comando in tutti i sondaggi nazionali con oltre il 50 per cento delle preferenze e due sole note dolenti: una lieve flessione nelle valutazioni Rasmussen e Zogby. Non e’ la prima volta che si parla di complotti per assassinare il front runner che raduna ai suoi comizi folle oceaniche e che da mesi viene guardato a vista dai gorilla del Secret Service: era successo nei giorni della Convention di Denver quando quattro balordi erano stati fermati, e poi rilasciati per insufficienza di prove, con l’accusa di aver cospirato per uccidere il candidato democratico. L’annuncio del Bureau of Alcohol,Tobacco and Firearms, senza che sia chiaro quale credibilita’ le autorita’ federali attribuiscano alla vicenda, ha coinciso con la volata finale dello scontro elettorale: oggi Obama, accusato dalla campagna rivale di essere un cripto-socialista, ha incrociato armi e cammino con il repubblicano John McCain in Ohio e Pennsylvania, due stati campo di battaglia nel voto di novembre. Un filo rosso di malessere tra pignoramento e disoccupazione, religione e fucili, carbone e acciaio lega il teatro dei discorsi di oggi: a Canton nell’Ohio, lo stato che nel 2004 sigillo’ la vittoria di George W. Bush su John Kerry, Obama ha lanciato il ‘closing argument’ per riassumere due anni di campagna e spiegare agli americani perche’ devono votarlo. In Ohio la sfida e’ testa a testa statistico: 49 a 45 per Obama. ”La prossima settimana con il vostro aiuto cambieremo il paese”, ha detto il senatore: ”In un simile momento l’ultima cosa che possiamo permetterci sono altri quattro anni della vecchia teoria che dobbiamo dare ai miliardari e alle corporation sperando che la prosperita’ ricada a pioggia su tutti”. Obama si e’ impegnato a ”cambiare, con il vostro aiuto, l’economia dal basso”. E’ un messaggio improntato al senso civico e delle responsabilita’ condivise dei cittadini che la campagna repubblicana ha subito tradotto in ”piu’ tasse”. McCain ha radunato a Cleveland i suoi consiglieri economici e dato al rivale del ”ridistributore”. Ora sappiamo – ha detto il senatore dell’Arizona – che ”cambiamento in cui possiamo credere” e ”cambiamento necessario” sono ”in realta’ ”parole in codice per cambiamento redistributivo”. La campagna repubblicana, aiutata da un video di una intervista del 2001 ripescata nel passato remoto del rivale quando era ancora senatore dello stato dell’Illinois, ha tentato di alimentare nell’elettorato il timore di un Obama marxista: ”Il suo piano economico somiglia a quello di paesi dove la gente non e’ libera”, ha accusato la numero due Sarah Palin durante un comizio a Iowa City mentre un elettore gridava all’indirizzo del senatore dell’Illinois: ‘Socialista!”. E’ un messaggio disperato per far colpo non soltanto sulla ‘cintura della ruggine’, il ventre molle industriale dell’America colpito dalla crisi economica che per la verita’ avrebbe solo da avvantaggiarsi di un maggior intervento statale: proprio oggi la Casa Bianca ha confermato che si sta parlando di un salvataggio dell’industria dell’auto. E’ anche un affondo mirato ai discendenti dei ‘pionieri’ degli stati del Sud e del West, da sempre allergici al Welfare State e all’ufficio delle imposte. Per non parlare dei cubani della Florida, che nel 2000 e nel 2004 risultarono decisivi per Bush ma quest’anno andranno a votare con un occhio al portafoglio sempre piu’ vuoto: sui giornali ispanici di Miami la parola inglese piu’ apparsa negli ultimi giorni e’ ‘forclosure’, pignoramento.
di Marco Bardazzi
WASHINGTON – Un brivido per l’America a una settimane dal voto. Le autorita’ federali hanno arrestato due giovani neonazisti skinhead nel Sud del paese che, secondo le accuse, preparavano un massacro di persone di colore che doveva concludersi con il tentativo di assassinare Barack Obama, il primo nero nella storia degli Stati Uniti a trovarsi a un passo dalla Casa Bianca. ”Sono accuse serie e le tratteremo come tali”, ha commentato il procuratore distrettuale del Tennessee, Lawrence Laurenzi, che ha diretto le indagini. Il Secret Service, l’agenzia federale che protegge Obama con un plotone di uomini fin dall’anno scorso, ha detto attraverso un portavoce di ”prendere seriamente tutte le minacce contro i candidati presidenziali”, senza rivelare se le misure di sicurezza per il candidato democratico verranno aumentate negli ultimi giorni della campagna, che lo vedranno in mezzo a folle enormi nelle piazze d’America. A finire in manette sono stati Daniel Cowart, 20 anni, del Tennessee e Paul Schlesselman, 18 anni, dell’Arkansas, che vengono definiti dagli investigatori due fanatici delle filosofie del ‘Potere Bianco’ e della sottocultura skinhead di matrice neonazista. Tramite un amico comune, i due si erano messi in contatto via Internet con i siti frequentati dai supremazisti ariani e avrebbero progettato una rapina a un negozio d’armi, che doveva permettere di attrezzarsi per il loro piano omicida. L’idea, stando all’indagine condotta dall’Atf – gli agenti federali che si occupano di lotta ai traffici di armi ed esplosivi – era quella di ammazzare 88 neri a colpi di arma da fuoco e decapitarne altri 14. I numeri non sono casuali, ma appartengono al simbolismo neonazista. Secondo l’Anti-Defamation League, un’organizzazione di matrice ebraica che si batte contro razzismo e antisemitismo, 88 significa ‘Heil Hitler’ e viene usato spesso nella letteratura neonazista. La lettera ‘H’ e’ l’ottava dell’alfabeto, da qui 88. Il numero 14 e’ legato invece, sempre secondo la Adl, al numero delle parole della frase ”We must secure the existence of our people and a future for white children” (Dobbiamo assicurare l’esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi). La frase e’ attribuita al supremazista ariano David Lane, protagonista di attentati a sfondo razziale negli anni Ottanta, morto in una prigione americana lo scorso anno mentre scontava l’ergastolo. Compiuta la strage dei 102, sarebbe toccato a Obama. ”I due sospetti – afferma un comunicato diffuso dagli investigatori in Tennessee – hanno affermato che erano pronti a morire durante il loro tentativo” di assassinare il candidato alla presidenza. I portavoce di Obama, nelle ore successive alla notizia degli arresti, non hanno commentato. Cowart e Schlesselman sono stati condotti di fronte a un giudice a Jackson, in Tennessee, per confermare l’arresto per porto d’armi e ”minacce contro un candidato all’ufficio della presidenza”. I due giovani sono stati trovati in possesso di varie armi, tra cui fucili a canne mozze e una carabina Fasi. L’arresto e’ avvenuto nei giorni scorsi ed era stato tenuto fino a ora riservato. Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre, stando al capo d’imputazione, i due giovani hanno convinto una ragazza a mettersi alla guida di un auto e a portarli ad eseguire una rapina che doveva servire a preparare la loro strage. La rapina e’ poi sfumata e dopo aver abbandonato la ragazza, i due si sono recati ad acquistare corde di nylon e passamontagna. E’ a questo punto che gli agenti dell’ufficio dello sceriffo nella contea di Crockett, in Tennessee, li hanno arrestati nelle prime ore del 22 ottobre. Interrogati, i due avrebbero confessato il piano e si sarebbero vantati della loro ideologia neonazista e della volonta’ di uccidere Obama, a costo di rimetterci la pelle. Un’udienza per la loro incriminazione formale e’ in programma il 30 ottobre a Memphis, in Tennessee, la citta’ dove 40 anni fa fu assassinato il leader del movimento dei diritti civili dei neri Martin Luther King. (marco.bardazzi@ansa.it)
inserito e scelto da Michele De Lucia
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