Napoli – Trentotto foto per documentare che sotto il «tappeto» non c’era della semplice spazzatura ma, addirittura una megadiscarica. Il tappeto altro non era che l’asfalto di Napoli insieme con gli edifici della città del sindaco Rosetta Iervolino e del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Insomma, nel sottosuolo della metropoli più disastrata d’Europa, per decenni è stato gettato di tutto: materiale di risulta, fusti per lubrificanti, carcasse di auto e moto, rifiuti speciali di ogni genere e, naturalmente, decine di tonnellate di monnezza. Ma, la più stupefacente delle scoperte è rappresentata da migliaia di stalattiti di colore giallastro, formatesi a causa dello sversamento di liquami, attaccate al «soffitto» di piazza Dante, uno dei salotti di Napoli.
Allora, a chi appartiene la scoperta della versione moderna dell’«oro di Napoli»?. Al commissariato al Sottosuolo, che tanti soldi ha succhiato agli italiani? Ai solertissimi ambientalisti alle vongole e pummarola? Al sindaco Iervolino? Al presidente della Campania, imputato per lo scandalo dei rifiuti, Bassolino? No, la scoperta, trasformata in dossier, consegnato nei giorni scorsi al presidente Berlusconi e poi ai parlamentari, appartiene all’uomo che (con il premier) ha ripulito Napoli e la regione, da duecentomila tonnellate di monnezza, che i vari governi locali non erano riusciti a raccogliere dalle strade: il sottosegretario all’Emergenza rifiuti, Guido Bertolaso.
Gli speleologi della Protezione civile si sono calati nella Napoli sotterranea, vasta un milione di metri cubi e con un acquedotto ridotto a pattumiera. Se qualcuno aveva mugugnato sulle misure restrittive nei confronti di chi inquina l’ambiente, adesso è servito.
Quelle stalattiti, allungatesi per cinquant’anni sotto una delle piazze storiche più amate dai napoletani, gridano vendetta. Inquinato è anche il sottosuolo di Chiaia, il quartiere dei vip come pure il proletario Montecalvario. Sono passati una mezza dozzina di viceré, amministrazioni democristiane e socialiste, comuniste ma mai nessuno ha messo mano al sottosuolo di Napoli.
Adesso si cerca di correre ai ripari. Decine di cittadini, in particolar modo in provincia, sono già stati arrestati su ordine delle varie Procure di competenza, grazie al decreto varato dal governo. Ieri, di nuovo a Napoli, con Berlusconi, Bertolaso ha annunciato che lunedì prossimo sarà firmata l’ordinanza che autorizza il conferimento in cambio di un indennizzo economico anche da parte dei privati, alle piattaforme di raccolta del Conai. «I cittadini potranno conferire fino a 100 chili di rifiuti differenziati per evitare che i soliti furbi ne facciano un commercio». Nonostante lo sfascio, Bertolaso ha sparso ottimismo. «Vogliamo fare della Campania la regione pilota nella raccolta differenziata dei rifiuti».
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inserito da Michele De Lucia
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