Napoli. Teatro Il Primo. Applaudita Antica Babilonia.





APPLAUDITA AL TEATRO “IL PRIMO”
“ANTICA BABILONIA”
Missione di Pace in Tempo di Guerra
Scritto ed interpretato da
Carmine Borrino
Con la partecipazione nei contributi audio di
Patrizia Spinosi, Pippo Cangiano, Serena Rossi, Roberta Formilli, Milena Di Iorio
Musiche originali
Paolo Coletta
Regia
Roberto Azzurro
“Antica Babilonia” è il testo, che segna il debutto drammaturgico di Carmine Borrino (che ne è anche interprete), indaga tra le microcellule emotive del vissuto interiore del protagonista.
Una storia raccontata dal punto di vista di Giovanni Massa, carabiniere italiano in missione speciale a Nassirya, un punto di vista che non è quello del Pentagono o del Vaticano o dei grandi Professori della Terra, un punto di vista che non si avventura nel labirinto dei torti o delle ragioni, un punto di vista che la scelta registica ha collocato tra l’apparente spensieratezza della quotidianità ed il buio angoscioso e commovente di una guerra, contrabbandata come missione di pace.
Carmine Borrino è nato a Napoli il 4 dicembre 1978 debutta in teatro alla giovane età di undici anni al fianco di Carlo Giuffrè nello spettacolo “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, nel ruolo di Peppeniello. Diplomato al Conservatorio Musicale San Pietro a Majella e all’Accademia di Belle Arti di Napoli col massimo dei voti, in teatro lavora con Angela Pagano, Antonio Capuano, Teresa Saponangelo, Giancarlo Cosentino, Antonella Monetti, Giovanni Boncoddo. Per quattro anni è nella compagnia del musical “C’era una volta…Scugnizzi” (premio ETI 2003) diretta da Claudio Mattone, Gino Landi e Bruno Garofalo.
Dal 2006 entra nella compagnia stabile dell’Università di Messina.
Per il cinema e per la fiction è diretto da Antonio Capuano (Pianese Nunzio), i fratelli Frazzi (Certi bambini), i fratelli Taviani (Luisa San Felice), Riccardo Milani (Cefalonia, Assunta Spina) Giacomo Campitoti (Giuseppe Moscati), Diego Olivares (i Cinghiali di portici nel ruolo di coprotagonista con Ninni Bruschetta in concorso al Torino film festival 2003).
“Antica Babilonia” è il suo primo lavoro di drammaturgia (premio Vigata 2007), diretto da Roberto Azzurro con musiche originali di Paolo Coletta.
Nel 2008 entra nella compagnia di Luca De Filippo, che lo vedrà impegnato nella commedia “Filumena Maturano”, interpretata da Lina Sastri e diretta da Francesco Rosi.
Da una nota di regia: “Dicono che le guerre le facciano i potenti. Dicono che le guerre siano dolore. Dicono, perfino, che le guerre non si dovrebbero fare. Non dicono, però, i motivi reali per cui si fanno le guerre. Non dicono nemmeno le date di inizio e di fine-guerra.
E non dicono mai, ma davvero mai, che le guerre si faranno sempre. Dicono, poi, che un giovane carabiniere che fa la Pace a Nassiriya si ritrova, suo malgrado, in una cosa troppo più grande di lui.
E non dicono mai, neanche questo proprio mai, che la Vita di un giovane carabiniere che, partito per la Pace, a Nassiriya si rende conto di star facendo la Guerra, è invece una cosa molto più grande di quella guerra che gli hanno fatto fare”.
L’idea che quasi tutto possa essere raccontato via telefono è buona, ottima l’audiointerpretazione dei familiari.
Scena nuda e testo sparato; poi, a tratti, sul “filo” si sviluppa il racconto della guerra e della pace in Iraq.
Vengono raccontati episodi di guerra, sconvolgimenti emotivi, culture diverse.
Viene fuori il “modus vivendi” dell’occidentale (partenopeo) e Giovanni Massa sembra sottolineare: “Non possiamo non dirci cristiani”, parafarasando il titolo del celebre saggio di Benedetto Croce del ’42.
Croce si riferiva al fatto che, nel bene o nel male, i duemila anni di cristianesimo hanno forgiato i costumi e le mentalità di ognuno di noi, anche di chi non è credente; sicuramente è una considerazione fondata.
Il protagonista Giovanni Massa, voluto ed interpretato da Carmine Borrino, è per la pace, ma ci chiediamo: senza guerra si sarebbe abbattuto Hitler?
Ed ancora, senza le guerre degli Americani nelle funzioni di “gendarmi del mondo”, che faceva molto comodo a tutti gli stati europei, vivremmo la libertà odierna?
Si ricordi che John Fitzgerald Kennedy, democratico, inziò la guerra in Vietnam ed un repubblicano l’ha chiusa; noi ricordiamo di aver conosciuto soldati americani, nel lontano ’68, non proprio entusiasti di andare in Vietnam, su una nave che salpava da Napoli.
Un approfondimento ci sarebbe voluto proprio su queste tematiche.
E sarebbe convenuto anche non presentare un giovane formato solo sul “primo” Nino D’Angelo.
Invece di ripercorrere canzoni ormai fuori tempo e già centrifugate dall’obsolescenza del caschetto d’oro, perché non sostenere “Chesta sera” e “Mentecuore” …
Anche D’Angelo è cambiato; ha vinto un David di Donatello, nel 1997, con “Tano da morire” per la colonna sonora e scritto canzoni esemplari; “cult e “must” di concerti di colleghi autorevoli.
Fra letture disastrate, intervallate da snervanti accensioni musicali, e colpi d’ama da fuoco vaganti, il soldato tenta di esorcizzare le paure, che, puntualmente, nasconde nei colloqui telefonici familiari.
Comunque, idea teatrale eloquente, da raffinare.
Maurizio Vitiello