OBAMA TELEFONA A BERLUSCONI ´´E´ STATA LUNGA E CORDIALE´´

8 novembre 2008 | 00:00
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OBAMA TELEFONA A BERLUSCONI ´´E´ STATA LUNGA E CORDIALE´´

ROMA – “Lunga e cordiale telefonata” questa sera tra il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama ed il premier italiano Silvio Berlusconi. Nel corso del colloquio sono stati confermati “gli stetti rapporti di amicizia e collaborazione” tra i due paesi. “E’ terminata poco fa una lunga e molto cordiale telefonata tra il neo eletto Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ed il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nel colloquio- si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi- è stato confermato lo stretto rapporto di amicizia e collaborazione fra i due Paesi anche in vista dell’imminente Presidenza italiana del G8”. “Il Presidente Obama ha chiamato il Presidente del Consiglio al termine della sua prima conferenza stampa a Chicago”.






WASHINGTON,  – Il presidente eletto Barack Obama ha proseguito la sua presa di contatto con i leader internazionali con una serie di telefonate – oggi è stata la volta anche del premier italiano Silvio Berlusconi – da Chicago dove è impegnato nel preparare il nucleo centrale della sua squadra di governo e nel rispondere direttamente a coloro che gli hanno inviato messaggi di congratulazioni. Il messaggio del governo italiano era stato fatto pervenire ad Obama, poco dopo l’annuncio della vittoria, tramite l’ambasciatore d’Italia a Washington Gianni Castellaneta. Ieri il presidente eletto americano aveva effettuato un primo giro di telefonate, ai leader internazionali, chiamando tra gli altri anche il presidente francese Nicolas Sarkozy, il premier britannico Gordon Brown, la cancelliera tedesca Angela Merkel cioé gli esponenti dei tre paesi nel suo viaggio in Europa durante la sua accesa campagna elettorale. Questa ‘diplomazia della telefonata’ ha portato il presidente eletto ad avere un primo contatto diretto con i leader di altri paesi importanti, per ragioni varie, per gli Stati Uniti. Barack Obama ha così incluso nel suo primo giro di telefonate anche il premier israeliano Ehud Olmert: una inclusione importante perché durante la campagna Obama era stato accusato dai rivali di non essere molto amico di Israele e di coltivare amicizie palestinesi. Il presidente eletto ha telefonato anche ai leader dei due paesi che confinano con gli Stati Uniti. Ha quindi chiamato il premier canadese Stephen Harper e il presidente del Messico Felipe Calderon. Per quanto riguarda il continente asiatico le prime telefonante sono state fatte da Obama a due alleati vitali per gli interessi strategici degli Stati Uniti nell’area: il Giappone e la Corea del Sud. Così Obama ha chiamato il premier giapponese Taro Aso e il sudcoreano Lee Myung-bak. La prina serie di telefonante era stata completata dalla chiamata al leader di un altro paese del grande valore strategico per l’America: il premier australiano Kevin Rudd. La telefonata di stasera di Obama a Berlusconi è stata fatta il giorno successivo alla battuta fatta a Mosca dal premier italiano su Obama “bello, giovane e anche abbronzato”. La battuta trovava ampio spazio sui media americani ed in particolare il blog del New York Times riceveva numerosi messaggi critici. In mattinata vi sono stati contati contatti tra l’ambasciatore d’Italia a Washington, Gianni Castellaneta, e alcuni alti esponenti dello staff Obama, come il capo della ‘squadra’ del presidente eletto, Rahm Emanuel (appena nominato), e Gregory Craig. La telefonata “lunga e cordiale” tra Obama e Berlusconi ha ribadito “gli stretti rapporti di amicizia e di collaborazione” tra i due paesi. Obama ha in programma di recarsi lunedì per la prima volta alla Casa Bianca, dopo la sua vittoria elettorale, per incontrarsi col presidente Bush. Obama ha detto che andrà alla Casa Bianca “con spirito bipartisan” e con la certezza che “il presidente Bush e i vari leader del Congresso ammettono tutti la gravità del momento”.






”STIAMO AFFRONTANDO LA PIU’ GRANDE SFIDA ECONOMIA”
NEW YORK  – “Stiamo affrontando la più grande sfida economica della nostra vita”, ed è “una crisi globale che richiede una risposta globale”. Con accanto a sé il vicepresidente eletto Joe Biden e alle sue spalle l’ex numero uno della Fed Paul Volcker, il presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, ha oggi confermato la propria volontà di lavorare con gli altri leader mondiali per uscire tutti insieme dalla crisi.
Ma, sin dalle prime battute, in questo primo incontro a Chicago con la stampa dopo la sua elezione a presidente, Obama ha tenuto a ricordare che il presidente “é uno solo” e si chiama George W. Bush, fino al 20 gennaio, data alla quale il presidente eletto si insedierà alla Casa Bianca. Bush è un presidente in fin di mandato, dal quale Obama si aspetta però qualche segnale concreto, come l’approvazione di un primo stralcio dell’ambizioso piano di stimolo che lui intende avviare una volta alla Casa Bianca per salvare la classe media. “Appena sarò presidente – ha detto Obama – affronterò la crisi di petto prendendo le misure necessarie per arginare la crisi del credito, aiutare le famiglie che lavorano duro, per restituire crescita e prosperità “. Obama ha incontrato i giornalisti dopo una prima riunione del suo team di consiglieri economici, durante il quale è stato tra l’altro preparato il vertice del G20 in calendario il 15 novembre a Washington. Come aveva anticipato la sua portavoce, Obama non ha oggi annunciato nessuna nomina: né quella – attesissima – del futuro segretario al Tesoro, né quella del futuro segretario di Stato.

Nessuno ha chiesto al presidente eletto se vorrà partecipare al G20 della prossima settimana (con i ‘ricchi’ del G7 più economie emergenti come Brasile, Cina e Corea del Sud), ma secondo la Casa Bianca di Bush Obama non intende farlo, mentre si ignora se sarà presente alla cena, venerdì alla Casa Bianca. Un portavoce di Bush, Tony Fratto, ha detto “non mi aspetto una presenza nella stanza” accanto al presidente attuale, senza escludere però che collaboratori di Obama possano trovarsi nel palazzo che ospiterà il summit, come si attribuisce al presidente eletto l’intenzione di fare. Fratto ha promesso comunque “una stretta” collaborazione con la squadra di Obama perché “vogliamo sapere quello che pensano e come vedono le cose”. Quella che appare praticamente sicura, invece, è la presenza di Obama a Washington nelle ore del Vertice, per una serie di incontri bilaterali con i leader mondiali. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell’Ue, ha oggi espresso il desiderio di incontrare il presidente Usa eletto appena possibile, per gettare le basi del secondo vertice del G20, che gli europei auspicano possa tenersi entro il febbraio prossimo, con Obama insediato alla Casa Bianca.

La riunione odierna dei consiglieri economici -tra cui pesi massimi come Warren Buffett o Eric Schmidt della Google- si è svolta nello storico hotel Hilton di Chicago, a poche centinaia di metri dal Grant Park, dove centinaia di migliaia di persone avevano festeggiato pochi giorni prima la vittoria di Obama. Intorno al tavolo della riunione, a destra del presidente eletto sedeva Biden, mentre alla sua sinistra c’era Volcker, l’anziano ex presidente della Fed che molti vedono al Tesoro, almeno per i primi mesi. Due dei tre ‘papabili’ per il Tesoro hanno partecipato alla riunione odierna: oltre a Volcker, c’era l’ex ministro del Tesoro di Bill Clinton Larry Summers. Il terzo è Timothy Geithner, presidente della Fed di New York.
MINACCE DA AL QAIDA: RITIRATEVI, CONVERTITEVI

BEIRUT  – Usando a suo dire “le buone maniere”, il leader del ramo iracheno di al Qaida si è oggi rivolto via internet al presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama e “ai nuovi leader della Casa Bianca” – anche a nome dei “fratelli in Iraq, Afghanistan, Somalia, Cecenia” – per intimare: “convertitevi” all’Islam, “ritiratevi nelle vostre terre”. In un duplice messaggio apparso per iscritto e in voce sul sito al Hesba che solitamente ospita i proclami di al Qaida, Abu Omar al Baghdadi, “emiro dello Stato islamico in Iraq”, sostiene che l’attuale crisi finanziaria mondiale è dovuta “alla guerra ingiusta” lanciata dagli Stati Uniti e dai suoi alleati “contro le terre dell’Islam”. Una guerra da cui, secondo il fantomatico leader terrorista, “avete anche imparato come è possibile subire forti perdite economiche in pochi giorni”, e che “centinaia dei nostri hanno sconfitto decine di migliaia dei vostri”.

Al Baghdadi non trascura di ricordare “il benedetto 11 settembre”, e di esaltare “la forza dei leoni dell’Iraq” che spingono “il signore americano verso i bidoni della spazzatura per cercarvi da mangiare”. E pertanto, aggiunge, “vi propongo quello che è il bene per voi e noi: tornate alla neutralità, ritirate le vostre forze e tornate alle vostre terre, non interferite negli affari dei nostri Paesi né direttamente né indirettamente. Altrimenti sarete puniti come lo siete stati in passato”. Il messaggio audio, che si dilunga per oltre 20 minuti, è letto “personalmente” dall”emirò al Baghdadi. Un ‘principe’ che però nessuno ha mai visto, di cui non esistono fotografie e che secondo Baghdad e Washington sarebbe in realtà solo una figura “virtuale”, una creazione nel cyberspazio, uno strumento per accrescere l’immagine di al Qaida in Iraq dandogli un presunto leader iracheno, e infatti non a caso il suo nome indica la provenienza da Baghdad, anche se ha un forte accento saudita. Anche lo Stesso Stato Islamico, definito sin dalla sua nascita nell’ottobre del 2006 come un’organizzazione di otto gruppi terroristi sunniti guidati da al Qaida, sarebbe solo una creatura fittizia, messa in piedi per accrescere l’immagine dell’internazionale del terrore. Ciò non di meno, i suoi proclami che costantemente appaiono nel web vengono presi molto sul serio, compreso quello di oggi che è indirizzato, ‘per conoscenza’, anche ai “capi di Stato degli altri Paesi cristiani”.

                                        inserito da Michele  De Lucia
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