Reja: "Questa squadra ha il pilota automatico, ora posso anche pensare a una variazione di modulo"
Edy Reja si sente ringiovanito, pronto a crescere ancora, insieme al suo Napoli. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il tecnico azzurro si è aperto a tutto tondo, parlando di obbiettivi, sensazioni, giocatori, calcio e…politica. Ecco l’intervista:
Edy Reja, che succede?
“Avverto una carica giovanile eccezionale, con un entusiasmo che spero di Mantenere. Ma non è un caso. Negli ultimi dieci anni ho vinto diversi campionati. In più qui a Napoli ho trovato un club che mi tutela ed ha un progetto serio. E allora anche Reja forse è capace di ottenere qualche risultato”.
Sassolini nella scarpa?
“No. Però come uomo non sono cambiato. Come tecnico sto crescendo anch’io con la squadra. Nel senso che la Serie A l’avevo frequentata poco e questo dà enormi stimoli, che mi ringiovaniscono”.
E dire che più volte è stato sul punto di dimettersi: cosa si sarebbe perso…
“Capitò dopo la mancata promozione in B nel 2005. E poi l’anno dopo quando si perse a Castellammare di Stabia e pure durante il duro campionato cadetto. E’ stata fondamentale la fiducia di De Laurentiis e Marino. Di più ancora i consigli di mia moglie Livia”
Gennaio 2005: se qualcuno il giorno che arrivò al Napoli gli avesse predetto, in 3 anni arriverai in vetta alla Serie A?
“Gli avrei messo la camicia di forza. Incredibile quanto abbiamo realizzato. Magari è una favola a lieto fine, però il percorso è stato tortuoso”
Cosa le ha fatto più piacere in questo periodo?
“Sentire Marcello Lippi che loda il gioco del Napoli. Perchè è il c.t. campione del mondo. E perchè avendo allenato in questa città conosce le difficoltà. Il più bel complimento ricevuto in carriera”.
Anche in Coppa Italia tutto funziona alla perfezione.
“E la gente ci segue anche se c’è la diretta tv in chiaro. Perchè ora si diverte: questa squadra sorprende anche me per come gioca. Sembra vada avanti col pilota automatico”
Dove può arrivare?
“Se supereremo lo scoglio dei quarti, in casa di Juve o Catania, possiamo fare un pensierino alla Coppa Italia”.
De Laurentiis invece guarda alla dimensione internazionale.
“Dovessi scegliere, prenderei un posto in Champions: non ho dubbi. Sarà durissima, perchè Milan e Inter sono favorite, Juve e Fiorentina sono lì. Lazio e Udinese sono forti, ma non ci poniamo limiti”
A proposito di pilota automatico: squadra che vince non si cambia?
“E perchè? Penso anche a una variazione di modulo, un 3-4–1-2 con Hamsik più avanzato o addirittura con Lavezzi dietro Denis e Zalayeta. Avanzerei in mediana sull’esterno uno più difensivo come Aronica. Ci sto pensando perchè in casa, contro squadre che tenderanno sempre più a chiudersi, bisogna inventarsi qualcosa”.
Bergamo come bivio. Dopo la sconfitta con l’Albinoleffe due anni fa passò al 3-5-2, l’attuale modulo. Dopo la scoppola 5-1 dell’anno scorso con l’Atalanta, sistemò l’assetto.
“Un campo durissimo. Non ho bei precedenti in quello stadio. Quelle randellate ci hanno fatto crescere: speriamo di aver imparato la lezione per non ricaderci. Anche perchè il mio amico Del Neri starà preparando qualche trappola”.
Nel passato torneo 24 erano i punti dell’andata: ora ne avete già uno in meno dopo 11 giornate.
“La crescita è stata esponenziale e non vogliamo fermarla. Vorrei che i ragazzi mantenessero una sana incoscienza. Quella che ti permette si scendere in campo con la spacconeria dello scugnizzo”.
Il giocatore con più margine di miglioramento.
“Lavezzi. E’ più forte di quanto pensassi. Se frenerà il suo istinto e imparerà a gestirsi meglio, sotto porta diventerà più lucido e micidiale”.
Quello su cui scommette.
“Quando Vitale si sbloccherà e acquisirà maggiore sicurezza, farà cose importanti”.
L’elezione di Obama?
“Un segnale di speranza per il mondo. Può dare importanti segnali di pacificazione”
Vive a Castelvolturno, dove succede di tutto.
“Risiedo in un’isola felice, ma mi rendo conto di quello che succede. Ultimamente però registro segnali di cambiamento. Non si può risolvere tutto in pochi mesi, ma pare ci sia la voglia di combattere la camorra. E in questo senso il Napoli è un modello imprenditoriale per tutti. Perchè De Laurentiis ce l’ha fatta senza scendere a compromessi”.
La luce dei riflettori sembra essere tutta per lui. Eppure Reja tiene a precisare che il segreto di questo Napoli risiede anche in quelle persone che lavorano spesso dietro le quinte. Febbrari, Viviani e Facciolo, preparatore atletico, vice e allenatore dei portieri.
Il preparatore Febbrari.
“Gigi è all’avanguardia. Scrupoloso e meticoloso. Determinante per i nostri risultati. Non era facile programmare una stagione iniziata il 2 luglio, ma i fatti gli stanno dando ragione. Se la squadra è più brillante nei secondi tempi e spesso è capace di rimontare, il merito è di Febbrari”.
Il vice Viviani.
“Fabio, non suoni banale, è una persona molto educata e ha qualità morali eccellenti. Ha un rapporto straordinario con i giocatori e sa curare ogni particolare dell’allenamento. Ha grandi conoscenze di calcio e per me è un collaboratore indispensabile per preparare le partite e studiare ogni sfumatura tattica degli avversari”.
Facciolo per i portieri.
“E poi c’è Nico che è un grandissimo lavoratore. Se Iezzo e gli altri danno garanzie fra i pali è perchè si allenano con grande intensità insieme a lui. Tra l’altro è un tipo schietto, dal carattere forte e deciso. Non certo un mediatore. Sono orgoglioso di avere al fianco uomini di questo spessore”
Michele De Lucia