ROMA – Si chiude con un’intesa tra Pd e Pdl sul nome del giornalista e senatore democratico Sergio Zavoli un nuovo convulso capitolo della vicenda della Vigilanza Rai. Dopo l’addio dei commissari Idv Leoluca Orlando e Pancho Pardi alla commissione, il segretario del Pd Walter Veltroni tesse con il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta un accordo, che in serata riceve il via libera del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma Riccardo Villari, eletto giovedì scorso alla guida della Vigilanza, resta in trincea e, dopo aver denunciato “intimidazioni”, si rende irreperibile.
L’ultimo colpo di scena, cioé l’intesa tra maggioranza e opposizione dopo mesi di muro contro muro, arriva a metà pomeriggio. Ma le premesse sono poste in mattinate quando il leader dell’Idv Antonio Di Pietro arriva in sala stampa con il candidato Leoluca Orlando e con Pancho Pardi per annunciare lo strappo dell’Italia dei Valori che non parteciperà con i suoi due componenti ai lavori della commissione “perché la vera commissione è ad Arcore”. L’ex pm fa un passo indietro ma non prima di attaccare il premier Silvio Berlusconi come “un corruttore politico” che compra potere, mentre Villari è indicato al pari di “Guida, uno che si vende per 30 denari”.
Il Pd, a questo punto, prova ad uscire dall’angolo dopo l’elezioni di Villari con i voti della maggioranza nonostante il senatore democratico già dalla mattinata era impegnato a rendere noto che regolare la presenza dei politici in tv sarebbe stato uno dei primi punti all’ordine del giorno della commissione. Veltroni riunisce alle 10 il vertice del partito e spiega che solo una figura come Sergio Zavoli può essere il nome sul quale provare a cucire un’intesa con la maggioranza. In parallelo i vertici del Pd lavorano ai fianchi di Villari per indurlo alle dimissioni ma, all’ora di pranzo, il senatore lascia la riunione dei commissari del Pd e prende tempo per riflettere. Le dimissioni o meno del parlamentare campano diventano il tormentone pomeridiano dei Palazzi in attesa del direttivo dei senatori democratici, convocato per decidere eventuali sanzioni verso il “ribelle” che però non si presenterà alla riunione.
Nel frattempo le diplomazie sono al lavoro sul nome dell’ex presidente della Rai ed un primo segnale di apertura rispetto alla linea del sostegno a Villari arriva da Berlusconi che da Trieste invita “i signori dell’altra parte a cambiare cavallo”. E così, dopo aver ottenuto l’ok del leader centrista Pier Ferdinando Casini e l’assenso di Idv, il Pd ottiene il via libera della maggioranza sulla candidatura di Zavoli. “E’ una persona che non si può discutere da punto di vista professionale e della sua storia”, è il placet di “idoneità” che arriva dal Cavaliere. “Sono soddisfatto che un confronto molto aspro si possa concludere con una scelta su Zavoli attraverso il consenso di tutti”, è il sospiro di sollievo di Veltroni che però si trova ancora davanti al rebus di Villari.
“Sono sottoposto a pressioni di inaudita violenza. Nella mia qualità di parlamentare ho l’obbligo di contribuire a garantire il funzionamento delle istituzioni”, sono le uniche parole del senatore che, dopo aver incontrato il presidente del Senato Renato Schifani e in attesa di vedere domani mattina il presidente della Camera Gianfranco Fini, si eclissa. Ma per il Partito Democratico le sue dimissioni sono questione di ore e così il gruppo del Senato preferisce per ora evitare sanzioni. E se un presidente prova a resistere in trincea, il nuovo candidato mostra grande cautela: “Per il via libera alla mia candidatura serve prima un quadro di certezze e chiarezza che al momento ancora non c’é”, spiega Zavoli che preferisce non sciogliere la riserva.
APPROFONDIMENTI |
Chi e’ Sergio Zavoli |
Veltroni a Napolitano: si tenta di delegittimarci |
Villari: ferma intenzione a farla funzionare |
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Camera: Nastri deputato-stakanov, Tremaglia ultimo posto |
ansa inserito da Michele De Lucia
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