MAFIA, ARRESTATI BOSS DEL NORD BARESE

24 dicembre 2008 | 00:00
MAFIA, ARRESTATI BOSS DEL NORD BARESE

BARI  – E’ in corso in varie province del territorio nazionale un’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Bari che stanno eseguendo diverse ordinanze di carcerazione nei confronti di presunti mafiosi appartenenti ad agguerriti clan del nord barese. I destinatari dei provvedimenti erano imputati nel processo ā€˜Dolmen’, conclusosi in secondo grado con numerose pesanti condanne, tra cui 12 ergastoli (rispetto ai 21 inflitti in primo grado). I provvedimenti sono emessi dalla procura generale presso la Corte d’appello di Bari dopo che la Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati. Le condanne di secondo grado risalgono al 24 gennaio 2008, quando la Corte d’assise d’appello di Bari concluse il processo a 72 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, una trentina di omicidi, traffico di armi e di sostanze stupefacenti, reati compiuti nel nord barese tra l’inizio degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta. Tra le persone libere finora arrestate figurano l’ergastolano Vincenzo Pellegrino e Ruggiero Tanzi, condannato a 30 anni.

L’organizzazione che viene smantellata dai carabinieri ĆØ quella che, all’epoca dei fatti contestati, era capeggiata da Salvatore Annacondia, storico boss del nord barese, imputato nei maggiori processi tenuti alla criminalitĆ  organizzata in Puglia e da anni collaboratore di giustizia. Per lui, in secondo grado, furono decise dalla corte condanne per alcune centinaia di anni, convertiti in 30 anni di reclusione, il massimo previsto per i cumuli di pena. La condanna all’ergastolo venne inflitta al presunto boss barese Antonio Capriati, al napoletano Giuseppe Eligiato, a Francesco Riccardi; due ergastoli per il boss del nord barese, Ruggiero Lattanzio; i fratelli Vincenzo e Salvatore Pellegrino, ricevettero rispettivamente due e tre ergastoli; due ergastoli infine per Salvatore Primavera. La pena di 30 anni di reclusione venne stata inflitta ai fratelli Cosimo Damiano e Francesco Cannito (che confessarono le proprie responsabilitĆ  nel corso del processo) e per Giuseppe Cannito, che patteggiò la pena. Furono invece assolti due soli imputati precedentemente condannati alla massima pena: i pregiudicati Nicola D’Ambrogio (accusato dell’omicidio di Vincenzo Tesse, per il quale venne condannato il boss Capriati) e Matteo Albano accusato di essere mandante dell’omicidio di Francesco Cognetti.

ansa.it                inserito da Michele De  Lucia

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