RIO DE JANEIRO – Io sono innocente, gli assassini sono altri quattro: Gabriele Grimaldi, Sebastiano Masala, Giuseppe Memeo e Sante Fatone. Lo scrive Cesare Battisti in una lettera resa nota dai suoi avvocati in Brasile. I responsabili degli omicidi per i quali è stato condannato all’ergastolo sono altri e il colpo che ferì e rese invalido il figlio del gioielliere Torregiani sarebbe partito dall’arma del padre del ragazzo. «Non sono responsabile per nessuna delle morti di cui sono accusato e so che il dolore che esse hanno causato è immenso ancora oggi. La persona che mi ha accusato è stata torturata», dice Battisti senza però farne il nome. «Spero che la mia situazione venga compresa e che possa vivere in libertà con la mia famiglia gli ultimi anni della mia vita».
CHI SONO – Grimaldi, Memeo, Fatone e Masala sono stati tutti condannati con sentenze definitive. Grimaldi è morto nel 2006 dopo essere stato scarcerato anni prima; Memeo, Fatone e Masala sono liberi ormai da tempo. Memeo è ritenuto dagli investigatori il giovane con cappuccio ritratto in una storica foto degli anni di piombo mentre in via De Amicis a Milano impugna a due mani una pistola nell’atto di sparare ad altezza d’uomo.
ALBERTO TORREGIANI – Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere ucciso nel 1979 dai Proletari armati per il comunismo, non è affatto sorpreso dalle dichiarazioni di Battisti. «Non dice nulla di nuovo. È tutto negli atti processuali. Lui non c’era perché era andato a Mestre a uccidere Sabbadin. Il problema è che esiste una sentenza di condanna definitiva e ci sono testimonianze che indicano lui e suoi coimputati come responsabili dell’omicidio di mio padre».
BERLUSCONI-LULA – Sul fronte diplomatico, si stempera la polemica italiana contro il Brasile per la mancata estradizione dell’ex leader dei Proletari armati per il comunismo. «Questa storia non deve danneggiare gli eccellenti e amichevoli rapporti bilaterali in tutti i settori di reciproco interesse». Lo sostiene in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Berlusconi ha detto giusto», ha commentato il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva. «C’è una decisione sovrana del ministro della Giustizia brasiliano e allo stesso tempo l’Italia ha tutto il diritto di fare ricorso alla giustizia. Quando il potere giudiziario brasiliano prenderà una decisione, qualunque essa sia, non discuteremo più e accetteremo la decisione».
«FRANCIA NEGA OGNI COINVOLGIMENTO» – Secondo il parlamentare della Lega Nord Gianluca Pini, vice presidente della commissione Politiche dell`Unione europea alla Camera, la Francia ha ribadito la sua totale estranietà alla vicenda Battisti: «Sono particolarmente soddisfatto dell’incontro con Raynaud, consigliere di Sarkozy, che ha assicurato che da parte francese non vi è nessun coinvolgimento dei servizi segreti nella fuga di Battisti e che Parigi abbandonerà definitivamente la dottrina Mitterrand».
IL RICORSO – Tornando alle tensioni tra Italia e Brasile, secondo Berlusconi, «è necessario che la questione continui a svilupparsi nel suo alveo naturale, quello giuridico, dove l’Italia non lascerà nulla di intentato per ottenere l’estradizione di Battisti nel nostro Paese». Per il premier, infatti, «è ben noto che in questi giorni il governo ha effettuato tutti i passi possibili e necessari a tale finalità, anche attraverso, da ultimo, la presentazione di un ricorso alla Corte Suprema brasiliana, di cui si attende con fiducia l’esito».
«ITALIA FERMA AD ANNI DI PIOMBO» – A riaccendere la contrapposizione tra Italia e Brasile è arrivata la dichiarazione del il ministro brasiliano della Giustizia, Tarso Genro, secondo il quale «l’Italia è chiusa ancora negli anni di piombo: la differenza è che qui in Brasile siamo più avanzati su questo argomento, tanto che stiamo discutendo sulla nostra legge di amnistia».
FRATTINI: «RETORICA DA COMIZIO» – Al ministro brasiliano ha risposto Franco Frattini: «Non mi faccio innervosire e non commento espressioni che appartengono alla demagogia e alla retorica del comizio. Sappiamo noi – ha aggiunto il ministro degli Esteri italiano – che cosa sono stati gli anni di piombo e saremo noi a decidere come chiudere quella stagione che ancora non conosce il pentimento, al contrario l’arroganza e la sfida di assassini che trovano ancora complici compiacenti».
LE ALTRE REAZIONI ISTITUZIONALI – Il governo italiano sta seguendo con particolare interesse la vicenda. Più volte alcuni suoi esponenti, in particolare gli ex di An, Andrea Ronchi e Ignazio La Russa, oltre al sottosegretario Alfredo Mantica, hanno preso posizione contro la decisione del governo Lula, ipotizzando anche delle ritorsioni simboliche, come ad esempio la non partecipazione all’amichevole di calcio tra le nazionali dei due Paesi in programma nei prossimi giorni. E anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aveva reagito esprimendo rammarico per la scelta di non estradare lo scrittore, accusato di avere avuto un ruolo in quattro omicidi compiuti dal suo gruppo terroristico durante gli anni di piombo, visto che alla base della scelta dei brasiliani c’era il timore che in Italia l’imputato non avrebbe potuto contare su adeguate garanzie di correttezza giuridica.
VELTRONI – Sulla vicenda è intervenuto anche il leader del Pd Walter Veltroni: «I rapporti tra Italia e Brasile sono ottimi come sono ottimi quelli tra Italia e Francia ed è giusto chiedere ad un governo amico come quello francese se sono vere le cose che Battisti ha detto». «Dobbiamo cercare -ha aggiunto Veltroni- di ottenere il fatto che Battisti venga a scontare in un grande paese democratico come l’Italia la pena che gli è stata comminata e quindi il governo italiano si deve adoperare in tutte le sedi perchè questo si realizzi. Ma basta con le battute – ha concluso il leader del Pd – dire che non si fa la partita Italia-Brasile è solo per andare sui giornali ma il governo la deve smettere di avere la preoccupazione di andare sui giornali».
dalcorriere.it inserito da Michle De Lucia
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