PRAIANO: UN PIENO DI EMOZIONI

6 giugno 2009 | 06:33
PRAIANO: UN PIENO DI EMOZIONI

PRAIANO: UN PIENO DI EMOZIONI Nel Medioevo si chiamava Plagianum e “i dogi amalfitani vi si recavano in villeggiatura per godere l’aria pura e la quiete paradisiaca” E’ Praiano in Costiera amalfitana, che riserva sorprese d’arte e natura a quanti si avventurano alla scoperta dei sentieri di campagna, che da Capo Sottile scalano il cielo fin lassù a Sant’Angelo a Tre Pizzi, per vivere emozioni nuove ed intense, man mano che il carrubo cede il posto all’ulivo, alla vite e, via via, al corbezzolo, al leccio, all’ontano e alla roverella. Ed in questa stupenda cornice naturale l’uomo ha fatto la sua parte con il sapiente dosaggio di case e chiese, di strade a supporto di villaggi e sentieri a servizio di campagne coltivate. Di chiese, soprattutto. Quella parrocchiale è in bella posizione panoramica sulla collina aperta al mare. E’ dedicata a San Luca Evangelista, di cui conserva reliquie preziose e venerate. San Luca, si sa, è protettore dei pittori e fu pittore egli stesso. E quel Santo Patrono, che si lascia ammirare in un bel tondo, mentre, ispirato, dipinge, al di là degli eventi storici e religiosi che ne determinarono la scelta, sembra esaltare la vocazione di Praiano come terra di ispirazione per poeti e pittori. Me ne convinco sempre più, mentre gusto l’arte di Giovanni Bernardo Lama in quella straordinaria “Madonna col Bambino” e nei SS.Luca e Francesco di Paola sull’altare, come nelle non meno belle “Madonna del Carmine” nell’ultima cappella della navata destra e “Circoncisione” nell’ultima cappella della navata sinistra. Ma di fronte allo spettacolo della conflagrazione di cielo e mare, bellissimo in questo anticipo di estate, dallo spiazzo del sacrato con alle spalle quel massiccio campanile a tre piani, torre difensiva più che campanaria, quasi avamposto dei Lattari, che incombono solenni alle spalle , non c’è Bernardo Lama che tenga. Qui c’è traccia e segno dell’evangelista Luca su commissione del Creatore. Ed il pieno di emozioni continua nella chiesa di Vettica Maggiore, dedicata a San Gennaro, con quella cupola maiolicata che accende iridescenze al sole di una luminosa mattinata di giugno. La bella facciata è la quinta di un sacrato arabescato, palcoscenico naturale schiuso all’intrico di case abbracciate in un supremo atto d’amore prima di caracollare negli anfratti di mare. E qui, tra Vettica e Praiano, gli artigiani hanno recitato il loro ruolo fin da quando,nei secoli passati, praticavano l’arte della seta e del filato, in cui ancora oggi si esercita qualche donna durante i piacevoli conversari con le vicine. E, forse, i turisti nulla sanno dei pescatori che riammagliano le reti sugli spalti della Praia e, quando il mare si rabbuffa, intrecciano (ancora) vimini per approntare gabbie per pesci ingenui. A scavare nella memoria dei centri abitati, c’è da cogliere belle testimonianze di storia e storie di una comunità attaccata al lavoro, intraprendente sulle imbarcazioni per le rotte del Mediterraneo, come ardita a strappare coltivi alla montagna e fecondare vigne ed agrumeti nel regno della macchia. Nulla sanno i turisti delle avventure per la pesca al corallo lungo la costa a strapiombo, dove gli scogli levigati dai capricci del mare hanno assunto, nell’immaginario collettivo, le sembianze di una Madonna gotica o quelle meno mistiche di un drago che ingoia uomini ed imbarcazioni e li inabissa nei flutti. Forse questo weekend elettorale consentirà di recuperare la memoria storica e le tradizioni di questo delizioso centro anche perché è il più disincantato di fronte alla passionalità politica non dovendo rinnovare l’Amministrazione Comunale e non avendo schierato candidati per la fiera coliandorizzata del Collegio Provinciale. Giuseppe Liuccio Enail: g.liuccio@alice.it