DA SORRENTO A RAVELLO IN COSTIERA AMALFITANA UNA CORDATA PER ACQUISTARE L´HOTEL BAIA A VIETRI

La Vi.Pa. sas di Vincenzo Palumbo, di Ravello, che con Tonino Cappiello, il titolare della Creams, originario di Sorrento, e già titolare dell’hotel Casa Angelina a Praiano in costiera amalfitana è in pool position per l’acquisto del Llyod Baia Hotel della famiglia Soglia a Vietri sul mare, provincia di Salerno, porta d’ingresso della costa d’Amalfi. I due, con Vittorio Civitiello, sono anche proprietari della famosa Villa Rondinaia già di proprietà di Gore Vidal. Almeno 40 milioni di euro per la struttura alberghiera più grande della costiera amalfitana. Palumbo, che ha l’omonimo albergo e Villa Maria, fa parte del gioco di ristrutturazione del potere economico turistico-alberghiero che vede l’ingresso di capitali consistenti come, ad esempio, quelli del gruppo che fa capo a Fedele Ragosta titolare el Raito oltre che dell’hotel Paradiso.
Sulla vicenda è uscito oggi un pezzo a firma di Antonio Manzo su Il Mattino Non è solo una sigla, è un marchio nella gestione di strutture di lusso del turismo meridionale. È la società «Vi.Pa. sas» di Vincenzo Palumbo in pool position per l’acquisto del Lloyd’s Baia Hotel della famiglia Soglia. La società del noto albergatore di Ravello sarebbe pronta a versare la somma che si aggira intorno ai 40 milioni di euro che avrebbe chiesto la famiglia Soglia per poter cedere il «gioiello» salernitano di un gruppo imprenditoriale in crisi. La trattativa è in corso e sarebbe anche in via di definizione con il noto imprenditore di Ravello che da tre anni è anche proprietario, con altri soci (Tonino Cappiello e Vittorio Civitello) de «La Rondinaia» già mitica residenza in Costiera dello scrittore americano Gore Vidal. Le parti in trattativa, assistiti dai rispettivi pool di avvocati e commercialisti, osservano il rigoroso riserbo delle operazioni immobiliari e finanziarie di un certo peso e rilievo, anche perchè lo stesso Palumbo, se dovesse arrivare ad una conclusione dell’affare, non sarebbe solo ma alla guida di una cordata di imprenditori ancora non noti. L’impegno finanziario per il Baia hotel sarebbe di rilevantissima entità – non meno di 40 milioni di euro – che si aggiungerebbe a quello già sostenuto dallo stesso Palumbo appena tre anni fa quando insieme ai soci acquisì la residenza di Vidal per una cifra di circa 14 milioni di euro. Un movimento economico di rilevantissima entità che ben sopporta il gruppo di Ravello titolare, tra l’altro, delle più importanti strutture di Ravello: dall’omonino hotel Palumbo a Villa Maria, fino all’altra recente acquisizione e ristrutturazione di Villa Eva. Ma ora i progetti spaziono da Ravello a Vietri sul Mare, dove è in gioco una ristrutturazione del potere economico legato al mondo turistico-alberghiero e con l’ingresso di capitali consistenti come, ad esempio, quelli del gruppo che fa capo a Fedele Ragosta titolare del Raito oltre che dell’hotel Paradiso, ampliato e ristrutturato. Ieri mattina la notizia della trattativa sulla vendita del Baia hotel ha fatto irruzione nella città, e non solo in quella degli affari. Già «orfana» per tutta l’estate della spiaggia sulla quale incombeva il pericolo crolli di altri massi, la città assiste all’ennesima crisi intorno all’hotel a mezza strada tra Vietri e Salerno. E non senza rinnovare il ricordo di una sequela di fallimenti e cambi di gestione, per sopraggiunte crisi economiche, dei maggiori albefrghi tra Salerno e Amalfi. La crisi del Soglia group era apparsa chiara ai sindacati fin dalla vertenza sul licenziamento die lavoratori del Baia, alcuni dei circa 300 dipendenti del gruppo al quale appartengono anche le strutture alberghiere rilevate nel 2007 con l’ex Compagnia Italiana Turismo. L’amministratore del gruppo Soglia aveva inviato a metà dicembre 2008 ai sindacati una comunicazione in cui si comunicava la «crisi aziendale» con la richiesta di «intervento all’integrazione straordinaria per 246 dipendenti». Sarebbe stata proprio la vicenda dell’acquisizione della Cit (avvenuta in tempi politicamente non sospetti del centrosinistra, prima della discesa in campo di Gerardo ora parlamentare pdl) a determinare la crisi finanziaria. L’ultima tranche di 7 milioni di euro che avrebbe dovuto versare per l’acquisizione dell’asset ex Cit fu garanatita da un fondo pensioni del nord. L’ultima scivolata economica quella del Pescara Calcio, società di cui Soglia si liberò passandola ad una società anonima svizzera. Per evitare che il riverbero della crisi della squadra di calcio pregiudicasse anche le fortune elettorali della Pdl in terra abbruzzese