Autostrade, via agli aumenti-I consumatori: inaccettabile

31 dicembre 2009 | 10:07
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Autostrade, via agli aumenti-I consumatori: inaccettabile

Rincari fino al 15 per cento. Le società: «Investiti 3 miliardi»

ROMA — Saranno i primi aumenti del 2010 a scattare. Un minuto dopo la mezzanotte di oggi chi imboccherà l’autostrada farà i conti, al casello, con il rincaro dei pedaggi. La decisione, presa martedì con la firma dei decreti dei ministri delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Economia sulla base dell’istruttoria condotta dall’Anas ed annunciata ieri, ha scatenato un coro di proteste. Dall’opposizione, dalle associazioni dei consumatori— Adiconsum, Adoc, Federconsumatori, Adusbef— già in allarme per l’incremento dei prezzi di treno e aereo e delle tariffe di acqua e gas e da quelle agricole. «In un Paese dove l’80% dei trasporti avviene su gomma, l’aumento dei pedaggi autostradali pesa notevolmente sui costi della logistica che incidono per quasi un terzo sui prezzi della frutta e verdura», avverte la Coldiretti. Mentre Adusbef e Federconsumatori calcolano che la maggiorazione dei pedaggi autostradali determinerà un aumento dell’inflazione pari allo 0,2% il prossimo anno, l’Adiconsum segnala l’aggravio di spese per i pendolari.

La mappa dei rincari— Ma vediamo quali sono in concreto i rincari che le varie concessionarie potranno applicare e che toccano punte superiori al 15%: gli aumenti sono del 2,4% per Autostrade per l’Italia, la concessionaria (gruppo Atlantia) che gestisce la principale rete autostradale italiana. E poi, via via: Ativa 6,23%; Autostrada del Brennero 1,6%; Brescia-Padova 6,56%; Centropadane 0,74%; CISA 1,76%; Fiori SpA 1,15%; Milano Serravalle Milano Tangenziali 1,41%; Tangenziale di Napoli 2,17%; Rav 0,94%; Salt 1,5%; Sat 2,11%; Autostrade Meridionali 1,43%; Satap tronco A4 ( Novara Est-Milano 15,83%; Torino-Novara Est 15,29%); Satap tronco A21 9,70%; Sav (Autostrada 1,36%; Raccordo Gran S. Bernardo 1,04%); Sitaf 2,35%; Torino-Savona 1,47%; Strada dei Parchi 4,78%.

Aumenti congelati — Non sono stati invece riconosciuti incrementi tariffari per il Consorzio per le Autostrade Siciliane (Messina-Catania e Messina-Palermo), per Autovie Venete SpA e per Asti-Cuneo. Le tariffe di pedaggio della società Cav sono state ridotte, rispettivamente, del 1,00% per l’A4 Venezia-Padova tangenziale ovest di Mestre e raccordo con aeroporto Marco Polo, e del 1,18% per il Passante di Mestre. Per la Venezia-Trieste e la rete di Autovie Venete l’adeguamento delle tariffe è stato solo congelato in attesa della ratifica formale, da parte dei ministeri competenti, della nuova convenzione con Anas.

Per l’Anas 270 milioni — Secondo l’Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali, il valore medio ponderato sul traffico dell’incremento tariffario su base nazionale è pari al 2,71%. Nel quale è compreso il sovracanone in favore dell’Anas, che dovrebbe generare un gettito di circa 270 milioni di euro. Ma l’Anas nega che il sovracanone sia collegato agli aumenti. L’Aiscat sostiene invece che graverà sui veicoli leggeri per 3 millesimi di euro al chilometro e per 9millesimi per i veicoli pesanti: il tutto a fronte di oltre 3 miliardi di investimenti da parte delle concessionarie nell’anno. L’entità degli aumenti, sempre secondo l’Aiscat, «varierà anche quest’anno sul territorio in funzione sia degli arrotondamenti sia delle specifiche concessioni», dato che la formula tariffaria «non è unica e la nuova normativa provoca un effetto di compressione degli adeguamenti tariffari su un numero di anni di concessione più ridotto».

Volano i titoli in borsa— Fatto sta che i titoli delle società autostradali ieri, grazie all’annuncio dell’aumento delle tariffe, hanno guadagnato in Borsa, in controtendenza con l’andamento generale di Piazza Affari, ieri in calo come il resto delle borse europee. In particolare Atlantia ha segnato un progresso dello 0,77% a 18,25 euro, Autostrada Torino-Milano dell’1,98% a 10,32 e Sias dell’1,79% a 6,54.

Stefania Tamburello     inserito da michele de lucia