BRUNETTA, LA SCORTA DEL MINISTRO INDAGATA. USAVANO LE AUTO BLU PER UN FILM A RAVELLO

30 dicembre 2009 | 14:12
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BRUNETTA, LA SCORTA DEL MINISTRO INDAGATA. USAVANO LE AUTO BLU PER UN FILM A RAVELLO

Ravello, costiera amalfitana  Carabinieri che si trasformano in attori e finiscono sotto inchiesta. È accaduto a settembre del 2007, quando due militari A.D.G. e T.M., di scorta a Renato  Brunetta, all’epoca eurodeputato, dopo averlo accompagnato a Ravello dove stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza, hanno deciso di partecipare come comparse a una scena del film «Amar Luna», utilizzando l’auto di servizio. Un’ ambizione artistica sulla costa d’ Amalfi he è costata loro cara, sono finiti sotto inchiesta per peculato in due procedimenti, uno dinanzi alla Procura ordinaria a Salerno e l’altro davanti a quella militare a Napoli. Ma quale parte hanno interpretato quei militari, a cui era stata affidata la sicurezza dell’attuale ministro Brunetta, castigatore dei fannulloni? I due carabinieri anche sulla scena non si sono allontanati molto da quello che è il loro lavoro nella vita di tutti i giorni, hanno interpretato la parte di coloro che catturano un boss. È accaduto a Ravello, dove due anni fa si stavano girando alcune scene del film «Amar Luna» del regista Vincenzo De Sio, mentre le altre erano state girate a Napoli. Sarebbe stato il titolare di un albergo di Ravello, A.C.B., anche lui finito nell’inchiesta nella qualità di istigatore, a proporre ai due militari della scorta dell’eurodeputato di girare una scena del film a bordo dell’auto di servizio. I due hanno immediatamente accettato e su quell’autovettura hanno percorso un tratto di strada e alla fine sgommando si sono fermati quando hanno avvistato il «boss» e lo hanno arrestato. Ma quella volta nella splendida cornice di Ravello i due carabinieri non stavano svolgendo il loro dovere, assicurando alla giustizia un pericoloso criminale, erano invece su un set e il boss non era un esponente della criminalità, ma un attore. Finite le riprese i due militari hanno fatto ritorno a Salerno e hanno ripreso la loro vita di sempre, caratterizzata dal lavoro presso il Nucleo Scorte del Tribunale, pronti a garantire la sicurezza di uomini politici e soggetti sottoposti alla tutela. Evidentmente non avevano pensato che una volta proiettato il film sarebbero potuti finire sotto processo, con un’accusa pesante come il peculato. E invece quella scena del film girata da comparse, con la professionalità di veri carabinieri non è passata inosservata. I due a bordo dell’auto di servizio, sono finiti anche su Internet e sono stati scoperti. È stata riconosciuta la macchina del servizio scorte e sono state raccolte le prove del reato. A svogere le indagini sui carabinieri-attori sono stati i colleghi del Comando provinciale di Salerno. Ora l’inchiesta è conclusa e sarà il giudice dell’udienza preliminare a decidere se rinviarli a giudizio come ha chiesto la Procura. Il 12 gennaio prossimo dovranno comparire dinanzi al giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale militare di Napoli, mentre a febbraio è fissata l’udienza preliminare a Salerno. La difesa dei due carabinieri è sostenuta dall’avvocato Orazio Tedesco. Antonella Barone Il Mattino