Il Foglio Volante, Gennaio 2010.
Uscito “Il Foglio Volante” di gennaio 2010.
È pronto per essere spedito agli abbonati il mensile letterario e di cultura varia “Il Foglio Volante – La Flugfolio” di gennaio 2010, che con questo numero entra nel suo venticinquesimo anno di vita. Vi compaiono scritti di Rosa Amato, Pasquale Balestriere, Loretta Bonucci, Enzo Bonventre, Michele Di Bona, Alessandra Ferrari, Amerigo Iannacone, Antonio Masi, Avni Muça, Ivano Mugnaini, Silvana Poccioni, Antonio Spagnuolo, Irene Vallone.
Chi desideri ricevere copia saggio, la può chiedere per telefono al n. 0865.90.99.50.
Riportiamo qui, di seguito, la poesia “Sguardi” di Antonio Spagnuolo e un testo di Amerigo Iannacone tratto dalla rubrica “Appunti e spunti – Annotazioni linguistiche”.
Sguardi
All’improvviso riprende l’ora,
l’attimo che chiude l’assedio,
l’attimo distratto che tra le crepe dei muri
sussurra ancora una promessa:
io scriverò le quattro cose che farfuglio ogni giorno,
tra il sospetto di morte ed il cicaleggio impertinente
dei residui del sesso, ormai traballante
per le tue pupille variegate
ed il mio cervello impaurito.
Aleggia un soffio
che nel bilico annega, un bilico
tra le circonvoluzioni cerebrali
insinuando qualche verità, a volte incerta nel verso,
e gioca, gioca in abissi che nella ragione
sanno alternare progetti.
Quindi si narra la fine, anche se arde
una vecchia stufa appisolata,
e avvolte in fogli di alluminio
scommettono le palpebre riflessi inaspettati.
Non sappiamo resistere al tranello che propone
qualche ora sottratta nel sorriso,
e che rinnova sguardi vellutati.
Antonio Spagnuolo
Napoli
(1ª classificata al Premio “Sant’Elia Fiumerapido)
Il latinglese
Come si dice, “i film” o “i films”? Come regolarsi con il plurale di vocaboli stranieri usati nella nostra lingua? Premesso che, quando è possibile, è sempre meglio usare il corrispondente termine italiano, io credo sia opportuno regolarsi allo stesso modo di come ci si regola con parole italiane (o comunque acquisite nella lingua) che terminano per consonante: “l’autobus” “gli autobus”, “il quark” “i quark”, “il tram” “i tram”, il “quorum” “i quorum”, ecc.
Con termini inglesi ormai acquisiti come “bar”, “sport” e simili, nessuno ritengo si sognerebbe di dire al plurale “bars” o “sports”.
Ma spesso si sente dire “ i computers” e “gli hotels”. Fermo restando che potremmo anche dire, piú opportunamente, “elaboratori” e “alberghi”, credo che anche in questi casi la cosa migliore sia importare la parola al singolare e, assoggettandola alle regole dell’italiano, lasciarla invariata al plurale: “i computer”, “gli hotel”.
Se non altro non rischiamo cosí di prendere quelle cantonate, purtroppo piuttosto frequenti, di far passare per inglesi parole che inglesi non sono, come le latine “album”, “sponsor”, “tutor”, e di farne un improbabile plurale “albums”, “sponsors”, “tutors”, in una sorta di latinglese, come già avevamo avuto l’itanglese.
Segnalazione del critico d’arte Maurizio Vitiello.