L’approssimarsi di un nuovo anno è da sempre tempo propizio per mettere in cantiere nuovi progetti e per augurarsi migliori prospettive per il tempo futuro.
Tuttavia, la fine di un anno segna immancabilmente anche la conclusione di un ciclo ed è un momento importante per stilare un bilancio delle cose fatte e, perché no, anche di quelle aspettative che per una ragione o per l’altra non sono giunte a conclusione.
Per il nostro Paese, la fine del 2009 è anche un momento che segna la conclusione di un ciclo più ampio e cominciato con le elezioni amministrative dell’aprile 2005.
Sbagliato e superficiale sarebbe l’esercizio di elencare puntualmente tutte le ragioni che ci lasciano delusi della nostra vita amministrativa. La sensazione diffusa nella cittadinanza è quella dell’abbandono, dell’inezia, della volontà politica di lasciare a se stessi troppi problemi che andrebbero invece affrontati al più presto per il bene del nostro Paese.
Ancora più spiacevole è la constatazione che la nostra vita amministrativa è stata per un quinquennio “ostaggio” dei compromessi elettorali siglati alla vigilia delle passate elezioni.
Questo peso ha trascinato il nostro Paese nel baratro di un degrado morale mai visto prima e che ha avvelenato le basi stesse della nostra vita democratica: l’arroccamento del Sindaco su posizioni lontane dalle esigenze dei cittadini e il Consiglio Comunale convocato con modalità tali da ridurre al mimino la partecipazione popolare con il solo scopo di nascondere le laceranti divisioni dell’amministrazione.
Mai è venuta meno la precisa percezione che l’unico legante dell’attività amministrativa è stata la volontà, di ogni singolo amministratore, di tutelare esclusivamente gli interessi propri e quelli di alcuni potenti di riferimento.
Il risultato è stato la totale incapacità di affrontare e risolvere in maniera seria e lungimirante i problemi del nostro paese.
Un bilancio assai amaro per la nostra comunità che si somma alle ripercussioni di una epocale crisi economica sul piano internazionale che ha penalizzato fortemente il nostro territorio già schiavo dei troppi vincoli.
Non è più possibile perdere altro tempo. Non è più possibile fare scelte sbagliate. Non è il momento delle improvvisazioni e degli sterili personalismi. Non è più il tempo delle scelte prepotenti fatte da pochi e poi imposte ad una collettività intera.
E’ il momento di mettere in campo idee e progetti chiari che possano restituire al nostro Paese la competitività che è venuta meno nel corso degli ultimi anni. Abbiamo certo bisogno di nuove infrastrutture, tuttavia è necessario ridare vivibilità al Paese e sfruttare maggiormente le risorse già presenti. E’ necessario ed urgente che la politica positanese riporti al centro dei suoi interessi i quartieri e le frazioni. E’ inoltre indispensabile che il nostro paese ritrovi quella pace sociale che nel passato ha segnato uno dei punti di forza della nostra comunità.
Ancora una volta ci sono di conforto la saggezza e lo sprone delle nostre maggiori figure istituzionali.
Da sempre, il Presidente della Repubblica ci invita a “far volare alta la politica”, a farne un luogo di dialogo e di confronto ed allontanarla dalle meschinità di chi fomenta l’odio e chi persegue esclusivamente gli interessi di parte. Questo invito dovrà essere il faro della politica positanese. I nostri obbiettivi dovranno rinvigorirsi, i toni pacarsi, l’azione politica porsi a servizio di tutti i cittadini.
L’azione amministrativa locale dovrà prendere ad esempio l’ottimismo, la capacità, la lungimiranza, la forza, la risoluta concretezza del Governo Berlusconi. La politica positanese dovrà essere come i suoi cittadini: più saggia, più efficiente, più presente, più propositiva. Una politica dei fatti e delle scelte concrete per lo sviluppo economico, culturale e sociale del nostro territorio.
In fondo l’augurio per il futuro non può che seguire gli auspici dei nostri Presidenti: riscoprire per noi stessi e per politica la moralità del fare.
Auguri di un luminoso 2010 a tutti.
Il Consigliere Comunale PDL
Michele De Lucia