In costiera amalfitana, come in quella sorrentina, la crisi, o la paura di essa, è finita solo sulle spalle dei lavoratori di tutto il mondo e di Amalfi, Ravello, Positano, Sorrento, Vico Equense, Agerola, per quanto riguarda l’area di cui ci occupiamo, dedichiamo a questo scritto la Prima Pagina della nostra testata a fine anno
Leggendo rapidamente i dati di afflusso turistici in costiera amalfitana, si nota subito che la famigerata crisi, nella nostra area, ha dato un’ulteriore mazzata a tutte quelle famiglie che già erano in forte difficoltà. I lavoratori, già sfruttati in tutto il settore turisticoalberghiero, hanno dovuto fare i conti anche con la drastica riduzione del periodo lavorativo e, per i più sfortunati, in particolare i giovani, con la totale assenza di un lavoro. La crisiè diventato il paravento sotto il quale i datori di lavoro si sono riparati per giusitficare i licenziamenti e le mancate assunzioni, frutto invece della solita strategia volta a massimizzare in ogni circostanza i profitti a danno di chi la crisi la vive veramente.
Tutti ricordano quando, a cavallo delle scorse festività pasquali, in cui si è soliti iniziare la stagione lavorativa, le parole d’ordine dei tanti gestori erano semplici ed efficaci: c’è crisi e non ce la facciamo a pagare tutto il personale. Trascurando le analisi socioeconomiche sul perché della crisi (di certo non causata dall’operaio né dal piccolo risparmiatore), a conti fatti, per i lavoratori e l’intera società, oltre il danno, c’è stata la beffa. Basta dare una rapida lettura del rapporto OBI delle banche (un ente non proprio di sinistra) sull’occupazione in costiera amalfitana. Emerge subito che la differenza di presenze, e quindi di incassi, rispetto all’anno precedente, si aggira intorno al 5%.
Quindi al taglio di assunzioni, ovviamente differenziato tra grande albergo e piccolo ristorante, che implica una forte riduzione dei costi di gestione, è corrisposto una mole di lavoro totale molto prossima a quella dell’anno precedente. La domanda è semplice: nei luoghi di lavoro, con minor personale e maggior lavoro, come si è fatto a soddisfare le esigenze dei numerosi clienti? La risposta pare ovvia e scontata: scambio di ruoli (ad esempio il barman che diventa cameriere, il bagnino che aiuta in cucina, il secondo chef che fa anche da lavapiatti, ecc…), ma soprattutto orario di lavoro maggiorato e forte perdita di qualità nella valorizzazione delle nostre risorse, sono stati gli strumenti nelle mani dei padroni. Da Positano a Maiori, indistintamente, tutti gli operai si son dovuti fare attentamente i conti per vedere quanti giorni e settimane mancano per la disoccupazione. È ormai considerato fortunato chi riesce a usufruire di questo sussidio, considerato un filo di speranza, sempre più labile, nell’attesa del nuovo lavoro (oltre mille domande di disoccupazione presentate dal 3 al 6 novembre scorso).
Questo solo per quello che riguarda il settore terziario (quello che crea più occupazione). Considerando anche l’edilizia, l’agricoltura, l’artigianato e il lavoro occasionale, viene fuori la precarietà quotidiana con cui siamo costretti a fare i conti. Con una differenza spaventosa rispetto al passato: oggi è precario il presente, per tutti. Sia l’operaio qualificato in età pensionabile, sia il giovane in cerca di un futuro non hanno garanzie. Né per il presente, né tanto meno per il futuro.
Nella costiera amalfitana, mai come ora, è il tempo di organizzare nuove forme di solidarietà tra lavoratori, con un primo obiettivo di carattere sindacale. Il lavoratore solo è debole, ricattabile; uniti si possono ottenere il rispetto delle minime regole, già esistenti, ma soprattutto limitare, fino ad abolire, tutte le forme di sfruttamento quotidiano che ogni lavoratore vive sulla propria pelle. Per questo invitiamo tutte e tutti a un’assemblea pubblica, spontanea, da tenersi ad Amalfi nei prossimi giorni, proprio per discutere insieme di quanto accennato e dare vita a un nuovo coordinamento tra tutti i lavoratori della costiera amalfitana.
Stanislao Balzamo
Pubblichiamo l’articolo di Stanislao Balsamo e in pdf il giornale “Filo Rosso” da Movimenti, la redazione ne profitta per fare gli auguri ed i complimenti al gruppo che porta avanti la pubblicazione e Positanonews condivide in toto l’analisi che volutamente abbiamo messo in primo piano, era una cosa che avremmo voluto fare, Balzamo ci ha anticipati. Un pensiero va ai lavoratori disoccupati in costiera, in Campania, nell’Italia e nel mondo e alla famiglie in difficoltà..
Michele Cinque