Da qualche tempo di riparla di Francesco Gaeta, poeta crepuscolare e che il merito sia del prof. Aldo De Gioia che, con rigoroso impegno, in 40 anni di attività quale ricercatore storico, ha sempre lavorato per ricostruire il nostro patrimonio letterario attraverso una minuziosa ed attenta analisi delle fonti, dei documenti e dei testi.
Le biblioteche ed i nostri archivi riboccano di documenti del tutto ignoti o appena intraveduti e la maggior parte dei testi sarebbe da sottoporre a nuovi ed accurati esami. Le letture nei nostri testi, confrontate con quelle di altre nazioni, spesso appaiono come uscite dal Medio Evo. Infiniti lati di storie biografiche sarebbero da discutere e da chiarire. Infatti, esiste una enorme quantità di materiale che andrebbe valutato ed ordinato prima che altri possano accingersi alla ingente fatica di scrivere una Storia Generale della Letteratura Italiana.
Per quanto riguarda Francesco Gaeta, abbiamo intervistato il prof. Aldo De Gioia, il quale ci ha detto in proposito: “Gaeta si distingue tra i poeti variamente legati alla tradizione, anche se non estranei alla influenza delle esperienze letterarie contemporanee per i risultati originali tuttora validi. Egli, insieme a Silvio Novaro, si collocò con notevole spicco nell’importante corrente di poesia che prese il nome di crepuscolarismo; il cui vocabolo, fu suggerito da una recensione di Giuseppe Antonio Borghese, pubblicata in un quotidiano del 1910 con 3 raccolte di versi di 3 poeti: Mario Moretti, Fausto Maria Martini e Carlo Chiaves”.
Pur senza dare al crepuscolarismo un valore dispregiativo, Borghese lo adottava a significare metaforicamente la identificazione di quei poeti come epigoni della grande stagione poetica italiana, da Mariani a D’Annunzio. Borghese scrisse: “La poesia italiana si spegne in un mite e lunghissimo crepuscolo, cui forse non seguirà la notte”. Guido Gozzano, sarebbe poi stato riconosciuto come il maestro e il più autentico rappresentante del crepuscolarismo.
Attualmente, ci è giunta voce che i discendenti dello scrittore napoletano (1879/1927), sul punto di costruire una fondazione che ricordi il loro antenato, hanno chiesto al prof. De Gioia, di valutare ogni provvedimento per portare a compimento il loro desiderio. (ndr. di ciò cercheremo di sapere nel prossimo incontro con De Gioia).
Aldo De Gioia, nel suo iter letterario, cominciò ad interessarsi di Francesco Gaeta seguendo gli studi della signora Alda Croce, figlia del grande filosofo Benedetto Croce.
Successivamente, riprese l’argomento con Max Vajro e Arturo Fratta, due note firme del giornalismo napoletano, che purtroppo ci hanno lasciato, ma il De Gioia, continua nelle sue ricerche per combattere il grigiore letterario del nostro tempo.
Alberto Del Grosso
Giornalista Fotoreporter