LA MOSTRA DI ARTI VISIVE: HEART, EARTH, ART A SORRENTO
A Villa Fiorentino l’evento che accomuna le tre parole inglesi
SORRENTO – E’ stata inaugurata nella serata di sabato 6 febbraio nella classica Villa Fiorentino, la mostra dalla tre parole inglesi che hanno in comune la radice art. Un evento che ha raggruppato in questa mostra di arti visive vari artisti che si sono messi in gioco per sperimentare il dualismo che ispira la coppia Terra-Cuore. La mostra curata Beppe Palomba per conto dell’Accademia della Bussola è nata da un gioco di parole quando lo stesso Beppe stava scrivendo la parola art. E così la sua fantasia è volata verso questo trinomio: heart, earth e art, che stanno a significare: il cuore, la terra e l’arte. E così lo stesso curatore ed organizzatore ci conferma che ciò “nasce da questo gioco di parole perchè stavo scrivendo la parola art”. Così egli ha accomunato quegli artisti che fossero vicino all’argomento trattato. Ossia quel dualismo che ispira la coppia Terra-Cuore, materia e spiritualità, carne ed anima, testimoni ed artefici di un processo per cui questo dualismo possa confluire, annullandosi, nell’arte. “Ho cercato –continua il curatore Beppe Palomba- un gruppo di artisti che fossero vicini all’argomento terra, della corposità e dell’arte”. Degli artisti che hanno dato il meglio di loro stessi per le caratteristiche delle opere, che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla ceramica alla fotografia, dal tessile alla grafica. Un insieme capace di raccontare i vari sentimenti ma anche la fisicità, la materia e quel legame carnale che ci lega alla nostra natura. Nelle sale a piano terra di uno dei luoghi più suggestivi della città del Tasso, dove si svolgono oltre che ad eventi culturali anche quelli dello spettacolo, si sono cimentati diciannove artisti. Artisti come Gennaro Angelino, Yara Buyda, Lorenzo Cataneo, Cinzia Civardi, Maria De Stefano, Rita D’Emilio, Francesco de Vincentis, Francesco Fontanesi, Stefano Galli, Franco Girali, Mastro Mater, Mary Palomba, Maurizio Palumbo, Odilia Piscedda, Mario Picca, Renzo Tonello, Marcello Ursomando e Gianfranco Zazzeroni. “Tutti artisti – sottolinea Beppe Palomba- che collaborano per la prima volta per l’Accademia. E dai quali ho avuto anche delle sorprese”. Infatti nelle loro sculture, su telai in legno rivestite di tela di sacco ci sono varie composizioni formate dagli oggetti più svariati. Come le forbici per potare, un antico lucchetto, un forcone, rami di viti etc. Nelle loro fotografie sono colti i vari momenti della vita. Ed in tutte le altre opere in mostra si poteva cogliere la loro originalità che l’artista gli ha dato. Perché “nell’artista –conferma Beppe Palomba- io cerco il talento oltre alla sua abilità”. E“l’artista è un mestiere e l’arte deve essere espressione di quella cultura vera di ciascuno di noi”. Un evento che resterà visibile dal 6 fino al 23 febbraio, di mattina dalle ore 9,30 fino alle 13,00, di pomeriggio dalle 16,30 fino alle 18,30.
Ma il dinamico organizzatore, di eventi in tutta Italia, per il futuro ci sono “un ciclo di mostre e sono andato a giocare ancora con le parole, l’Arte della Fuga”. Una mostra che partirà da Roma per arrivare a Napoli al Maschio Angioino, passando per Capri, Ravello e forse Sorrento. Una mostra nella quale tutti gli artisti non solo dovranno cimentarsi con le opere ma anche con lo scritto. Ossia dire qual è stata la loro fuga, se l’hanno fatta o come pensano di farla.
GIUSEPPE SPASIANO