WINTER FESTIVAL E LA CITTA´-COMPRENSORIO-COSTA D´AMALFI

17 febbraio 2010 | 19:59
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WINTER FESTIVAL E LA CITTA´-COMPRENSORIO-COSTA D´AMALFI

Avrei preferito che il Winter Festival si tenesse a Ravello. Era la sua sede naturale. L’ho detto e scritto a più riprese anche su questo giornale. Quando si metterà il silenziatore alle polemiche e si giudicherà tutta la vicenda senza passionalità e con mente serena e sgombra da pregiudizi si avrà modo di acclarare colpe e resposabilità sulla tormentata telenovela dell’Auditorium. Almeno lo spero. Per parte mia, quando ho avvertito il pericolo reale che l’evento venisse trasferito a Napoli, sono intervenuto in pubblico ed in privato, con le uniche e modeste armi a mia disposizione, le parole, perchè il Festival restasse in Costiera. Così è stato e ne sono felice.Per diversi motivi:

1- La politica del e per il turismo si è caratterizzata negli anni per un eccesso di “napolicentrismo”, penalizzando di molto le zone a più marcata vocazione turistica, come la Costa di Amalfi e non solo. Occorreva un segnale di inversione di tendenza e l’Assessore Nappi lo ha dato

2- Il Festival va nella direzione della destagionalizzazione con una offerta di qualità e la Costiera deve muoversi sempre più su questa strada se vuole essere competitiva sui mercati

3- Nell’intero territorio ci sono strutture di accoglienza e contenitori idonei a realizzare l’evento nel segno dell’efficienza e della qualità

Il sindaco di Minori si è mosso con straordinaria tempestività e registra un successo, di cui gli va dato atto, anche se qualche minorese, accecato dalla faziosità, blatera a vanvera e contro gli interessi della sua stessa collettività  Miserie umane!

Ora è opportuno e, secondo me, doveroso, avere senso di responsabilità a Minori, come in tutta la Costiera, perchè l’evento abbia il maggior successo possibile, creando le premesse serie per altre e più numerose iniziative per l’anno prossimo, innescando, così, un meccanismo virtuoso ed irreversibile per una destagionalizzazione di cui siano partecipi attivi, responsabili ed entusiati tutti gli operatori del territorio, come le ragioni dell’economia consigliano e consentono.

Ma la vicenda, che ha avuto il suo epicentro in una pubblica e fragorosa polemica a Ravello, merita qualche altra considerazione.

Scrivo da anni e l’ho fatto anche di recente a più riprese anche su questo giornale che la Costa di Amalfi è un unicumda Vietri a Positano e che come tale andrebbe governata da un organismo amministrativo sovracomunale in grado di ipotizzare, ideare ed organizzare eventi, ma non solo, nella logica di una equa distribuzione territoriale e sulla base delle vocazioni  e delle specificità delle singole collettività Di qui la necessità, secondo me, inderogabile della creazione di una “CITTA’-TERRITORIO“, che trovi in Amalfi il capoluogo, come storia e centralità geografica consiglia ed impone, in grado di accorpare il più possibile funzioni amministrative dell’intero territorio, anche se nel rispetto delle peculiarità dei singoli paesi.Una sorta, cioè, di città stellare, che non mortifichi le singole collettività, ma addirittura le esalti, però nella logica di una organizzazione che eviti sciocche guerre intestine ed il poco edificante pollaio dei campanili.Una città che per numero di abitanti, accomunati e coesi dalla stessa storia e dalla stessa economia, possa avere una sola voce in grado di dare forza e consistenza alla contrattazione con le altre istituzioni: provinciali, regionali, nazionali ed europee, per ottonere un diritto non più rinviabile alla infratrutturazione dei servizi di terra e di mare nella più ampia accezione del termine, oltre che nella organizzazione di eventi, che spesso per incomprensibili rivalità si accavallano e si sovrappongono a pochi chilometri di distanza soprattutto nei mesi estivi.

E non si scoprirebbe nulla di nuovo, perchè, lo ricordo a me stesso prima che agli altri, questo territorio era un tempo governato dalla Repubblica Marinara e quando il suo galeone si affermava sui mari, per imprese di guerra, qualche volta, e per attività commerciali, più spesso, tutti i cittadini del territorio da Cetara a Positano ed oltre gridavano alla vittoria e se ne inorgoglivano. E’ ora che tutti recuperino questo orgoglio di identità e di appartenenza e lo esaltino nelle attività del presente, fuori dalla logica asfittica dei campanili e dalle infeconde gelosie o, peggio ancora, dalle invidie rancorose. Ci sono in Costiera intelligenze e professionalità in grado di percorrere con entusiasmo e fino in fondo questa strada, senza dover necessariamente ricorrere ad altre presenze invadenti e certamente non disinteressate. Basta mettersi in cammino con convinzione e determinazione.Non è una impresa facile. Ma è una sfida da accettare. La si può vincere.La si deve vincere. E’ anche un modo per dare ai giovani una prospettiva di futuro e gonfiare il loro cuore di entusiasmo fecondo.

Giuseppe Liuccio

g.liuccio@alice.it