MAIORI: SABATO 22 MAGGIO IL D DAY DELLA SANITA´ IN COSTA D´AMALFI. CI SARANNO I SINDACI?
Sabato 22 maggio dalle 9 presso il porto di Maiori in costiera amalfitana , il D Day della Sanità in Costa D’Amalfi. Il Comitato pro sanità, presieduto dal medico Franco Lanzieri, chiama a raccolta tutte le associazioni di categoria, le organizzazioni e tutti i cittadini della Costiera Amalfitana per manifestare contro il pericolo di chiusura del presidio ospedaliero di Castiglione di Ravello.
E i sindaci? Ci saranno? Non si sa ancora nulla di ufficiale, anzi neanche di ufficioso. Alcuni stanno ancora a guardare (i conti che avevano già votato..), o, addirittura, sembra, a fare da remora principale per tutti gli altri, per le manifestazioni, come è successo per quella che era solo una testimonianza da fare a Napoli all’insediamento di Caldoro e del consiglio della Regione Campania o della stessa manifestazione che si doveva fare nel capoluogo della costiera amalfitana ad Amalfi. I due maggiormente “interessati” per motivi logistici e di autorevolezza, il sindaco di Amalfi, dottor Antonio De Luca e il sindaco di Ravello avvocato Paolo Imperato, il primo sindaco del capoluogo il secondo del comune dove insiste l’ospedale, entrambi qualificati (il primo medico cardiologo, ora a Salerno, ma ha lavorato fino a poco tempo fa nel plesso di Castiglione di cui conosce bene le esigenze e potrebbe davvero fare da capofila, il secondo legale preparato e competente, amministratore esperto di un comune turistico d’eccellenza che sarebbe il più danneggiato dalla scomparsa dell’ospedale) e con tutti i requisiti per guidare la protesta, di fatto smorzano altri sindaci che, per motivi anche logistici, hanno dato la loro disponibilità a seguire una eventuale protesta (Positano e Praiano che hanno vicino Sorrento e Cetara che ha vicino Salerno e Cava de Tirreni per esempio). Seguire le vie istituzionali è legittimo, essere certi che il piano diventi legge non tanto, visto che poi sarebbe troppo tardi e che il sindaco di Cava si è addirittura incatenato per salvare il suo ospedale. Siamo ancora perplessi sulla mancata “passeggiata” a Napoli, perchè di questo si trattava, che poi non si è fatta. Si doveva semplicemente andare a Napoli all’insediamento con la fascia e chiedere, quando vi era la visibilità dei media, che si salvasse l’ospedale. Niente marcia, niente incatenamento, niente scenate o atti clamorosi (che altrove sono stati fatti per destare l’attenzione). Tavoli tecnici, discussione e tutto questo a noi cittadini rimane incomprensibile, ma anche a noi giornalisti, forse perchè ci siamo occupati sempre e solo della gente e del giornalismo e lasciamo agli altri i “palazzi” e la politica. Non si tratta di accusare i sindaci, ma di esercitare un normale diritto-dovere di cronaca, quello che è successo a Minori, con le contraddizioni avute, è stato sotto gli occhi di tutti. In ogni caso solo loro a rappresentarci, siamo sicuri che interverranno in qualche modo, e saremo i primi a dirlo senza problemi (ma non vogliamo comunicati, vogliamo fatti.. acta concludentia, dicono i latini.. basta chiacchiere) e, almeno in parte, ci dovrebbero essere, visto che ci sarà il Vescovo e rappresentanze istituzionali sovracomunali, anche se non sarà facile far uscire sulla stampa la protesta e darle grande visibilità dal momento che non si tratta di un corteo. Quelli del comitato sono in 6.000 ma saranno solo una ventina a lavorare e presenziare sempre (Lanzieri, Elena Esposito, Nadia De Iuliis) “La battaglia per l’ospedale è fondamentale per il territorio, eppure si parla solo dei nanetti di Furore – dice Nadia De Iuliis -, stiamo a stampare manifesti con le nostre risorse, a stare attaccati al telefono a lavorare notte e giorno per difendere il nostro ospedale. C’è chi ha scelto di combattere a fianco ai sindaci e speriamo sempre che lo facciano con noi e per noi.” Bisogna dire grazie a quelli del Comitato, e lo facciamo noi di Positanonews, a cominciare da Celeste De Martino (che vive a Milano e si sta interessando più dei residenti della vicenda) e dalla redazione tutta, hanno avuto solo la colpa di affiancarsi a 13 sindaci divisi fra di loro su come agire, una situazione complessa un territorio frastagliato e diviso, forse storicamente incapace di trovare una linea unica che sarebbe auspicabili in tutti i campi e non solo nella sanità (pensiamo al turismo, alla viabilità), ma strade sinora non se ne vedono, sindaci leader non ce ne sono, anche se c’è chi cerca di far da tramite. Comunque in costiera si annunciano anche altre forme di protesta. Gli autisti della SITA volevano fare un’ora di sciopero ma non gli è stato concesso, ma esporranno un manifesta. La manifestazione si svolgerà sabato prossimo, 22 maggio, nella struttura portuale di Maiori, con un sit in per dire NO al possibile depotenziamento dell’ospedale “Costa d’Amalfi”. Struttura che, in base al piano di razionalizzazione sanitaria, dovrebbe essere retrocessa a poliambulatorio, facendo tornare la Costiera al medioevo sanitario. La manifestazione, organizzata dal comitato Pro sanità, con la collaborazione di diverse associazioni che operano sul territorio, si sarebbe dovuta svolgere con un corteo con partenza dalla sede del nosocomio per arrivare fino ad Amalfi. Una modalità, quest’ultima, che, tuttavia, non ha ottenuto il placet della Questura. L’alternativa prospettata era una manifestazione di piazza ad Amalfi, ma, a quanto pare, gli organizzatori avrebbero trovato difficoltà a far svolgere la protesta nell’antica Repubblica marinara. Insomma anche per la preparazione della manifestazione, che è espressione delle volontà popolare (il Comitato conta più di 6000 iscritti!!) e, soprattutto, la voce della gente “comune”, che vuole urlare tutta la propria rabbia per il timore di vedersi “scippato” il diritto alla salute, si sono incontrate difficoltà.
«Incongruenze che avvengono solo sulla Divina, dove invece di essere compatti, come avviene in altri posti, inspiegabilmente vengono alla luce, anche in occasioni come queste, divisioni e dissapori che apparentemente non avrebbero ragione di esistere» dicono alcuni cittadini. Alla manifestazione sono stati invitati a partecipare tutti i sindaci della Costiera, il presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, e il consigliere provinciale Matteo Bottone.
L’Ospedale della Costa d’Amalfi, sito in Ravello, località Castiglione, rischia infatti la chiusura perché rientra fra le strutture sotto i 100 posti letto. Anzi, per dirla con le parole del Dott. Franco Lanzieri – medico chirurgo presso questa struttura, e Presidente del Comitato Pro Ospedale – “non ha posti di degenza, si tratta di un ospedale di emergenza, dotato di pronto soccorso medico e chirurgico, sala operatoria, unità di rianimazione, laboratorio d’analisi, radiologia completa di tac. È un ospedale concepito per il primo soccorso, utile a stabilizzare il paziente, com’è avvenuto nel caso della tragedia di Positano di qualche giorno fa. Il bambino scampato all’annegamento aveva un preedema, è stato trattato dal rianimatore e, come sappiamo, ripristinato agevolmente. Questo presidio garantisce gli interventi di emergenza e consente di risolvere i problemi nel 94% dei casi, i pazienti trasferiti sono solo il 6% (il dato di ricovero negli ospedali campani è del 12%). E’ una struttura agile ma molto efficace. Noi abbiamo un turismo di una certa età, molti turisti usufruiscono di questo ospedale, infarti, incidenti stradali, questo ospedale ha risolto già molti problemi, fa fronte ad una popolazione di 30.000 abitanti, più 100.000 turisti fissi al mese. E questo grazie ad uno staff costituito da due medici di pronto soccorso per turno, un medico ed un chiururgo, un cardiologo, un radiologo, un anestesista, quattro infermieri, un tecnico di radiologia ed un tecnico per il laboratorio di analisi. Questo staff consente 24 ore su 24 di poter contare su un primo soccorso d’eccellenza, che sarebbe altrimenti impossibile praticare, data la morfologia particolare e la viabilità della Costa d’Amalfi. A cosa si andrebbe incontro se questo ospedale venisse chiuso? E’ Cava de’ Tirreni l’ospedale più vicino, ma si tratta di fare 30 km di strada tortuosa. La costa d’Amalfi ha un territorio unico al mondo, una unicità che rende però non agevoli i soccorsi, ha una difficile viabilità, strada stretta, estremamente tortuosa e molto trafficata. Il comitato Pro Ospedale è nato quanto si è avuto notizia del rischio di chiusura, cioè a luglio del 2009, ed ha come finalità la salvaguardia di questo ospedale, considerando l’indispensabilità di questa struttura. E se è vero che il Governo ha annunciato alle regioni commissariate per la sanità il taglio dei finanziamenti, è sicuramente da considerare il ruolo che la singola struttura svolge nel territorio in cui è inserita. Anche gli imprenditori del turismo, operanti in Costiera Amalfitana, fanno fronte comune a difesa del piccolo e prezioso ospedale.
In una nota, che sarà inviata al Presidente della Regione Campania, a firma congiunta dei presidenti dei Consorzi Ravello Sense Positano Life Style e Amalfi di Qualità, si legge: Il turismo di qualità richiede servizi di qualità, basti pensare che i Tour Operator pretendono precise rassicurazioni all’atto delle prenotazioni, come la distanza dall’ospedale più vicino e il suo standard di efficienza. Quindi una richiesta che nasce da un effettivo bisogno del territorio, che nel suo equilibrio locale, a cui pure questo ospedale contribuisce in maniera fattiva, rappresenta uno standard di qualità rinomato a livello internazionale. Questo ospedale soddisfa, in condizioni ordinarie, le necessità della popolazione residente e degli oltre 1.200.000 turisti che ogni anno vengono ospitati in strutture alberghiere ed extra alberghiere, la metà dei quali stranieri. E laddove lo stesso Ministro al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha dichiarato che l’Italia è una destinazione di eccellenza e i nostri servizi sono in costante miglioramento. Noi puntiamo sulla qualità ed esclusività della nostra offerta (Fonte Asca)’, ci si domanda se sia opportuno, a livello locale, applicare una politica di tagli orizzontali, che non consideri la specificità e la qualità delle infrastrutture che agiscono sul territorio. E l’ospedale della Costa d’Amalfi, pur essendo tra i più piccoli della Regione, è stato dotato sin dall’inizio di una eccellente organizzazione, con una struttura agile che permette di fare rapidamente diagnosi e curare in sede il 94% dei pazienti, con un buon 6% in più della media regionale