Roberto Scielzo è stato uno degli artisti più rappresentativi di Positano e della costiera amalfitana, famoso ai più per i costumi del corteo storico dell’antica Repubblica d’ Amalfi che sono stati utilizzati per mezzo secolo. Scielzo, come ha ricostruito Massimo Capodanno, con l’ausilio di varie fonti, era un artista eclettico e poliedrico di grande valore.
Scielzo(c) con i fratelli Ferraioli alla Buca di bacco; Scielzo con la moglie nella sua prima casa alla Chiesa Nuova.-Vietata la riproduzione, collezione famiglia Scielzo-
Roberto Scielzo possiamo considerarlo, quando ancora era in vita, come esponente di quella schiera di artisti che dovette lottare contro l’indifferenza dei tempi e delle persone negli anni ’30. Questi pittori napoletani reagivano contro i “piedigrotteschi”, di quell’epoca cercando di portare la pittura ad un discorso più ampio sia sul piano nazionale che internazionale.
In quel tempo Scielzo guardava come un Maestro Carlo Carrà, perché lo considerava come colui che aveva superato già tutte le avanguardie ed aveva ristabilito, inoltre, il colloquio interrotto dopo Masaccio.
Scielzo non era solo un pittore ma si è interessato anche di teatro,infatti fu scenografo, di architettura, di grafica.
Non va dimenticato che l’artista è stato il primo ad aver disegnato i costumi amalfitani che si esibiscono in occasione del corteo storico prima della regata delle quattro Repubbliche Marinare. I costumi, di stile arabo-bizantino, sono confezionati mediante le stoffe pregiate di seta, lino, broccato, damasco importate dall’impero d’Oriente. Nel corteo sono presenti i rappresentanti delle varie classi sociali: le magistrature, tra cui il duca, i giudici, il conte di palazzo, i consoli; i militari, con i cavalieri della corte ducale, i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, gli arcieri; il popolo, con i marinai ed i rematori.
Elemento centrale del corteo è il matrimonio del figlio del duca con una nobildonna figlia di un dinasta o di un prestigioso aristocratico di un vicino principato longobardo. Con tale matrimonio veniva sancita la maggiore età raggiunta dal rampollo amalfitano (18 anni) e la sua associazione al potere politico. I cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, il cui costume è divenuto francobollo nazionale, rievocano infine il fondatore del Sovrano Ordine Militare, diventato poi di Rodi e quindi di Malta, Fra Gerardo Sasso di Scala. Il genio artistico di Scielzo realizzò anche o costumi e la scenografia della famosa Festa dello sbarco dei saraceni a Positano.
Positano vista e dipinta da Roberto Scielzo. Olio su basonito 4,50×1,30 fine anni ’50. Sotto un dettaglio del quadro.
(Collezione privata)
Roberto Scielzo fotografato nel suo studio. -Vietata la riproduzione, collezione privata Famiglia Scielzo-
Altra carica importante, fu quella di sub-Commissario della nascente Azienda di Soggiorno e Turismo di Positano. Non poteva essere diversamente essendo egli vissuto a Positano per oltre 30 anni, proveniente da Amburgo, alla fine della guerra. Infatti a chi gli chiedeva come mai avesse deciso di vivere a Positano, l’artista rispondeva che malgrado i tempi mutavano, aveva ritrovato a Positano “libertà” e “verità”. Il suggestivo panorama di Positano dal terrazzino della prima casa di Scielzo.
Roberto Scielzo alla Buca di Bacco con degli amici. -Vietata la riproduzione, collezione G.Rispoli-
Tra le molteplici opere ricordiamo quella nella Chiesa di San Pietro a Salerno, una grande tela che rappresenta la scena di una “predicazione evangelica”.Tuttavia, non possiamo dire che sia la più riuscita, ma è quella in cui si sente proprio la necessità dell’artista al dialogo umano.
Ricordiamo anche che nel Marzo 1951, Scielzo realizzò per tragedia lirica “Ecuba”, che si è tenuta nel teatro dell’Opera di Roma, le scenografie.
Per il suo grande talento, nel 20ennio fascista, Scielzo vinse il prestigioso Premio Mussolini. Purtroppo dopo la caduta del fascismo, questo alto riconoscimento, non gli portò molta fortuna.
Scielzo in un autoritratto- Vietata riproduzione – collezione privata
Il corteo Nunziale in occasione della regata storica delle antiche Repubbliche Marinare ad Amalfi, con i costumi di Scielzo. -Vietata la riproduzione per gentile concessione dell’Ediz. Carcavallo Napoli-
Un cancello a sbarre orrizzontali era l’ideale per Positano secondo una teoria di Scielzo.
Secondo il suo punto do vista le sbarre devono essere in orizzontale perchè non devono opprimere le bellezze naturali di Positano. L’occhio deve andare oltre la barriera e ammirare ugualmente il paesaggio della Costiera. Sopra: il progetto originale ideato da Scielzo per la realizzazione lela Boutique di Louise Barba in via dei Mulini.
Fonti:Lorenzo Scielzo, il figlio– Michele Theile, pittore ed amico – Il Duca di Luca Vespoli 1992 –
Un post di Massimo Capodanno e Francesca Sorrentino.
Sopra “Il Giardino dell’Eden“ presso l’Albergo Eden Roc alla Sponda
e sotto la realizzazione interna del Ristorante ” Saraceno d’Oro” a Fornillo.
L’EDEN ROC:
quest’opera fu realizzata appositamente nel 1970 da Roberto Scielzo per l’inaugurazione dell’albergo – mi dice il suo proprietario Dominic Casola. Scielzo era molto amico di mio padre Raffaele e quando aprimmo la hall fu adornata da questa stupenda opera che vuole rappresentare il Giardino dell’ Eden. In alto il Sole , in rame per dare maggior lucentezza, e la Luna. Sotto sono raffigurati gli animali della Terra e gli esseri viventi delle acquee
Un particolare con gli animali della Terra
A destra la mela di Eva, a sinistra l’uccello ROC. Mitico uccello presente nella mitologia con una apertura alare talmente grande da poter nascondere il Sole.
Al Saraceno d’ oro:
L’arredamento e i grossi pannelli arabescheggiati studiati e realizzati da Roberto Scielzo per l’apertura del ristorante Saraceno d’Oro negli anni ’70. Lo stile saraceno era in lui già creatore dei costumi della favolosa festa dello ” Sbarco dei saraceni ” degli anni ’50. Nel pannello di destra mi racconta Elia, viene raffigurata una parola sacra nella lingua islamica
c’era una volta a POSITANO: lo Sbarco dei Saraceni
La leggenda vuole che nella sera del 14 agosto una banda di pirati saraceni sbarca sulla Spiaggia Grande di Positano e dopo stragi e violenze varie trafugano l’ immagine sacra del quadro ligneo della Madonna nera. Già quasi al largo si leva una gran voce che dice…” Posa – Posa…” al che i corsari tornano indietro e restituirono l’immagine sacra.
L’ideatore della rievocazione dell’ evento fu l’ammiraglio Paolo Aloisi. Il sindaco di allora, siamo nel 1954, Sersale approvò subito la geniele idea dell’alto ufficiale di marina ormai in pensione e si adoperò per realizzarla al meglio possibile. Per i costumi fu incaricato lo scenografo Roberto Scielzo. In una delle ultime edizioni fu costruito un enorme elefante in legno spinto da ben 16 persone da dove seduto sulla groppa l’ammiraglio, capo degli invasori, gridava qualcosa come: ” All’assalto – all’ assalto”.
Un aneddoto che mi viene raccontato dal pittore americano Peter Ruta, a quel tempo presente alla manifestazione e amico dell’ammiraglio Aloisi. Peter si ricorda che in un momento di pausa l’ammiraglio posò la giacca nei pressi e quando la rindossò, si accorse che qualcuno gli aveva portato via il “portafogli” .
Per circa 5 anni tra il 14 e il 15 agosto si è rievocato questo evento con una gran festa che coinvolgeva tutto il paese: giovani, anziani, donne e turisti si divedevano i ruoli mascherandosi chi da pirata saraceno chi da cristiano positanese.
Vietata la riproduzione-collezione Scielzo- Un bozzetto di Roberto Scielzo che raffigura la restituzione dei pirati della sacra immagine della madonna nera ai positanesi. Sotto:
I Saraceni restituisco la Madonna Nera. -Vietata la riproduzione, collezione Valentino Esposito ‘o Pulese –
Primi piani di due saraceni. A destra è Gennaro Esposito detto o’ Pulese. –Vietata la riproduzione, collezione privata di Valentino Esposito o’ Pulese-
Costumi e trucchi ripresi fedelmente dai bozzetti di Roberto Scielzo.
Il Sindaco Paolo Sersale offre un bicchiere di vino ai Saraceni. -Vietata la riproduzione, collezione Giuseppe Ercolano-